Tempo Ordinario - IV Domenica (Luca) - C

Gesù è mandato non per i soli Giudei -

Ger 1,4-5.17-19/Sal 70/1Cor 12,31 -13,13/ Lc. 4,21-30

Si era manifestato nella sinagoga come il Messia inviato dal cielo a salvare, ma la gente di casa sua non lo ha accolto perchè conosceva le sue origini; perchè proprio lui doveva essere il Messia? Il Figlio del falegname, e di Maria. Era persona ben conosciuta e per di più non di nobile casato, anche se discendente di Davide, come può dichiararsi Messia?. Non è servito che raccontasse della misericordia operata da Dio verso la vedova di Zarepta a differenza di tutte le altre vedove, e al lebbroso Naaman, piuttosto che a tutti gli altri lebbrosi del loro territorio. Grande è il loro sdegno, tanto che si alzano ed escono dalla sinagoga, e lo accompagnano in malo modo fuori dalla città, per gettarlo nel precipizio. Ma non è ancora giunta la sua ora, e Gesù si allontana da loro senza che neppure se ne accorgono.

TRACCIA di RIFLESSIONE: 

: “ Comunità in ascolto”. La Chiesa è sempre in religioso ascolto della parola di Dio: da questa infatti viene adunata e ne dipende totalmente; da essa deve lasciarsi continuamente giudicare e contestare. La parola di Dio risuona in tutta la sua verità solo in lui; e la sua ragione d’essere è nell’annunciare questa parola e nel testimoniarla come fedele discepola del Cristo, pienezza di tutta la rivelazione. La Chiesa non proclama una astratta ideologia umana ma la Parola che si è fatta carne in Cristo, Figlio di Dio, maestro – Signore e redentore di tutti gli uomini. Ogni pagina del Vangelo non è parola morta ma viva che Dio dice a noi e deve realizzarsi nel nostro oggi. Il Vangelo non raconta solo la vita di Cristo, ma anche la nostra ita. Il Vangelo ci contiene, i coinvolge. Per questo la liturgia della Parola non è una lezione morale, né l’affermazione della speranza escatologica tenuta desta dai profeti, perché proclama l’adempimento del disegno di Dio nell’oggi della vita e dell’assemblea. Antico e Nuovo testamento vengono resi attuali, vicini, se non si rimane attaccati alla lettera morta. In ogni pagina si dovrebbe dire: qui si parla di noi. In tal modo mediante la parola di Dio, noi veniamo lentamente a scoprire qual è la nostra vita agli occhi di lui, nella sua dimensione profonda.

1 Lettura: qui leggiamo come il popolo ebraico on animo attento e volenteroso riascolta la parola di Dio e riprende l’impegno di esservi fedele. Dio rinnova la sua alleanza: essa è una grazia; è l’offerta dell’amicizia divina. L’uomo vi deve rispondere con il suo Amen, che è volontà generosa nel mettere in pratica il libro della legge, cioè i Comandamenti di Dio, l’unico bene per l’uomo.

2 Lettura: la Chiesa è il Corpo di Cristo, formato da molte membra e animato da un identico Spirito. Ne deriva che le diversità, prese come motivo di dissenso e di antitesi, vengono a scomparire. Tutti infatti siamo abbeverati a un solo Spirito. Inoltre la collaborazione operosa delle varie membra del corpo di Gesù, devono dimostrare questa comunione. Ci sono doni diversi, ma nessuno va trattenuto per proprio uso egoistico.

Vangelo – in questo brano troviamo Gesù che ha la consapevolezza che la profezia di Isaia sul Servo di Dio ricolmo di Spirito e mandato a portare l’annunzio della salvezza si realizza in lui. Nella sua parola e nei miracoli la Scrittura si avvera. In Cristo, e a partire da lui, è inaugurato un anno di grazia del Signore. Ciò che conta ora è entrare in comunione con Gesù: è lui la Bibbia, cioè la rivelazione, il segno vivente di Dio.

 

 

 

Gesù appare già quel "segno di contraddizione che il vecchio Simeone aveva profetizzato al momento della sua presentazione al Tempio. Notiamo due comportamenti diversi dei Nazaretani nei confronti di Gesù: ammirazione e reazione nonché rifiuto. Questo rifiuto è determinato dal fatto che: Gesù non compie nella sua terra i segni compiuti altrove e perchè afferma che Dio non ha confini territoriali, per compiere le sue opere dove vuole. Con questo suo dire, Gesù li deludeva e poi insegnava cose nuove mai sentite prima. Ma noi non possiamo costruirci un Dio a nostro piacimento, come è già stato fatto con il vitello d'oro, ma siamo chiamati ad accoglierlo così come il Padre ce lo ha donato. Riconosciamoci dei privilegiati a differenza di molti che ancora non lo conoscono, a noi certamente è richiesta una maggiore responsabilità. A Nazareth nella sinagoga, Gesù si era manifestato pubblicamente ai suoi come il Messia atteso. I suoi concittadini, lo rifiutano, perchè lo conoscono come figlio del carpentiere. Chiedevano altri segni come quelli che aveva fatto altrove, ma Gesù non li accontenta. La fede è: accogliere la Parola senza pretendere nulla di nuovo. Ricorda ai suoi la benevolenza che Dio aveva mostrato verso la vedova di Zarepta, provvedendo il pane per mezzo del profeta Elia. Ricorda anche la guarigione del lebbroso Naaman tra i tanti lebbrosi. Ma il popolo rifiuta di credere alle sue parole e lo caccia dalla città. Tanto che dirà ai suoi che nessun profeta è bene accetto nella sua patria, perchè suo compito è richiamare all'onestà. Gesù ora si rivolge ai pagani, la sua missione è per tutti gli uomini. Nel Vangelo rivolgendosi ai suoi apostoli li invita a seguirlo altrove. Il Signore si serve del profeta Geremia e lo invia ad annunciare la parola di salvezza. Geremia compie la missione affidatagli fiducioso dell'assistenza del suo Signore. La seconda lettura ci presenta l'elogio della carità, se manca questa componente nel nostro agire ogni azione perde valore. Ogni intervento del Signore è segno di un amore verso l'umanità bisognosa. Chi rifiuta la Scrittura, rifiuta il Signore stesso, perchè è lui la parola e chi l'accoglie si salva. La preghiera ci ha fatto dire che il profeta rifiutato da quelli di casa è accolto dai pagani, ora dobbiamo fare in modo che ogni incontro col Signore sia per noi motivo di gioia e di salvezza.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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