QUEL GIORNO.

Non tutti si aspettavano
di sentire e vedere qualcosa di nuovo,
che dopo tre lunghi giorni,
un morto riprendesse vita.
A Gerusalemme, questo è accaduto,
l’uomo messo a morte
sulla croce,
è ritornato vivo con una particolare
carica spirituale da attrarre
lo sguardo di ogni uomo
verso di lui.
Si, lui è il Signore della vita!
Ora, coloro che lo cercano e credono
nel suo nome,
hanno la vita nuova,
e per di più con lui,
diventano anche figli di Dio.
E’ la Pasqua, è l’annuncio
di nuova vita,
è la festa della gioia che
riempie ogni cuore.
Buona Pasqua!




Un canto nuovo.



Nel mezzo della notte,
un nuovo canto, in tutto l’universo
esplode di gioia,
il creato intero ne gioisce, i Santi e
gli Angeli cantano “Santo, Santo, Santo”.
Gli uomini e tutte le creature,
esultano per l’annuncio
della Salvezza,
il Signore è Risorto,
la morte ormai è sconfitta.
Esulta anche tu,
piccola creatura, amata dal tuo Signore,
per te, ha donato la sua vita,
allargando le benedicenti braccia
sul legno della croce,
chiamandoti alla festa.
Esulta, gioisci, canta la gioia.
BUONA PASQUA

 

Festa di Pentecoste

 


Lo Spirito del Signore ha riempito l’universo, egli
che tutto unisce, conosce ogni linguaggio. Alleluia.

 

 


L’antifona di questa celebrazione festiva,
nella festa della Pentecoste, ci introduce
nella conoscenza della Parola di Dio
che abbiamo appena ascoltata.
Lo Spirito, con la sua gloria, con la sua potenza,
è presente in tutto l’universo,
è la forza che unisce i popoli nell’unica fede,
è Signore che conosce ogni linguaggio
degli uomini e a tutti manifesta
il pensiero del suo cuore.
Nella prima lettura: con la presenza dello Spirito Santo,
gli Apostoli incominciano a predicare
la nuova fede, cioè l’annuncio che Cristo,
il Figlio di Dio,
è morto ed è risorto.
E’ abolito il castigo provocato alla Torre di Babele,
che aveva confuso i linguaggi e i popoli,
ora con il dono dello Spirito,
tutti si ritrovano nel linguaggio e in
una sola famiglia.
Nella seconda lettura: non si è più schiavi, ma con lo Spirito,
si è diventati figli, tanto è vero che
chiamiamo Dio con il nome di Padre.
Da questo fatto anche per noi c’è
la garanzia della risurrezione.
Il Vangelo ci suggerisce che il vero amore verso Dio,
non è fatto di buoni propositi o,
di tante vuote parole,
ma è il Vangelo vissuto,
nella fedeltà quotidiana.
Perché coloro che,
osserveranno i Comandamenti, riceveranno
il dono dello Spirito Consolatore,
che aprirà la loro intelligenza a comprendere e
trattenere nel cuore, ogni Parola di Gesù,
perché è lo Spirito che mantiene viva in noi
la Parola di Vita.
Invochiamo con fervore e continuamente
su di noi la presenza dello Spirito d’amore,
per rimanere perseveranti nella fede.

Vigilia di Pentecoste

L’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito, che ha stabilito in noi la sua dimora. Alleluia.

L’antifona apre il nostro cuore ad accogliere
l’amore profondo di Dio che riempie il nostro cuore
e lo rende capace di essere la tenda
per accoglierlo per sempre in noi.
Lo Spirito Santo è l’amore del Padre, richiesto da Gesù,
prima di lasciare i suoi, perché sia donato
a tutti i fedeli come avvocato, guida e maestro
per conoscerlo e vivere la fede in pienezza.
Nella prima lettura: Mosè sale sul monte,
vuole comunicare con Dio, dalla sua viva voce
riceve l’invito ad ascoltare la sua Parola e a
viverla con fedeltà.
Il popolo conferma: “quanto il Signore ha detto,
noi lo faremo”.
Il salmo afferma: la benevolenza del Signore
è su quanti vivono fedelmente la sua Parola:
nella seconda lettura: si parla di speranza, di attesa.
Le cose che già si vedono non si sperano più.
Noi siamo invitati a perseverare nell’attesa,
ogni promessa di Dio si manifesterà, perché è
lo Spirito che intercede a nostro favore.
Il Vangelo ci annuncia che Gesù manderà
lo Spirito, ma chiede di avere una viva fede
in Lui, di dissetarsi di Lui, perché
chi vive di Lui sarà come una sorgente
di fiumi di acqua viva con la forza
di generare nuova vita
nel campo delle attività
dello spirito, quali:
la carità, la pazienza, la benevolenza e
la condivisione di ogni talento che,
il Signore ha voluto donarci.
Accogliere in noi e permettere,
allo Spirito Santo,
di agire liberamente,
è vera benedizione e gioia
per ogni uomo e per tutta
l’umanità.

