NATALE: Messa della notte   anno A –B -C

Is 9,1-3.5-6 /Sal 95 / Tt 2,11-14 / Lc 2,1-24

 

                                   Oggi vi è nato il Salvatore.

“ Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce…”. Nella notte della nostra storia, secoli ormai passati, Dio ha acceso la – luce vera che illumina ogni uomo -: Gesù! Questa luce è diversa dalle altre perché è dono di Dio e ci illumina dall’interno di noi stessi. Dio ha preso la carne della fragilità umana, e questa è la notizia straordinaria del Natale: - un bambino è nato per noi – è Dio stesso. A noi il compito ora di riconoscerlo. Questo è il segno: -troverete un bambino posto in una mangiatoia e avvolto in fasce – E’ giusto sostare in silenzio, per stupire e accogliere la gioia che Dio dona alle nostre mani, alla vita di tutti. Così il bambino chiede il nostro amore, come tutti, e nello stesso tempo lo porge a noi. Noi attendiamo un potente, un forte, una guida sicura, un consigliere e ci viene dato un inerme incapace di tutto. Solo chi ha occhi aperti e rivolti allo Spirito, come a Greccio, (Francesco) può capire il Natale. Noi in tutte le Eucaristie che celebriamo, riviviamo la nascita del bambino, perché Dio non cambia il suo essere presente in mezzo a noi, perché piccolo nella parola, ugualmente piccolo nell’Eucarestia, nel dono del pane. Col Natale noi riceviamo continuamente il dono di Dio nei segni sacramentali, è un nuovo annuncio, oggi vi è nato il salvatore, è Cristo, accogliamo la sua presenza d’amore.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

La ragione della nostra festa è questa: con la nascita del Salvatore noi siamo salvati. In Gesù, Dio appare nella nostra carne e incomincia “ad esistere nel tempo”. Dio si fa sempre vicino e l’umanità con tutto l’universo viene sollevata dalla caduta e redenta. A Natale si compone in unità la famiglia di Dio. Non possiamo essere tristi, e dobbiamo darci da fare perché anche gli altri, anche quelli di casa nostra, siano nella gioia. La celebrazione della nascita del Signore porta a valorizzare il tema della luce per spiegare che cosa è il Cristo per noi e per il mondo, la Scrittura usa spesso l’immagine della luce.

1 Lettura: “Un bambino è nato per noi”: bisognoso come ogni bambino, di cure materne. Eppure è il “Dio potente”, colui che illumina il mondo e che spezza il giogo dell’oppressione. Non facendo una rivoluzione con la violenza, ma trasformando il mondo con l’amore. Guardando il presepe sorgono sentimenti di carità e di pace. Egli è luce che risplende nelle tenebre. Solo per mezzo della fede noi possiamo vedere in Cristo la luce del mondo, infatti ci è stato dato un figlio. Nel presentarci la salvezza che Dio darà al suo popolo, ritornato dall’esilio, il profeta descrive i titoli del liberatore: sapiente come Salomone, prode come Davide, pio come Mosè, Dio con noi come nessuno prima di lui.

2 Lettura: Il Natale deve toccare la nostra condotta e indurci a vivere “con sobrietà, giustizia e pietà”. Ossia a vivere in grazia e a comunicarla agli altri con la parola e l’esempio. Così siamo coerenti con il modo di fare di Cristo, che “ha dato se stesso”. Dare noi stessi: è lo stile proprio del cristiano, anche in piccole cose. Mettiamo al secondo posto il nostro io, facilmente egoista, per interessarci di quelli che sono più dimenticati e trascurati. E’ apparsa la grazia per tutti gli uomini. Paolo in questa professione chiara della divinità di Cristo, ci descrive i due tratti della venuta del Salvatore: A – manifestazione della grazia di Dio. B – abbondanza di salvezza.

