Tempo Ordinario - X Domenica (Matteo) - A

Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori

Os 6,3-6/Sal 49/Rm 4,18-25/ Mt 9,9-13

Questa pagina ci presenta la predilezione del Maestro, per i peccatori. Questa predilezione, vuole, che sia anche la nostra, e cioè ci affida il compito, di cercarli, di stare con loro, come faceva Lui, perchè scoprano che Dio li ama, e non vuole perderli. Se sperimentano la fratellanza, consolante, che ci unisce a loro, avranno un motivo più forte per abbandonare il male. Noi crediamo che cristo, sia venuto liberarci dai nostri peccati, e ugualmente Egli può risanare ogni nostra ferita. Ora comprendiamo questa predilezione per gli emarginati e gli esclusi. La nostra preghiera e, la nostra vita, devono manifestare sempre, in modo impegnativo, l'amore per i rifiutati e i cattivi. "Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Certamente il cristiano la pensa come Cristo, e collabora per la salvezza di chi non la conosce.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

1 – La liturgia odierna è un invito a comprendere la predilezione del Signore per i peccatori. Il Vangelo ci domanda di avere verso di essi un cuore grande, di stare con loro, di cercarli, perché se scoprono che Dio li ama, si sperimentano la fraternità consolante che ci unisce a loro, avranno un richiamo più forte alla loro resipiscenza. La nostra fiducia è come quella di Abramo che non dubitò delle promesse di Dio. Noi sappiamo che Cristo è venuto per i nostri peccati e crediamo che egli può risanare ogni nostra ferita. Comprendiamo noi questa predilezione del Signore per gli emarginati e gli esclusi? Il nostro culto e la nostra pratica liturgica sono un invito a manifestare in modo impegnativo l’amore per i rifiutati?

Nella prima lettura leggiamo che Dio gradisce non tanto ciò che esteriormente possiamo offrirgli, quanto il dono del cuore, la dedizione che nasce dall’amore a lui, la sua intima conoscenza ed esperienza. Questo vale più delle parole religiose, facili e passeggere. Per bocca del profeta, lo dice Dio stesso:” il vostro amore è come la rugiada che all’alba svanisce”. Sappiamo quale fine fanno i nostri bei propositi, né d’altra parte dobbiamo restare tranquilli nella nostra sicurezza e nella vita fatta di intenzioni. Una liturgia esteriore, non animata dall’amore non ci preserverà dalla condanna.

Nella seconda lettura troviamo Abramo, l’uomo gradito a Dio non per i propri meriti, ma per il suo atteggiamento di abbandono alla parola divina, per la sua incrollabile fiducia in essa. Niente ai suoi occhi poteva smentire le promesse del Signore. Questa fede deve innervare la nostra vita d’ogni giorno, farci superare avvilimenti e stanchezze, in particolare farci operare in conformità alla fede, che ci innesta nella potenza di Dio e nel trionfo della Pasqua.

Vangelo – Suscita scandalo che Gesù mangi con i peccatori, con gente che non gode buona fama e forse anche non è di fatto molto onesta. Ma lo scandalo viene da chi si crede immune dal peccato, da chi si crede gratuitamente giusto, ma solo perché non si conosce a motivo del proprio orgoglio. La risposta di Gesù è lucida e decisa: Egli è medico, quindi opera presso i malati. Non è venuto per quanti si reputano giusti, ma per quelli che si riconoscono peccatori e convertendosi lo seguono. Dio è onorato non con l’impeccabile osservanza rituale, ma con la misericordia. La misericordia di Gesù, la sua croce, e la gloria del Padre; e anche la nostra misericordia è gradita e accetta a Dio più che non il nostro superbo, inflessibile e sterile rigore. Sentiamoci bisognosi di perdono e accediamo alla mensa della misericordia nel banchetto che Gesù fa con i peccatori; è l’eucarestia, convito di grazia e di perdono.

                                              

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