Perché fissate lo sguardo nei cieli?
Il Signore ritornerà nella gloria.

E’ questa l’antifona della festività odierna,
l’Ascensione del Signore al cielo, un invito a
non stare oziosi nell’attendere, ma
ad essere operosi nella fede
nell’attendere nella gloria il Signore
che tornerà per giudicare
 la nostra fede e la carità praticata verso i fratelli.
Nella prima lettura leggiamo che il Signore,
non ci abbandona, non ci lascia soli, ma
manda il suo Spirito perché diventiamo
testimoni della sua risurrezione.
Nella seconda lettura ci viene confermato che,
solo il sacrificio del Cristo in croce,
ha aperto per noi la via del cielo,
è un suo dono, sua grazia,
poter vedere il volto del Padre,
noi non eravamo capaci di tanto.
Nel Vangelo troviamo i discepoli in adorazione,
mentre Gesù sale al cielo,
loro sanno che non rimarranno soli,
il Maestro non li abbandona,
sarà compagno di viaggio in attesa
del dono dello Spirito, chiesto al Padre,
per sostenerli e ricordare loro tutto ciò che Lui ha detto.
Solo con la presenza dello Spirito,
avranno la forza per testimoniare con la vita,
fino a morire per Cristo,
per manifestare la loro fede nel Signore.
La nostra sicurezza è la presenza viva di Gesù,
che quantunque nella gloria
del Padre,
è presente in mezzo a noi e ci sostiene
e ci guida con la novità
della sua Parola e,
del Pane di vita eterna per il nostro cammino.
Anche noi siamo invitati,
dall’amore di Dio,
ad entrare nella sua gloria,
il Padre ci aspetta,
Lui ci ama da sempre.

SS. Trinità.

Sia benedetto Dio Padre, e l’unigenito Figlio di Dio, e lo
Spirito Santo: perché grande è il suo amore per noi.

L’antifona d’ingresso a questa celebrazione festiva,
canta la grandezza dell’amore
del nostro Dio, Uno e Trino.
E’ infatti l’amore che rende grande
il nostro Dio, Lui è Amore, così
lo definisce san Giovanni nel suo Vangelo.
Nella prima lettura troviamo come Dio per amore,
crei l’universo e tutto ciò che esiste, sul modello della Sapienza (il Figlio)
che è eterna con Lui, Sapienza che trova
la sua gioia nell’abitare tra gli uomini.
Tutto è stato creato per Lui e per mezzo di Lui.
Nella seconda lettura, lo Spirito Santo abita nei nostri cuori,
è segno dell’amore di Dio nei nostri confronti.
Il Padre ci ama, manda a noi il suo Figlio e il Consolatore,
in questo modo siamo associati al mondo divino.
Nel Vangelo, Gesù risorto, invia sulla Chiesa e su
tutta l’umanità il suo Spirito è questo Spirito
che ci porta lo stesso Gesù,
attraverso la Parola e il Pane di vita, doni del Padre.
E’ dunque importante soffermarci nella contemplazione
del dono dell’amore del Padre, che è chiesto per noi dal Cristo,
quale nostro fratello, ed è il dono dello Spirito.
Queste tre persone divine vivono nell’intimo del nostro cuore,
a noi manca l’esperienza di questa viva presenza,
ma loro non ci abbandonano,
noi siamo ormai parte della loro vita.
Noi non possiamo esistere
senza Dio, che è nostro Padre,
senza l’aiuto del Figlio che è nostro salvatore e fratello,
e senza il conforto dello Spirito,
che è la nostra guida sicura per camminare
secondo l’insegnamento del Vangelo.
il segno della croce ci ricorda
Il grande mistero dell’Unità e Trinità di Dio,
e ci ricorda la Passione, Morte e Risurrezione
del Signore nostro Gesù Cristo.
E’ con questo segno che noi riceviamo
l’augurio e il sostegno per
la nostra santificazione.

 

 

 

 

SS. Corpo e Sangue del Signore.

 

 


Il Signore ha nutrito il suo popolo con fior
di frumento, lo ha saziato di miele della roccia.

