Tempo di Natale - (Matteo) - B

Epifania del Signore 6 Gennaio

Is 60,1-6 /Sal 71 /Ef 3,2-3;3,5-/6 Mt. 2,1-12

Alcuni sapienti dall'Oriente giungono a Betlemme proprio quando nasce il figlio dell'Altissimo. Al re,spaventato di perdere il trono, chiedono l'indirizzo del nascituro, e altrettanto chiede lui pure di essere informato appena trovato, per compiere giusta riverenza. Questi illustri trovano la casa dove alloggia il bambino, lo riconoscono quale Signore; Lui che avevano atteso e cercato e offrono: oro al re, incenso al sacerdote e mirra all'uomo che dovrà risorgere dai morti. Riconoscono cioè la sua vera dignità, regale, sacerdotale e profetica. Con la gioia nel cuore per la scoperta condotta a buon fine, ritornano a casa loro, ma per un'altra strada.
TRACCIA di RIFLESSIONE

La Epifania è una festa di luce: una luce che guida a Gesù; una luce he traspare da lui. Lo splendore di una stella attrae a Betlemme genti da lontano. Esse sono il simbolo di tutti gli uomini, che vanno verso il Signore guidati dalla fede e lo adorano. La fede non è la visione; i nostri occhi sono ancora velati; però la stessa fede è già luce che brilla nell’anima. Soltanto l’incredulo si trova nelle tenebre. Preghiamo perché la nostra fede divenga sempre più ferma e luminosa: perché non ci accada mai la sventura di perderla; perché tutti gli uomini l’abbiano in dono, così da accogliere il mistero della salvezza, che è il Figlio stesso di Dio “apparso nella nostra carne mortale”.

1 lettura: La gloria del Signore. – La gloria del Signore brilla in Gerusalemme: il profeta la vede come il luogo verso cui tutti i popoli convengono per lodare Dio e offrirgli “oro e incenso”. La venuta dei Magi porta a compimento la visione esaltante di Isaia; o meglio la venuta dei Magi e con loro di tutte le nazioni della terra che riconoscono in Gesù il loro re.

2 lettura: Tutti i popoli saranno partecipi della promessa. Sia gli Ebrei, eletti per primi, sia i pagani, venuti dopo, sono chiamati alla fede in Cristo e alla condivisione dell’eredità eterna con lui. La salvezza è universale: infatti la Chiesa è detta “una e cattolica”. In essa non esiste distinzione di razza: il Vangelo è predicato a tutte le genti, perché formino una medesima Chiesa. Questo ci porta a due considerazioni: la prima, che dobbiamo sentire la vocazione missionaria, anche se personalmente non siamo in missione. Il nostro aiuto è dato dalla preghiera, dalla collaborazione in quanto con le offerte assicuriamo i mezzi necessari ai missionari che sono la a rappresentarci. La seconda è: dobbiamo evitare le divisioni, i contrasti, visto che siamo partecipi della stessa grazia e della stessa promessa di Cristo.

Vangelo – “siamo venuti per adorare il re”. Quale contrasto tra la indifferenza e l’ignoranza dei sommi sacerdoti e degli scribi, tra la sospettosa ostilità di Erode e l’ardente e gioiosa domanda dei Magi. “Dov’è il re dei Giudei che è nato?”. Vengono i lontani e quelli che sono i vicini non si accorgono che è nato il Salvatore. Ai primi è data la felicità di incontrarlo e di adorarlo; i secondi cercano di soffocarlo. Abbiamo vicino il Signore, quasi a due passi, nell’Eucarestia e il nostro cuore rimane freddo, pigro, senza interesse. La vera fede dà gioia e fervore. 

 

 

Con questa celebrazione davanti alla presenza dei Magi, si proclama la manifestazione di Cristo, Lui Luce e salvezza. Dio viene incontro ad ogni uomo per mezzo di Cristo e colma tutte le aspettative degli uomini di ogni tempo. Chi sono i Magi? Sono studiosi partiti dall'Oriente per avere conferma delle loro intuizioni scientifiche e religiose, curiosi appassionati nella ricerca di ciò che avevano sentito e letto al riguardo del Messia, quindi di buone notizie a vantaggio dell'umanità. La loro ricerca li porterà davanti a Dio, al Dio bambino. Tanto è vero che per la loro presenza in Gerusalemme, la gente è turbata, e ugualmente i sacerdoti e i capi del popolo. Curiosa la loro domanda: dov'è nato? Le antiche profezie si stanno avverando, in Erode entra la paura di perdere il posto sul regno. L'umanità è una sola famiglia agli occhi di Dio,una famiglia amata e da redimere. L'invito che sentiamo dalla liturgia: alzati e rivestiti di luce, perchè viene a te la tua luce, la gloria del Signore è su di te. I popoli cammineranno quindi guidati da questa nuova luce. Questo dono di grazia, che chiamiamo mistero, è affidato agli apostoli, perchè ogni popolo possa conoscere la salvezza che è riversata sul nuovo unico popolo. La Chiesa, nuovo popolo è il corpo di Cristo, Cristo è luce per ogni uomo, quindi è sicurezza. Ogni dono di Dio è per noi Luce per camminare alla Sua presenza. Quando i Magi rividero la stella (che si era eclissata dove non c'era fede) che li precedeva, la seguirono (il cammino della fede) e trovarono la gioia nel contemplare il volto del Dio Bambino.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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