Tempo Ordinario - IX Domenica (Luca) - C

Neanche in Israele ho trovato una fede così grande

1 Re 8,41-43/Sal 116/ Gal 1,1-2.6-10/ Lc. 7,1-10

Terminata una delle sue tante missioni Gesù entra in Cafarnao. Gli viene richiesto un aiuto per il Centurione che gli invia dei messi perchè vada nella sua casa dove ha un servo ammalato. E' da notare che la richiesta è fatta non per il figlio, la moglie o la madre, ma per il servo, perchè anche questi sono dunque preziosi. Merita questo aiuto, dicono, perchè è un buon amministratore. Gesù segue i messi e nel dialogo che si instaura con loro scorge la bontà di comportamento del Centurione e lo loda pubblicamente davanti alla folla: "in Israele non ho trovato una fede così grande" perchè diceva: "non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto" e tanto meno sono degno di venire da Te. Nel ritornare a casa i messi trovano il servo guarito.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 

La salvezza è opera di Dio, è grazia, dono gratuito. Ci vorrà la collaborazione dell’uomo, ma l’iniziativa è sempre di Dio. Tutti siamo peccatori, sia ebrei che pagani, e tutti hanno bisogno di salvezza. L’assoluto non è la legge, ma è Cristo. La legge resta sempre come fatto esteriore all’uomo e non può in nessun modo cambiare l’uomo; se l’uomo potesse cambiare anche tutte le leggi, non potrà mai essere cambiato. Ma dato che l’uomo è peccatore, ha bisogno di essere salvato. Ma l’uomo, anzi ogni uomo, è peccatore e solo Dio può trasformarlo con il suo amore, la legge non può. E’ Cristo che opera tutto questo nell’uomo. Tutti siamo invitati a scegliere tra la legge e il Signore Gesù Cristo. L’uomo si realizza nell’amore, nella comunione con Dio e con i fratelli. Ma questo è possibile solo in Cristo. Egli è l’alleanza tra Dio e l’uomo, la comunione realizzata perfettamente perché vero uomo e vero Dio. Unendosi con la vita a lui l’uomo si salva come uomo. La legge è preparazione alla salvezza, la scienza, la tecnica sono insufficienti a salvare, sono questi mezzi da usare per il bene stesso dell’uomo.

1 Lettura: La preghiera presentata a Dio non può non avere un respiro e una dimensione universale. La preghiera di Salomone (nel tempio) ci fa capire che il tempio di Dio è il luogo ideale dove tutti possono essere ascoltati, forestiero o peccatore che sia. Ma Israele è predilezione da parte i Dio e strumento di salvezza.

2 Lettura: Paolo si dichiara e si sente apostolo perché mandato a proclamare il vangelo per una missione particolare che viene dal Cristo e dal Padre. Il vangelo annunziato non può essere cambiato, è la parola di Cristo e non può variare a capriccio. Il vangelo è immutabile, nessuno può cambiarlo. Non lo si può capire subito, perché è novità, ma non si può tornare alla vecchia legge.

Vangelo – Gesù guarisce da lontano il servo di un centurione, di un pagano, e lo guarisce per la fede del centurione stesso, la sua umiltà e la certezza che è in lui che una sola parola di Gesù può guarire il figlio. La salvezza attraverso Gesù passa oltre i confini di Israele. Con gli apostoli il vangelo sarà annunziato ad ogni creatura: la legge mosaica non avrà quindi più valore. La Chiesa sarà in particolare l’annunciatrice del messaggio di grazia che è salvezza. 

 

 

 

Nella prima lettura troviamo il re Salomone che chiede al Signore per tutti quelli che entrano nel tempio di Gerusalemme di essere ascoltati nella loro preghiera. Certamente la richiesta deve essere fatta nel nome della vera fede in Dio. Così troviamo nella pagina del Vangelo che Gesù esaudisce la preghiera di un pagano che confida nel suo nome. Medesimo argomento lo troviamo nella seconda lettura, dove l'apostolo ci esorta a una fede incrollabile in Cristo, in ogni nostra richiesta. Perchè questo interessamento nella sacra Scrittura? Certamente perchè il Signore è Dio di tutti i popoli, tutti sono chiamati a far parte della sua vita, quindi a lodarlo secondo le proprie conoscenze e capacità d'amore. Ugualmente tutti sono chiamati, come figli, ad obbedirgli secondo la legge naturale e le proprie conoscenze. Ritornando alla preghiera presentata da Salomone, possiamo dire che è una preghiera missionaria, aperta a tutti i popoli, perchè tutti hanno nel cuore il senso del sacro e della preghiera. San Paolo si presenta come il vero servitore di Dio, perchè ci ricorda che se dovesse parlare come desiderano gli uomini, non sarebbe più un servitore della verità. Guardando a questa fede ben radicata di Paolo, siamo invitati a rimanere saldi nella nostra, resistendo alle suggestive proposte della vita e dalle varie dottrine, che l'uomo sa presentare per ingannare e farci deviare dal vero cammino. Superando le difficoltà che incontriamo nel nostro pellegrinaggio, possiamo avere la certezza che la vita cristiana in noi vissuta, è la vera vita che ci porterà al traguardo e alla gioia. E' di insegnamento la preghiera che abbiamo innalzato all'inizio della celebrazione: "allontana da noi ogni male e dona ciò che giova al nostro vero bene..." possiamo recitarla ogni giorno come giaculatoria. Ricordiamoci sempre che il vero e sommo bene per noi è conoscere e vivere Cristo.

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