Tempo Ordinario - II Domenica (Giovanni) - Anno C

Inizio dei miracoli a Cana di Galilea –

Is 62,1-5/Sal 95/1 Cor 12,4-11/ Gv. 2,1-12

Sono presenti a questa festa Maria, Gesù e i suoi. Sul più bello l'atmosfera cambia, manca il vino, solo Maria se ne accorge e si rivolge al suo Gesù perchè provveda, ma Lui risponde che non è ancora giunto il momento, ma per il suggerimento della Madre dato ai servi, - fate quello che Lui vi dirà - ordina di riempire d'acqua le giare e servire. L'acqua si trasforma in pregiato vino, tanto che il maestro di tavola incaricato dell'assaggio, si stupisce e magnifica lo sposo per aver conservato fino all'ultimo vino pregiato a differenza di altri. Tanta fu la meraviglia dei suoi discepoli che cominciarono a credere in Lui. Così ebbe inizio la potenza dei miracoli operati da Gesù a favore di tutti gli uomini.

TRACCIA di RIFLESSIONE: 

: “La nuova comunità nasce nella fede”. Gesù è un uomo come noi: ha degli amici e accetta un invito a nozze insieme alla madre e ai suoi primi discepoli. Questa vicinanza lo rende conoscibile a noi. Però rimane per noi un grande mistero, se lui non si rivela, se non manifesta la sua identità. Questa sua rivelazione la farà a poco a poco, con una sapiente pedagogia. Gesù rivela la propria identità a Cana, questa rivelazione avrà però il suo culmine alla morte, l’ora di Gesù. “Non è ancora giunta la mia ora”. E’ a Cana che i discepoli incominciano ad aderire al Cristo, da questo miracolo, è lì che nasce un nuovo rapporto con lui e di conseguenza tra di loro. Il legame che fa di loro una comunità è la fede comune in Gesù. Quali sono i segni per cui oggi un uomo può conoscere Cristo? La fede di Maria spinge Gesù a manifestarsi e i discepoli in un certo modo attingono dalla fede di Maria. La fede è virtù, atteggiamento abituale dell’anima, inclinazione a giudicare e ad agire secondo il pensiero di Cristo, con spontaneità e on vigore, come conviene a uomini resi giusti. Col dono dello Spirito, cresce la virtù della fede se il messaggio cristiano è appreso e assimilato come buona novella, nel significato salvifico che ha per la vita quotidiana dell’uomo.

1 Lettura: in questo brano troviamo come il popolo d’Israele non è più lasciato nell’abbandono a motivo delle sue colpe e infedeltà, l’amore di Dio lo riprende e si compiace in lui. Ora un vincolo sponsale lega Dio con il suo popolo. Questo incolo diventerà perfetto e indissolubile quando l’umanità sarà congiunta con Gesù, il Figlio di Dio, lo sposo della Chiesa. Questo amore sponsale è il modello del vincolo ch lega nel matrimonio un uomo a una donna: nel loro voleri bene essi imitano il bene tra Gesù e la sua Chiesa.

2 Lettura: in questa lettura ci viene ricordato che esiste un solo Spirito, è lui che tiene unita tutta la comunità cristiana, dal quale derivano i vari carismi. Doni che vengono utilizzati per l’utilità comune per il bene di tutti. Non sono dati per la nostra vanità e ambizione. Se riusciamo in qualche attività dobbiamo metterci a servizio, lo Spirito distribuisce i suoi doni per tutti.

Vangelo – A Cana notiamo la presenza di Gesù, che è figura viva nelle nozze cristiane nel sacramento he santifica l’amore. Il miracolo dell’acqua in vino sta a significare l’amore, la gioia, l’esuberanza dei doni fatti da Cristo. Notiamo in questa occasione la presenza di Maria, attenta, vigile, materna, che sollecita Gesù a compiere il miracolo. “Non hanno più vino”… matrimonio senza amore? Qualche problema? Gesù, come sappiamo provvede subito, anche se non è ancora giunta la sua ora, quella della sua morte e risurrezione per dirci che lui è il Messia, il Cristo, cioè l’Unto di Dio.

