Tempo Ordinario - XVI Domenica (Marco) - B

Erano come pecore senza pastore -

Ger 23,1-6/ Sal 22 / Ef 2,13-18/ Mc. 6,30-34

Dopo molto tempo gli apostoli ritornano dalla missione, si presentano a Gesù e raccontano tutto quello che hanno insegnato e fatto; Gesù li vede affaticati perciò li invita in un luogo tranquillo, per riposare. L'evangelista infatti racconta che tanta gente andava per avere guarigioni e per ascoltare la parola di Gesù. Tutta questa folla li privava anche del tempo per rifocillarsi. Non è servito allontanarsi con la barca. La gente infatti, appena se ne è accorta avendo bisogno di loro, li raggiungono con ogni mezzo. Nello scendere a riva, Gesù si trova davanti molte persone e ha compassione di tutti, li vede infatti come un gregge senza pastore. Si fa loro maestro e insegna molte cose.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

La nostra offerta domenicale è gran poca cosa. Noi presentiamo il pane, il vino e anche una espressione della nostra solidarietà ai bisogni della solidarietà e per le spese del culto. Ma più che dare, noi riceviamo dei doni dal Signore: “i tesori della Grazia”. Tanto è vero che il pane e il vino sono consacrati nel Corpo e Sangue di Cristo che il Padre ogni volta ci elargisce. E’ questo sacrificio compiuto da Cristo per la nostra salvezza che noi offriamo al Padre. Non abbiamo meriti, ma abbiamo l’amore di Cristo in croce che si rinnova ogni volta nella Pasqua settimanale. Così noi veniamo colmati della grazia dei santi misteri. Ora questa grazia deve diventare visibile, perché come seme deve crescere e trasformare in umiltà e mitezza, accoglienza e servizio, in esso è presente il Signore.

1 Lettura: Dio stesso si fa pastore del suo popolo, di fronte ai pastori e guide infedeli, sotto i quali i popoli sono dispersi, esiliati e annientati. Dio promette un re vero e saggio, che raccoglierà e salverà il suo popolo. La promessa si compirà con la venuta di Gesù, il modello dei pastori, che darò la vita per le pecore e le raccoglierà per formare un solo gregge. E’ sempre e solo Cristo la vera guida dei fedeli; nessuno potrai mai prendere il suo posto e sostituirlo.

2 Lettura: Alla morte di Gesù ogni steccato che divide gli uomini crollano: viene demolito il muro di divisione tra ebrei e gentili. Nel suo sangue avviene un’alleanza nuova: egli ci unisce e ci rappacifica “in un solo corpo per mezzo della croce”. Questo corpo è la Chiesa, che nasce dalla stessa croce. Siamo continuamente riconvocati alla croce di Cristo, strumento della nostra pace, perché strumento e segno di amore, che ha distrutto le inimicizie. Nell’amore di Gesù che si dona nel suo sacrificio noi ci ritroviamo figli di Dio, presentati al Padre, col dono di un solo Spirito,

Vangelo Gli Apostoli hanno bisogno di riposo dopo la loro fatica, e lo trovano raccogliendosi con Gesù in un luogo solitario, in disparte da tutti. Sono le pause e il riposo vero che rasserena anche oggi per chi si dedica all’apostolato con particolae intensità. Se ne ha bisogno per non lasciarsi consumare e per riattingere lo spirito evangelico genuino. Ma sono pause sempre brevi: perché la folla è sempre bisognosa. Gesù ne ha compassione: si sente pastore di quelle pecore che vede allo sbando. Gli Apostoli condividono sempre la compassione di Gesù e la sua dedizione che non si risparmia per egoismo, ma è continuamente disponibile con la predicazione della parola, i sacramenti, le opere di carità.

 

 

Non possiamo annunciare quello che non abbiamo accolto nella fede e creduto con la vita. Gli apostoli tornano stanchi dalla missione offerta loro da Gesù, tutto quello che hanno fatto è stato realizzato dalla presenza e dalla forza del Cristo (io sono sempre con voi) che li ha mandati. Ora stanchi cercano ristoro, Cristo li conduce in disparte per il meritato riposo. Loro vogliono evitare il pericolo di pensare che tutto si è risolto solamente attraverso le proprie forze e di esaltarsi per questi successi ottenuti. Importante è ricordarsi di essere discepoli prima di proclamarci inviati. L'inviato è colui che è conscio della missione che gli viene affidata, e sa che deve annunciare non la sua parola, ma quella di Dio, per cui è disposto anche a dare la sua vita. Come gli apostoli, anche noi abbiamo continuamente necessità di ritornare da Gesù, per rinfrancarci, per ascoltare ancora e per verificare la nostra fede perchè il nostro annuncio sia vero ed efficace. Abbiamo notato la delicatezza di Gesù verso coloro che hanno compiuto la missione appena affidata loro:"venite in un luogo solitario e riposatevi un po". Il confronto con il Maestro esige spazi di silenzio e riflessione, il tempo del silenzio è anche tempo di preghiera per chiedere al Signore tutto quello che manca per una buona missione. Abbiamo ancora presente l'esempio di un uomo non cristiano, ma religioso, Gandhi, ogni lunedì lo consacrava al silenzio e alla riflessione, in quel giorno non riceveva nessuno, perchè è importante fermarsi e rivedere la nostra situazione, a noi manca questa cultura del raccoglimento. Ricordiamoci che questo tempo di silenzio e raccoglimento, non è tempo perso, è tempo favorevole per recuperare la nostra dignità e sperimentare la tenerezza di Dio che ci accoglie, ci parla, ci ascolta e ci invia per annunciarlo. Questo ritiro particolare dei dodici, li qualifica anche se stanchi, come una nuova Comunità in ascolto e orante, ma felici. La domenica vuole essere per noi quello stare con Gesù unitamente ai fratelli, in ascolto e capaci di lode, e anche se stanchi del lavoro settimanale, contenti perchè possiamo vedere Gesù nell'atto dello spezzare il pane e con la sua parola sollevarci dalle fatiche e delusioni della vita. Altra nota che troviamo nel Vangelo è la commozione di Gesù per la tanta gente in cerca di un buon pastore. Cristo ci offre continuamente strumenti adatti per raggiungere la salvezza, non trascuriamoli.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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