Tempo Ordinario - XI Domenica (Matteo) - A

Chiamati a se i dodici, li mandò..

Es 19,2-6/Sal 99/ Rm 5,6-11/ Matteo 9,36 - 10,8

Noi crediamo che i Dodici, eletti e chiamati da Gesù, sono il fondamento del nuovo popolo di Dio. Un popolo sacerdotale, che ha come capo Cristo ed è animato dallo Spirito Santo. Questa presenza nuova, li porta ad essere Chiesa missionaria nel mondo, quale sacramento visibile di unità e di salvezza per tutta l'umanità. Prima di inviarli per il mondo, Gesù istruisce i suoi, perchè vadano prima verso gli sbandati della casa d'Israele. A loro dona il potere delle guarigioni, di scacciare i demoni, di sanare i lebbrosi e di risuscitare i morti. Ricorda loro che quei doni li hanno ricevuti gratuitamente, e gratuitamente devono esercitare quel servizio. Coloro che entrano a far parte del Regno dei cieli,riconoscano di essere amati dal loro Signore,attraverso il dono della guarigione.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

1 – Gli apostoli, eletti e chiamati direttamente da Gesù, sono il fondamento del nuovo popolo di Dio, un popolo sacerdotale che ha per capo Cristo, ed è animato dallo Spirito S. La concezione missionaria del nuovo popolo sacerdotale, il ruolo dei vescovi come servitori, posti a capo della famiglia per dare a ciascuno la propria misura: ecco i due temi di attualità che possiamo sviluppare. Il cristiano deve essere colui che ha coscienza del suo nulla ma che domanda a Dio il soccorso della grazia in ogni cosa.

Nella prima lettura scopriamo che non sono le qualità o benemerenze di Israele a privilegiarlo tra i popoli, ma solo la grazia di Dio, che lo ha avvicinato a lui e sollevato in un vincolo singolare di amore e di comunione. E’ un dono che va custodito e che impegna. In Cristo tutti gli uomini sono stati scelti, sono oggetto di benevolenza e proprietà del Signore. Occorre rispondere a questa elezione con l’osservanza del Vangelo, con la custodia e l’esperienza fedele della grazia dello Spirito S.   Nella seconda lettura Paolo ci ricorda che non è stata la nostra giustizia, il nostro valore, ad attrarre Dio a noi con la missione del suo Figlio. E’ stato l’amore che manifestandosi nella morte del Cristo, ci ha salvato quando eravamo ancora peccatori. Se Dio ci ha amato allora, tanto più ora che siamo stati riconciliati nella sua amicizia. Non possiamo peccare e vivere come se Cristo non ci abbia fatto il dono totale di sé.

Vangelo – e’ Gesù che provvede alla salvezza del mondo scegliendo e inviando i dodici apostoli. Essi andranno a lavorare come operai, non a farsi servire. E’ un richiamo importante: se lavoriamo alacremente siamo al nostro posto nella Chiesa, e non per guadagno, ma perché si avveri e realizzi il regno di Dio e il disegno di salvezza. L’apostolo va per guarire, risuscitare, risanare, vincere il male: esattamente svolgendo la missione di Gesù. E’ questa una grande grazia, l’elezione. Ma tutti siamo mandati a lavorare perché venga il regno di Dio. Nessuno deve chiudersi in sé e vivere la fede individualmente. La vera passione del discepolo è il regno di Dio e la sua venuta.    

 

2 - Oggi troviamo nella liturgia domenicale un annuncio di salvezza che deriva dalla morte del Messia. Ed è questo l'annuncio che il Cristo affida ai suoi mandandoli nel mondo, è l'annuncio che anche noi siamo chiamati a trasmettere per camminare insieme verso la vera vita. La morte del Messia è per la nostra riconciliazione con Dio, dal quale noi ci siamo allontanati col peccato. La Chiesa, cioè noi, dobbiamo sentire questo dovere per la missione, continuando così l'opera di salvezza iniziata dal Figlio di Dio. La 1a lettura ci ricorda che Dio ha scelto Israele ad essere una nazione santa, un regno di sacerdoti: col Battesimo anche noi siamo sacerdoti e partecipiamo del sacerdozio di Cristo. L'amicizia con Dio salva, questa offerta del Signore è libera e gratuita. E' Lui che accompagna il suo popolo fino al Sinai. Amicizia che va accolta e che richiede fedeltà. Paolo ci ricorda che la redenzione è un atto d'amore gratuito di Cristo tramite la sua morte. Questo fatto richiede da parte nostra riconoscenza alla misericordia di Dio mostrataci in Cristo. E' il Vangelo della chiamata e della missione, chi è chiamato deve continuare l'opera del maestro. Sentiamo dal Vangelo che Gesù, prima di inviare i suoi nel mondo, li istruisce, li prepara, perchè questo compito non è indifferente, e a loro affida la propagazione del Regno. La conoscenza di un Dio che è Padre e che ama. Nel loro andare li accompagneranno segni particolari che garantiscono il dono dall'alto, segni che garantiscono la missione. Avranno la possibilità di cacciare i demoni, di perdonare i peccati, di dare lo Spirito Santo. Con il loro aiuto la forza liberatrice e salvifica proprie del Regno, solleverà l'umanità sofferente. Questo annuncio è per tutti gli uomini, ma deve partire dal popolo d'Israele, popolo che già è alla conoscenza del vero Dio.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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