Tempo di Natale - (Giovanni) - B

2 Domenica dopo Natale - E venne ad abitare in mezzo a noi -

Sir 24,1-4.8-12 /Sal 147 / Ef 1,3-6,15-1/8 Gv. 1,1-18

La LUCE della Grazia
Nel tempo si è manifestata la Luce della Grazia, quando il tempo era tranquillo, e gli uomini erano tra loro in pace, è finalmente nata la Grazia della Luce che è poi la Luce della Grazia. Ora noi sappiamo chela Luce e la Grazia erano presenti nel mondo, ma non erano conosciute, perchè ancora nessuno l'aveva apertamente manifestate. Ma grande era il desiderio in loro di farsi conoscere, quando nel profondo della notte, il mondo ha sentito la sua voce e visto la Grazia: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace agli uomini che ama" e una Luce grandiosa ha invitato i piccoli ad incontrarla. Grande fu la gioia per tutti, anche coloro che venivano da lontano con doni, hanno visto la luce che li accompagnava, fermarsi, dove era nata la Grazia che donava una gioia immensa, qui offrirono i loro doni, segno di una fede nuova e viva che mentre li accompagnava cresceva nei loro cuori. E' la Luce della Grazia, perchè il dono della Grazia ci ha chiamati a trovarci figli di Dio, illuminati nel cuore per vederlo sempre con nuovi occhi e per amarlo.
TRACCIA di RIFLESSIONE

La liturgia di questa domenica, attraverso le sue letture, vuole perseguire due finalità: farci ripensare, rimeditare, approfondire ulteriormente con la mente e col cuore, il mistero del Verbo incarnato, per riprodurlo, conseguentemente, in un nostro comportamento di vita; in secondo luogo, presentare agli occhi della nostra mente il disegno di Dio nei riguardi dell’umanità, quel progetto di amore che abbraccia tutta l’eternità e il tempo, realizzato per mezzo del Figlio.

1 lettura – Per il Siracide la sapienza divina è la sacra Scrittura e, particolarmente il libro della Legge, che illumina come luce divina il popolo di Israele. Il libro della Sapienza parla proprio della sapienza di Dio “uscita dalla bocca dell’altissimo” che abita presso di lui e che si riflette e irradia su tutto quanto il creato; “fissa la sua dimora in Giacobbe” e, “abita nella città di Gerusalemme”. Per l’esperienza della Chiesa fin dalle origini, la Sapienza divina, è Gesù Cristo, “il Figlio unigenito del Padre” fatto uomo in tutta la sua realtà di debolezza, di limitazione, di fragilità. Ma uomo senza peccato.

2 lettura – Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. Sa Paolo non cessava di rendere grazie a Dio per la fede irradiante dei cristiani di Efeso e chiedeva a Dio per la sua chiesa “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”. L’autore ci presenta la sapienza che ha origine anteriore ai secoli. Questa era la lLegge e la Scrittura, ora per noi è Sapienza incarnata nel Cristo.

Vangelo – la pagina del Vangelo ci suggerisce che il Verbo vuole instaurare un dialogo di comunione e di amore anche con l’uomo. Nella creazione la vita di Dio è già per l’uomo “luce che splende”, “luce che illumina ogni uomo”; il creato rivela all’uomo il senso del suo esistere, il fine a cui tendere, la strada da percorrere. La luce splende ma le tenebre non l’hanno accolta, allora decise di “venire tra la sua gente” far udire la sua voce. Già in modi diversi Dio aveva parlato nei tempi antichi. Ora viene “facendosi uomo” per essere solidale con tutti gli esseri umani.

 

 

La liturgia di questa domenica, attraverso le sue letture, vuole perseguire due finalità: farci ripensare, rimeditare, approfondire ulteriormente con la mente e col cuore, il mistero del Verbo incarnato, per riprodurlo, conseguentemente, in un nostro comportamento di vita; in secondo luogo, presentare agli occhi della nostra mente il disegno di Dio nei riguardi dell’umanità, quel progetto di amore che abbraccia tutta l’eternità e il tempo, realizzato per mezzo del Figlio.

1 lettura – Per il Siracide la sapienza divina è la sacra Scrittura e, particolarmente il libro della Legge, che illumina come luce divina il popolo di Israele. Il libro della Sapienza parla proprio della sapienza di Dio “uscita dalla bocca dell’altissimo” che abita presso di lui e che si riflette e irradia su tutto quanto il creato; “fissa la sua dimora in Giacobbe” e, “abita nella città di Gerusalemme”. Per l’esperienza della Chiesa fin dalle origini, la Sapienza divina, è Gesù Cristo, “il Figlio unigenito del Padre” fatto uomo in tutta la sua realtà di debolezza, di limitazione, di fragilità. Ma uomo senza peccato.

2 lettura – Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. Sa Paolo non cessava di rendere grazie a Dio per la fede irradiante dei cristiani di Efeso e chiedeva a Dio per la sua chiesa “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”. L’autore ci presenta la sapienza che ha origine anteriore ai secoli. Questa era la lLegge e la Scrittura, ora per noi è Sapienza incarnata nel Cristo.

Vangelo – la pagina del Vangelo ci suggerisce che il Verbo vuole instaurare un dialogo di comunione e di amore anche con l’uomo. Nella creazione la vita di Dio è già per l’uomo “luce che splende”, “luce che illumina ogni uomo”; il creato rivela all’uomo il senso del suo esistere, il fine a cui tendere, la strada da percorrere. La luce splende ma le tenebre non l’hanno accolta, allora decise di “venire tra la sua gente” far udire la sua voce. Già in modi diversi Dio aveva parlato nei tempi antichi. Ora viene “facendosi uomo” per essere solidale con tutti gli esseri umani.

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