 

 

 

Dopo aver ascoltato la pagina del Vangelo, sembra che ci sia ben poco da aggiungere, è una pagina già fin troppo conosciuta. Ma noi vogliamo scoprire quale sia l'intenzione e l'interesse dell'evangelista. La scena si svolge in Cana di Galilea. Si celebra una festa nuziale e vi partecipano Maria e Gesù con i suoi discepoli. Viene a mancare il vino. La festa durava otto o più giorni, e non è cosa strana se viene a mancare vino. Già allora vi era l'usanza dei regali e quindi gli sposi provvedevano con l'abbondanza di vino per contraccambiare. E' Maria che, di fronte alla situazione di vera angustia per quella famiglia, espone la necessità a Gesù. Ma la risposta di Gesù è sconcertante, quasi scandalosa, "che vi è fra noi due?" o "con quale diritto mi rivolgi questa richiesta?". Come può un figlio parlare così a sua madre, diremmo noi oggi, ma oggi è ancora peggio. Sappiamo infatti che fra loro esiste la relazione più intima e profonda, maternità-filiazione. Leggendo ancora il Vangelo scopriamo tre momenti nella vita di Gesù che possono chiarire questo suo comportamento: la vita nascosta, dove Maria è la madre ed agisce con autorità, la vita pubblica, che inizia proprio con questa circostanza, dove Gesù è impegnato a compiere la volontà del Padre, per cui non accetta alcuna interferenza; e il momento della passione dove troviamo Maria ai piedi della croce. Nel Vangelo di Giovanni, Maria compare solo qui e ai piedi della croce. Ma già in altre pagine troviamo Gesù che tiene le distanze con i familiari e propone una nuova relazione:"mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola e la mettono in pratica". Maria, gli avrebbe chiesto un miracolo, e Gesù fa capire che non è ancora giunta l'ora; ma con la richiesta della madre l'ora è anticipata. Così riusciamo a capire che il miracolo ha la sua rivelazione nell'ora della passione, attraverso la resurrezione. Così Maria non deve intervenire finché non giunge l'ora. Maria ricompare sotto la croce"quando sarà giunta l'ora" Per ben due volte Gesù si rivolge alla madre chiamandola "donna" a Cana e quando è in croce. Lei è la donna più intimamente associata al mistero della redenzione fin dalle prime pagine della Bibbia. Maria chiese un aiuto, e in questo aiuto, ottiene il miracolo. Lo chiese con la speranza che il Figlio avrebbe risolto tutto. Così lei si rivolge ai servi perchè facciano tutto quello che dirà loro. Le idrie che contenevano l'acqua per la purificazione ora non servono più, il rito di purificazione con l'acqua è insufficiente, viene sostituito con il vino della nuova alleanza. Questa abbondanza di vino indica pertanto la presenza del tempo nuovo della salvezza. Gesù con questo segno manifestò la sua potenza, è una epifania che richiede però la nostra risposta di fede nella sua persona. Un matrimonio da rifare, tanto è vero che non viene fatto cenno della sposa e dello sposo appena ricordato. Tutta la pagina ruota sulla mancanza del vino e della figuraccia prossima per gli sposi che non hanno saputo provvedere. Celebriamo così il primo miracolo di Gesù, la terza epifania o manifestazione, scoprendo chi veramente lui sia e la forza di Dio che è in lui. La presenza di Gesù alle nozze è benedizione per quella coppia forse ancora immaturi per quel passo così importante. La scarsità del vino indica la mancanza di maturità che rende difficile il nuovo cammino di coppia. La presenza del Cristo vuol indicare la certezza di un cammino fruttuoso e ricco di benedizioni. Nella prima lettura il profeta Isaia ci dice che Dio accorda il suo amore alla città di Gerusalemme (sua sposa), un amore quasi sponsale. Abbiamo sentito con quali parole di tenerezza Dio si manifesta, "sarai mio compiacimento" e "sposata". Per rinforzare questo vincolo di amore, Paolo ci parla dei carismi e della diversità dei medesimi dati a noi per la vita del Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Per l'esercizio dei doni è richiesta la fede e una profonda carità, queste infatti sono fondamento per accoglierli e usarli a beneficio della comunità. Ognuno di noi può utilizzarli per il bene del prossimo sempre in armonia con il Cristo. Ci viene qui ricordato ancora che la vita è un dono prezioso, da accogliere e da accompagnare fino al completamento dei suoi giorni. Così come l'amore è un dono di Dio partecipato all'uomo, perchè con esso raggiunga la perfezione e la pienezza di vita. Vivere l'amore nel matrimonio è crescere insieme, nella reciproca stima e condivisione dei doni ricevuti per il bene di tutti.

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