Vangelo – Natale è la festa della semplicità e della povertà di Dio. Il Figlio suo deposto in una mangiatoia, l’unico luogo trovato disponibile. E’ la prima lezione che raccogliamo celebrandone la festa. Ma intorno all’umiltà della grotta si diffonde la presenza degli Angeli. Essi invitano alla gioia, infatti annunziano il Vangelo (la lieta notizia) che è apparso il Salvatore. Se è veramente così, come si fa a essere ancora avviliti, avidi di ricchezza, prepotenti? Uno dei segni che facciamo un buon Natale, e che non ci limitiamo solo ad augurarlo con parole, ma che portiamo pace e bontà col perdono, con l’aiuto, con una visita che sappiamo gradita. Natale c’è sempre perché Dio ci ama. I pastori che vegliano, vedono una grande luce. Chi oggi celebra il Natale vede “una grande luce nella sua vita”, ossia celebra nella fede la speranza luminosa d’incontrare il suo Dio. Solo per mezzo della fede noi possiamo vedere in Cristo la luce del mondo. Solo mediante la fede i pastori (all’annuncio degli angeli) hanno potuto conoscere il Messia dentro i poveri panni che avvolgevano un piccolo bambino deposto nella mangiatoia di una stalla a Betlemme. Il Natale impegna fino in fondo la nostra fede, è celebrazione della nostra fede. Questa nascita nella povertà di Betlemme è collegata ad un avvenimento storico importante: il censimento dell’impero romano, voluto da Tiberio Cesare. Il bambino è già chiamato Cristo Signore, cioè con i titoli del Risorto. Ciò che ci sorprende in questa notte, nella pagina evangelica, non è il canto degli angeli, ne il festoso accorrere dei pastori, ma lo squallore di quella stalla dove è nato il Dio uomo – Gesù, deposto nella mangiatoia. Ci siamo chiesto perché Gesù ha scelto di nascere in quelle condizioni. Avrebbe potuto, essendo Dio, scegliersi un luogo più decente.

A – per essere più vicino ai poveri, agli umili, e farsi uno di loro.

B – per condividere la condizione degli umili, perché nessuno si sentisse a disagio lontano da lui.

C – per dirci che il suo regno non sarà basato sulla forza, potenza o ricchezza, ma sull’umiltà e sull’amore, cioè sul distacco dalle cose terrene.

D – per dirci che chi vorrà seguirlo dovrà farsi povero, umile e non contare sulle cose del mondo, perché l’uomo è grande davanti agli occhi di Dio solo per quello che è. L’uomo sarà ricco della grazia di Dio nella misura in cui saprà star lontano dagli idoli del denaro, piacere, potere e benessere. Ma c’è ancora oggi un…” non c’era posto per loro”.

 

Natale (Luca) - A-B-C

MESSA dell'Aurora - I pastori trovarono Maria,...25 DICEMBRE

Primo schema.