 

 

 


.
Con questa antifona iniziale della celebrazione,
 oggi contempliamo il grande dono dell’Eucarestia,
nuovo nutrimento per la vita per il nostro cammino,
nel segno del pane e del vino, il Corpo e il Sangue,
che richiama il memoriale dell’Ultima Cena.
Il Signore nutre il suo popolo con il suo Corpo,
dato in sacrificio per noi; il miele della roccia
è segno della sazietà che noi acquistiamo
nutrendoci con fede a tale sacramento.
Già nella prima lettura troviamo l’offerta a Dio,
offerta del pane e del vino da parte di Melchisedech,
sacerdote misterioso di cui non si conosce
la discendenza, la provenienza, già profezia di
ciò che si sarebbe realizzato con Cristo.
Nella seconda lettura ci viene detto che l’Eucarestia non è invenzione,
ma è consegnata a noi dalla testimonianza degli Apostoli,
loro hanno condiviso quel momento intimo con Gesù.
A loro Cristo ha consegnato questo grande dono,
con il compito di continuarlo nel tempo:
“fate questo in memoria di me”.
Nel Vangelo troviamo un anticipo di questo dono,
viene affidato agli Apostoli il compito di dare
da mangiare alla gente che si trovava con Gesù nel deserto,
oggi ancora nei deserti dell’anima, dove l’uomo è smarrito,
ed è bisognoso del vero nutrimento che è Cristo.
Così, attraverso questo dono, Cristo
Rimane sempre presente in mezzo a noi,
ci accompagna e guida con la sua Parola
e ci sostiene con il suo Corpo e il suo Sangue,
vero nutrimento di vita.
La nostra adorazione a Dio,
con Cristo presente nell’Eucarestia,
sia ringraziamento e preghiera
per la grandezza di questo amore,
che ci salva con questo dono.

Rinnova la vita.

Con la liturgia delle Ceneri,
un nuovo invito ci è
rivolto,
 

per un cammino di luce

che ci aprirà alla speranza
e certezza della nostra Pasqua
la vita nuova offertaci da
colui che per noi si è donato a morte.

Preghiera, digiuno, elemosina.
La pagina del Vangelo,
in questo giorno si apre a noi,
perché noi accogliamo
il suggerimento a compierlo,
 in maniera nuova,
queste tre dimensioni
particolari e importanti,
per un percorso impegnativo
verso la nuova vita.
Preghiera, nascosta e silenziosa,
dove solo Colui al quale
è rivolta, ascolta e vede nel segreto,
attraverso la Parola che,
con grande amicizia,
ci ha consegnato.

Digiuno, gioioso e libero,
non solo dal nutrimento,
ma da ogni malignità,
dove il volto rimanga
pulito e sereno,
senza smorfie di sofferenza,
dove traspaia la serenità.

Elemosina, la gioia di saper
partecipare con chi è
nel bisogno,
i doni elargiti a noi
in abbondanza,
da Colui che è Padre e,
vede nel segreto e per questo
nostro cammino di perfezione
ci dona la ricompensa.
La ricompensa degli uomini,
è ben poca cosa,
lo sappiamo, sono solo
parole vuote.
Dio, invece, ci dona la vita,
con la Pasqua del Figlio.

Una nuova luce.

Salivano tristi le donne,
verso il sepolcro,
volevano ancora salutare
il Maestro buono,
per ringraziarlo della Parola di grazia
che nel loro cuore,
straziato dal dolore, stava soffocando,
quando s’accorgono, con stupore, che
la pietra, che chiudeva il luogo,
era rotolata a parte.
Così ora vedono, Colui che
era stato sepolto,
non c’è più,
tutto dentro è in ordine,
il lenzuolo che lo copriva
e, il sudario posto sul volto,
piegato da parte.
All’interno due angeli,
in bianche vesti,
annunciano alle spaventate donne:
Colui che era morto ora vive.
Una nuova luce di speranza,
si apre ai loro occhi e,
il cuore trabocca di grande gioia,
corrono ad annunciare agli amici
del Maestro e Signore,
la grande notizia:
il Signore è vivo, e raccontano.
Solo in seguito anche loro,
che da tempo lo seguivano e servivano,
ascoltando la sua Parola,
lo vedranno nuovamente vivo.
La promessa che era stata fatta,
la parola già da tempo annunciata,
ora si è manifestata.
La luce della vita è una grande forza,
essa sconfigge la cattiveria
degli uomini che hanno condannato
il Giusto e,
nello stesso tempo la morte,
spauracchio,
entrata nel mondo con il peccato.
Il Signore è risorto,
è il messaggio della Pasqua,
è la nostra salvezza.

DAVANTI A TE, SIGNORE
DAVANTI A TE, SIGNORE

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Nel bosco c'è

la luce

per un buon cammino..