Tempo di Natale - (Luca) - B

Santa Famiglia di Gesù,Maria e Giuseppe

Gen 15,1-6;21,1-3 / Sal 104 /Eb 11,8.11-12.17-19 / Lc. 2,22-40

Osservanti della Legge, giunto il tempo della purificazione, salgono al Tempio per offrire ciò che è stato loro donato, il Figlio di Dio: il Dio Altissimo. Qui, raccolto in preghiera, il vecchio Simeone accoglie tra le sue braccia il pargoletto e canta ringraziando il Signore perchè la promessa si è avverata e lui ha contemplato con i suoi occhi, ed ora può partire soddisfatto da questo mondo. Alla Madre però manifesta un grande dolore, perchè quel Bambino sarà motivo di rovina e resurrezione di molti in Israele e una spada affliggerà il suo cuore. Anche la profetessa Anna loda e canta la presenza del Piccolo. Appena terminato ogni cosa di rito, Maria e Giuseppe col Bambino, riprendono il cammino verso casa.

TRACCIA di RIFLESSIONE 

La Chiesa celebra insieme la famiglia di Nazareth e la famiglia cristiana, come suo riflesso. Nella sua singolarità, la famiglia di Gesù si presenta come un “vero modello di vita”, con le sue qualità e con il suo amore. Noi chiediamo che anche le nostre famiglie vivano nell’amicizia e nella pace con Dio, che i genitori si sentano partecipi della fecondità dell’amore divino e che i figli crescano in sapienza, in pietà e grazia. Non mancano le prove, le incomprensioni, le situazioni difficili, i momenti di sofferenza, i fallimenti. L’esempio e la grazia che ci vengono dalla santa famiglia ci danno forza di superarli. La nostra fede in particolare è rinvigorita dall’eucarestia, la mensa che ci nutre tutti come figli di Dio.

1 lettura – Gn. 15,1-6;21,1-3 – Dio risponde alla fede di Abramo, a cui è promessa una discendenza innumerevole, attraverso la fecondità della sterile e anziana Sara, che concepisce un figlio – Isacco -. Dio è più forte di ogni fragilità e impossibilità umana. Il suo disegno, al vertice del quale ci sarebbe stato il Figlio suo, concepito dalla Vergine Maria, proseguirà infallibilmente. In questo disegno converge la potenza divina e la fede dell’uomo, che non dubita delle promesse del Signore. La famiglia di Nazareth sarà il segno di questa forza di Dio per cui la Vergine concepisce, e di questa fede che trova i suoi grandi rappresentanti in Anna e Gioacchino.

2 lettura – Eb. 11,8-11 e 12,17-19 – La storia della salvezza è una storia di fede, che è obbedienza e adesione perfetta alla volontà di Dio che opera anche là dove c’è il segno dell’impossibilità e della morte. Così è avvenuto per Abramo e Sara, dai quali è nato Isacco, il figlio della promessa accolta da loro senza il più piccolo dubbio. Alla base della fede sta la certezza che colui che promette è fedele e che è “capace di far risorgere dai morti”. Infatti, se da un lato Abramo era disposto a offrire l’unico figlio, dall’altra lo riebbe proprio come segno che Dio ha la forza di richiamare alla vita. Il pensiero corre già al Figlio di Dio, che, offertosi sulla croce, ci fu ridonato risorto.  

 

 

Ogni famiglia conosce bene che soltanto il Tempio favorisce l'incontro con il Signore del cielo. Maria, Giuseppe e il Bambino salgono a Gerusalemme ed entrano nel Tempio per la loro preghiera di gratitudine. Nell'allontanarsi da esso non si accorgono i genitori che il piccolo Gesù rimane fra i Dotti. Dopo tre giorni di accurate ricerche lo trovano e nel presentarsi a lui, hanno la sorpresa che, lui deve occuparsi delle cose del Padre del cielo. Il Fanciullo manifesta così la sua maturità e la sua fede. Ora Lui è impegnato in un dialogo continuo con il Padre perchè sia conosciuto da tutti. E'il Signore che ama, e nel suo amore si è fatto uno di noi.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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