Tempo Ordinario - XII Domenica (Marco) - B

Chi è costui al quale anche il vento e il mare obbediscono? -

Gb 38,1.8-11/ Sal 106 / 2Cor 5,14-17 / Mc. 4,35-40

In questa pagina del Vangelo cogliamo la stanchezza di Gesù nella sua quotidiana fatica dell'annuncio del Regno e nel Suo continuo aiutare i più bisognosi, liberandoli dalle malattie e in particolare dal demonio. Possiamo capire quanto sia grande il Suo desiderio di passare all'altra sponda con i Suoi per un momento di riposo. Salito in barca si appisola subito e nel frattempo si solleva una tempesta e la barca è subito ripiena di acqua e minaccia d'affondare. Spaventati i discepoli lo svegliano e chiedono un Suo intervento, Lui rimprovera il vento e il mare con questa parola:"taci". Subito tutto ritorna tranquillo. Rivolgendosi poi ai suoi chiede come mai sono così paurosi e senza fede. Un grande timore si era impadronito di loro, per questo improvviso cambio di situazione, dal pericolo alla bonaccia. Ma loro si chiedevano nel cuore chi fosse costui al quale anche il mare e il vento obbediscono.  

TRACCIA di RIFLESSIONE:

  

Ci raccogliamo nella memoria della Pasqua a celebrare il sacrificio di lode e di espiazione. Sulla croce Gesù si è offerto per riparare il peccato e l’eucarestia ci introduce in questa riparazione, di cui ha bisogno la nostra vita, segnata dal peccato che continuamente ritorna: o per la vergogna di essere credenti, o per la ricerca del vangelo. Solo nell’eucarestia troviamo espiazione e insieme forza di fedeltà e confessione di Cristo. Nell’eucarestia condividiamo la lode innalzata da Gesù nell’offrirsi in croce: la sua adorazione, il suo rendimento di grazie, questa lode spesso in settimana è rara e affrettata, ricordiamo che Cristo è sempre presente per accompagnarci.

1 Lettura: qui troviamo la risposta del Signore al lamento di Giobbe. Dio non è assente dall’universo. All’origine sta Dio Creatore che precede ogni opera dell’uomo, che è solo creatura limitata nel leggere le cose e le vicende del mondo e nel suo potere di dominarle. Il mondo è per l’uomo pieno di misteri, tra il quale il dolore è il più oscuro e inquietante. Ma Dio si dimostra provvidenza, a lui infatti dobbiamo rimetterci con pieno abbandono. Ora luce per i nostri misteri, le nostre oscurità è Cristo, il Signore dell’universo, che scioglie l’enigma del dolore sulla sua croce.

2 Lettura: questo testo ci suggerisce che appartenere a Cristo significa essere delle realtà assolutamente nuove. E’ questa la certezza cristiana, verso la quale la nostra adesione spesso appare labile e insicura, incapace di suscitare un atteggiamento vero. Con il battesimo e l’aiuto della grazia siamo diventati nuove creature, il peccato è cosa vecchia. Il cristiano ha uno stile nuovo nel vivere e nel giudicare. Uno dei segni più forti è l’amore per gli altri, un amore voluto e inventato dal Cristo. “Non vivere più per se stessi”. Il cristiano si dedica e vive per Cristo e per tutti gli uomini accolti dal Cristo. Tutti infatti sono stati amati dal Signore.

Vangelo – Troviamo Gesù che calma il vento e acquieta la tempesta. Il mare agitato del mondo ribelle e in disordine. Gesù impone confini e ordine come già Dio Creatore, perché lui è Signore e non il servo. Con lui ogni cosa prende senso e valore. Importante è avere fede nel Figlio di Dio e affidarsi a lui, senza timore. Spesso la nostra vita è come una barca agitata e la paura si impossessa di noi come già allora i discepoli e ci sembra di essere sopraffatti. Abbandoniamoci a Cristo e le nostre tempeste si placheranno.

 

 

Gesù calma il vento e acquieta la tempesta. Il mare burrascoso è simbolo del mondo agitato, ribelle e in disordine. Come Dio creatore, anche Gesù impone confini e ordine. Nella tempesta sedata appare la signoria di Cristo sull'universo e sulla storia. Dopo la giornata dove abbiamo ascoltato le parabole in cui Gesù appare come l'instauratore del Regno, l'evangelista ci presenta una serie di miracoli di cui abbiamo sentito il primo. Sul lago di Genezareth, che veniva chiamato mare per la sua estensione, scoppiavano improvvise tempeste. Gesù dormiva tranquillamente. Svegliato dagli apostoli, con comando autorevole "taci,calmati" dice e immediatamente i venti e il mare si placano. Così Gesù appare come il dominatore della natura, perchè Lui è Dio e solo Lui può imbrigliare gli elementi scatenati. "Chi è costui?...è la domanda che si pongono e che ci poniamo continuamente. Gli apostoli e i discepoli avrebbero dovuto capirlo che potevano fidarsi di Gesù, la natura scatenata non sarebbe mai andata contro il suo Creatore. In quella barca sul lago, Marco ci fa intravedere la barca della nostra esistenza, non priva di difficoltà, in quegli apostoli siamo rappresentati noi stessi altrettanto impauriti e sfiduciati quando le bufere si abbattono sulla nostra vita. Quando ciò accade, anche a noi sembra che Gesù si sia addormentato, cioè sia assente dalla nostra vita. L'evangelista ci fa capire che se Gesù è sempre con noi (con la sua grazia) noi non andremo mai a fondo. Il credere profondamente a Gesù, come ci ha suggerito la preghiera iniziale della Messa, è riconoscere che Lui è presente e ci accompagna nel cammino della storia. Dobbiamo ripensare a quel dormire di Gesù, perchè proprio dormiva in quanto "lo svegliarono" e gli dissero:"non t'importa che moriamo?" e Gesù: "perchè siete così paurosi, non avete ancora fede?" Non si ha fede quando: a- non abbiamo fiducia in Lui. b- non vogliamo accettare chi sia Lui. c- non siamo ancora convinti che tutto è in suo potere. d- se è con noi, nulla dobbiamo temere. Non allontaniamoci da Gesù, perchè con Lui saremo salvi da ogni tempesta del mondo.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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