Tempo Ordinario - XXXII Domenica (Marco) - B

Questa vedova ha dato tutto quello che aveva. -

1 Re 17,10-16/Sal 145/ Eb 9,24-28/ Mc. 12,38-44

L'ostentazione del bene compiuto è grave colpa. Nel Vangelo viene pubblicamente condannato,perchè chi può fare il bene e ne ha la possibilità,spesso non realizza nulla. Capita che coloro che hanno poco o niente,sono più disponibili al bene. Danno tutto quello che possiedono per un valore che vuol essere fede e amore. Gesù si trova nel Tempio e osserva tutti coloto che passano davanti al tesoro,molti ricchi fanno sfoggio di grandezza gettando rumorosamente monete,per farsi notare,mentre una vedova vi getta soltanto il suo centesimo silenzioso ma carico di fede. Questo centesimo era l'unica sua ricchezza e possibilità di vita. Lo offre al Signore e con esso offre tutta la sua vita al volere di Dio. Gesù loda l'atteggiamento di fiducia nel Signore da parte della vedova,mentre condanna severamente la sfacciataggine di coloro che della ricchezza fanno soltanto mostra di sè e non hanno amore verso nessuno. Ciò può essere anche un modo per incutere timore in coloro che vedono.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

Nella celebrazione dell’eucarestia noi riviviamo nel mistero la passione gloriosa del Figlio di Dio. Non è un avvenimento ormai passato: è presente e noi vi partecipiamo con fede. Partecipare vuol dire assumere con impegno nella vita il Corpo e il Sangue di Cristo, che nella passione ci sono offerti per la nostra salvezza e che ci insegnano a donarci oltre che a donare. La passione del Cristo è una chiamata gloriosa, poiché dalla passione è venuta la risurrezione. L’eucarestia alimenta in noi la speranza della gloria. Speranza che diventa attesa vigilante, per essere pronti ad incontrare il Signore per entrare con lui in quel banchetto nuziale di cui il convito eucaristico è pregustazione.

1 Lettura: Dio non parla mai inutilmente: la sua promessa si realizza. La vedova crede alla parola pronunziata dal portavoce di Dio, il profeta e la sua fede è premiata: è nella fede che opera la potenza di Dio. Sappiamo che la nostra fede è sempre insidiata dall’incertezza, dalla riserva. Dobbiamo però ancora notare che Dio opera anche fuori dei confini di Israele; la dove trova accoglienza pronta e sincera. Non possiamo accampare nessun diritto, impariamo ad essere umili e disponibili.

2 Lettura: Gesù ha offerto se stesso, ci ricorda questa lettura, una sola volta, per tutti e per sempre. Con il suo sacrificio, dal valore inesauribile, sono tolti tutti i peccati del mondo. Egli non ripete più il suo sacrificio perennemente valido. Noi riceviamo i frutti di quell’unica offerta della croce, mentre rimaniamo in attesa per accogliere Cristo nella sua venuta gloriosa.

Vangelo – Quello che conta al giudizio di Dio non è la quantità di ciò che si offre, ma lo spirito con cui si fa l’offerta, la sincerità, il sacrificio reale he essa rappresenta e omporta. Per questo motivo agli occhi del Signore è prezioso l’obolo della vedova e non è invece quello che è donato da chi anzitutto con il dono vuol mettere in mostra se stesso per primeggiare. La povertà per Dio è ricchezza, e il poco che si dà col cuore e la fede è valutato molto. E’ un altro metro quello che lui usa.

 

 


La liturgia di questa domenica ci presenta la vita e la fede di due vedove, la prima trova il premio da parte di Dio e la seconda un elogio stupendo da parte di Cristo, a differenza degli scribi avidi ed esibizionisti di cui ci parla oggi il Vangelo. Elia per la missione che deve svolgere è perseguitato dal re Acab, deve lasciare il suo paese ed emigrare altrove e la voce del Signore lo spinge in un paese pagano presso una vedova pagana, che lo accoglie in casa sua e gli provvede il necessario, sebbene povera; ma ha grande fiducia nella parola di questo uomo di Dio, tanto che i viveri in casa sua non mancheranno più. Il Vangelo ci ricorda che il Signore è presente nella storia umana e agisce sempre, ci dice ancora che Israele si stava allontanando da Lui, dal suo amore, e questa sua attenzione è rivolta anche al popolo pagano. A Dio non manca la possibilità di salvare in ogni situazione, e con ogni mezzo,Lui può sempre intervenire, oggi con una vedova pagana, domani con altri mezzi. Mentre la povera vedova mette a disposizione tutto quello che possiede, il Vangelo ci ricorda che l'uomo di Dio non si rivolge a chi possiede ma a chi è nell'indigenza e nell'abbandono, perchè si manifesti l'opera della Provvidenza. Dio mantiene sempre la sua parola specialmente con chi confida in Lui. Il povero, perchè tale, ha più sensibilità verso uno come lui, piuttosto che un ricco si commuova. Infatti chi possiede e non ha fatto esperienza del bisogno, non ha mai abbastanza per sè e quindi si chiude al bisogno del povero nel suo egoismo. Troviamo anche il gesto generoso e ricco di fede di un'altra vedova che getta nel tesoro del Tempio tutto quello che possiede, altri invece pur possedendo, ostentano con fragoroso rumore di monete la loro posizione. Davanti a Dio non conta la quantità di quello che si dona, ma solamente come si dona e perchè lo si dona. Lui ci chiede di donarci a Lui e ai fratelli. Dio non può essere ingannato dalle apparenze, Lui conosce il nostro cuore e la fede che abbiamo in Lui, o piuttosto la fede nelle nostre ricchezze. Le due vedove si mettono completamente nelle mani del Signore, una è sostenuta con abbondanza di viveri, l'altra riceve un complimento che è forza per la vita. Queste donne possedevano il senso delle beatitudini. Il Vangelo qui ci presenta una forte rottura tra Gesù e i capi d'Israele, tanto che rimprovera la loro falsità e vanità, l'ambizione e la cupidigia -(divorano le case delle vedove).

DAVANTI A TE, SIGNORE
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