Is 62,11-12 /Sal 96 / Tito 3,4-7 / Lc 2,15-20

Dopo l'annuncio della buona novella ai pastori, gli Angeli si erano allontanati, lasciando in loro una grande curiosità tanto da mettersi in viaggio verso Betlemme, per vedere quello che era accaduto, e che il Signore aveva loro manifestato. L'evangelista nota: "senza indugio", ciò vuol dire che grande era l'interesse per la novità. Giunti trovano il Bambino in una mangiatoia, come avevano annunciato gli Angeli. I presenti si stupiscono per le parole dei pastori, e l'annuncio degli Angeli; Maria, la madre, ne gioisce e conserva nel suo cuore, tutto ciò che si diceva del Suo Figliolo. I pastori ritornarono al loro lavoro, lodando e glorificando il Signore, per quello che hanno sentito e visto. La loro gioia poi è stata annunciata a tutti quelli che erano rimasti a casa. - Tre sono i motivi che possiamo cogliere in questa celebrazione della Messa dell'Aurora. Il motivo della Luce, il motivo delle opere, il motivo della gioia. A- Questo motivo della luce lo troviamo nell'antifona: "Oggi su di noi risplenderà la luce, perchè è nato per noi il Signore" e ancora nella preghiera: "che ci avvolgi nella luce del tuo Verbo" e nel salmo: "Oggi la luce risplende su di noi...una luce si è levata per il giusto". La gioia viene poi manifestata in due dei tre prefazi del Natale "è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore" "in Lui oggi risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti..." Diciamo allora che il Natale è una grandiosa manifestazione. E' una epifania di vera luce. B- Il motivo delle opere lo troviamo nella preghiera iniziale: "fa che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede..." Il mistero del Natale deve essere accompagnato dalle opere. Come i pastori dobbiamo essere attenti all'invito della grazia e metterci in cammino per cercare Cristo, la sua amicizia e il suo amore per seguirlo sempre. C- La gioia è il terzo motivo che troviamo in questa celebrazione: "annuncio di una grande gioia che sarà di tutto il popolo". San Giovanni continua: "vi annuncio queste cose...perchè la nostra gioia sia perfetta". Tutta la predicazione di Gesù ha questo tema:"perchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". La gioia di aver trovato il Signore e tramite Lui il Padre e lo Sp. Santo ci porta ad essere dei cantori come i pastori: "se ne tornarono glorificando e lodando Dio". La gioia si trova dove ci sono uomini che si mettono in cammino alla ricerca di Colui che è destinato a diventare pace per loro e per il mondo.
MESSA del GIORNO - Is 52,7-10/Sal 97/Eb 1,1-6/Gv 1,1-18 -
In questa terza messa del giorno di Natale non abbiamo alcun racconto della nascita di Gesù, ma la parola ascoltata ci guida a penetrare il mistero del Bambino di cui oggi celebriamo con tanta solennità la nascita: chi è?, e cosa ha di diverso dagli altri bambini che vengono al mondo? La seconda lettura e il Vangelo sono particolarmente adatte per questa ricerca. Il Vangelo è in realtà un inno cristologico usato per scopo liturgico, quindi espressione della fede della Chiesa e poi trasferito all'inizio del Vangelo stesso. Tre sono i momenti che troviamo per questa nostra ricerca: a - Il Verbo esistente dall'eternità e creatore dell'universo "in principio era il Verbo..." Giovanni ci presenta così il mistero di Dio e afferma l'origine divina del Verbo, ossia della Parola di Dio. "Era prima di ogni principio". E' sempre stato e sempre sarà, perchè l'esistere appartiene unicamente alla sua essenza, Lui non può non esistere. Il Verbo è la Sapienza del Padre, "Era presso il Padre, era Dio" è persona divina sussistente per sè. "Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di ciò che esiste" Il Padre ha messo in essere tutte le cose per mezzo del Verbo. b - Il Verbo vuole subito un dialogo di comunione con l'uomo. Nella creazione la vita di Dio è già per l'uomo "luce che splende", "luce che illumina ogni uomo". Il creato diventa strada per l'uomo e rivela al medesimo il senso del suo esistere e dove tendere. "La luce splende, ma le tenebre non l'hanno accolta". Allora decise di "venire tra la sua gente", Molte volte e in diversi modi Dio aveva già parlato per mezzo dei profeti. Ma "viene" non più con la loro voce, ma incarnandosi per rendersi solidale con l'uomo. "Pose la sua tenda in mezzo a noi". c - Il Verbo ha incontrato il rifiuto da parte degli uomini, ma trova anche ascolto, accoglienza e adesione. "A quanti lo hanno accolto, a chi crede nel suo nome, ha dato il potere di diventare figli di Dio. "Sono generati da Dio". E' quindi una vita nuova che non dipende da generazione carnale, ma è dono di Dio. E' il dono della grazia, che l'Unigenito possiede in pienezza e noi l'abbiamo ricevuta per mezzo del Signore Gesù. Dio in persona è venuto incontro all'uomo, l'invisibile si è fatto visibile, l'inaccessibile si è fatto conoscere. "Dio nessuno lo ha mai visto,...il Figlio lo ha rivelato" Quel Bimbo è il Verbo che era in principio e che era Dio. Lui è Vita, Verità, Luce, è il Creatore dell'universo e dell'uomo.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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