Tempo Ordinario - II Domenica (Giovanni) – Anno A

Ecco l’agnello che toglie i peccati del mondo

Is 49,3.5-6/Sal 39/ 1 Cor 1,1-3/ Giovanni 1,29-34

La voce che gridava nel deserto e invitava alla penitenza, oggi ci presenta Gesù, l'Agnello del nostro riscatto, Colui che toglie i peccati del mondo. Anche noi, come il Battista, siamo chiamati a progredire nella conoscenza del Figlio di Dio, per essere nel mondo veri testimoni. Gesù viene presentato come Liberatore e successivamente come Messia sofferente. Soltanto l'umiliazione, la condanna a morte, e la Sua resurrezione, ci fanno capire l'opera salvifica compiuta, quale vero Figlio di Dio, l'unico che poteva riscattarci da ogni male. Dio ha sacrificato Suo Figlio. Lo stesso Spirito di Dio ci accompagna nella conoscenza di questo grande mistero,e ci presenta la grandezza di questo amore di Padre, nell'obbedienza del proprio Figlio.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Il brano evangelico ci presenta la testimonianza del Battista: Gesù è l’agnello di Dio, è colui che toglie il peccato del mondo; colui che donerà ai credenti lo Spirito Santo: perché lui è il Figlio di Dio. Questa testimonianza diventa anche per noi componente necessaria per la fede: non possiamo pensare a una fede dissociata dalla missione propria del Cristo, redentore di tutti gli uomini. Lui è l’agnello della nuova Pasqua che con la sua morte realizza la liberazione del popolo di Dio. Non c’è altra salvezza se non in Cristo, nulla e nessuno può garantirci questa vita nuova che solo lui può donare.

Già anticamente il popolo d’Israele era stata scelta da Dio per portare la salvezza tra i popoli, e dopo l’esilio ha fatto conoscere la sua gloria.

Paolo nella seconda lettura, si sente chiamato ad essere apostolo di Cristo, e coloro che come lui invocano il nome del Signore, già santificati, sono chiamati ad essere santi nella comunità. La conoscenza del Cristo è graduale, lo è stata per il Battista e lo deve essere anche per noi che siamo aiutati dalle scritture e dai testimoni.

Cristo ci appare come il liberatore, poi come il vero Messia umile e sofferente, il santificatore, cioè colui che chiama a salvezza e in ultimo come il Figlio di Dio, l’agnello che viene offerto in riscatto del peccato dell’uomo.

Vangelo – Gesù è chiamato “l’Agnello di Dio”, colui che toglie il peccato: già si profila in queste parole di Giovanni l’immolazione del Signore, nuovo e vero Agnello pasquale, che nel suo sangue laverà le nostre colpe. Egli è il Figlio di Dio, non un semplice uomo, e per questo si dice che sopra di lui lo Sp. Santo discende e rimane, e he il suo è un battesimo in Sp. Santo. Se fossimo solo lavati con l’acqua, o anche se solo ci fosse un pentimento nostro, ciò non basterebbe per essere purificati dal peccato ed essere figli di Dio a nostra volta. Nell’acqua noi riceviamo il dono dello Spirito che inibita in Gesù.

Nella profezia di Isaia Dio parla al suo “Servo”, al Messia, chiamato Israele perché espressione ideale e perfetta del popolo eletto, annunziandogli la missione di salvare non solo i discendenti carnali di Abramo, ma tutte le genti, fino ai confini del mondo. Giovanni Battista, mandato da Dio a preparare la via a Gesù Messia e Salvatore, lo indica come l’Agnello di Dio, la vittima che riscatta il mondo dal peccato. Egli viene nel pieno possesso dello Sp. Santo, che darà ai nuovi battezzati senza alcuna avarizia perché si salvino e diventino figli di Dio. Estirpando la radice del male, e donando la forza della grazia per liberarsene, sanando così i loro cuore e anche i loro pensieri. Gesù costituisce una nuova umanità. Paolo nella lettura odierna ai fratelli i Corinto, parla della propria vocazione all’apostolato, dichiarando he anche loro sono chiamati alla fede. Pertanto santificati in Cristo, consacrati a Dio con la loro adesione a Cristo nel battesimo, sono hiamati a costituire la Chiesa e ad esserne degni membri, rinnovando e purificando incessantemente il loro spirito con l’unione a Dio, che è la vera carità.