Tempo Ordinario - V Domenica (Luca) - C

Lasciato tutto,lo seguirono

Is 6,1-2.3-8/Sal 137/ 1 Cor 15,1-11/ Lc. 5,1-11

Gesù si trova in piedi davanti al lago di Genezareth, molta gente è presente e lo ascolta, vede delle barche ormeggiate dopo la pesca infruttuosa. I pescatori stavano lavando le reti e le riassettavano in attesa di nuova fatica. Chiede a Simone di uscire per la pesca, ma questi risponde che ha faticato inutilmente tutta la notte, ma sulla sua parola getterà le reti. Uscirono nuovamente e presero una quantità enorme di pesci che quasi le reti si rompevano. Chiamarono i loro soci per un aiuto e tornarono a riva. Per l'abbondanza e la meraviglia Pietro si avvicina a Gesù e gli dice di allontanarsi da lui, perchè è un grande peccatore, ma Gesù dice: "vi farò pescatori di uomini". A queste parole, lasciano tutto e lo seguono. Stupisce la loro prontezza nel lasciare ogni cosa per entrare al servizio del Regno dei cieli.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 

“Comunità di inviati”

Per conoscere Dio bisogna che lui si riveli, noi non possiamo raggiungerlo con i soli nostri ragionamenti. La rivelazione è un suo atto lbero e gratuito. Rivelazione, vocazione e missione sono strettamente collegate. Anche nel N.T. è sempre Dio he si rivela e che chiama; chiama attraverso Gesù di Nazareth gli uomini nel tempo della sua vita terrena e dopo la sua risurrezione. Gesù chiama al suo seguito. E’ lui l’iniziatore del Regno. Attraverso lui gli uomini accedono alla condizione filiale e sono liberati dal peccato. Con lui gli uomini diventano collaboratori di Dio nel compimento della salvezza. La chiamata divina è legata ad una missione. Fin dall’inizio le prime comunità cristiane si chiamarono – chiese – dal greco – EKKLESIA – cioè assemblea, adunanza, persone convocate, chiamate. I discepoli devono aver avuto e oggi devono ancora avere la convinzione di essere stati chiamati da Dio in Cristo. Chiamati dunque per un servizio, per un compito da svolgere nella edificazione del Regno; ed è il riconoscimento da parte dell’assemblea che costituisce il discernimento di questa privilegiata chiamata. Diversi sono i compiti, ma chi chiama e il fine per cui si è chiamati è unico. Alla chiamata segue la libera risposta, come la chiamata è una libera proposta di Dio fatta ad un uomo libero. La chiamata e la missione nella Chiesa sono rivolte a tutti.

1 Lettura: davanti alla chiamata di Dio il profeta sente tutta la sua indegnità. Dio è santo, mentre l’uomo è peccatore. E’ Dio che brucia l’iniquità dell’uomo così da mandarlo ad annunciare la sua parola con labbra monde. Più ci avviciniamo a Dio, più ci accorgiamo della nostra indegnità. Siamo facili a commettere le colpe, con tanta leggerezza ritenute sempre di poco conto.

2 Lettura: Paolo raccomanda ai suoi fedeli di non abbandonare e cambiare il Vangelo. Lui è apostolo e ha trasmesso quello che ha ricevuto. E’ cosciente che solo la grazia lo ha sostenuto e salvato, mentre prima era un persecutore della Chiesa. In questa sua risposta alla chiamata, Paolo fa capire che ha faticato più di tutti gli apostoli, ma afferma che è stata la grazia che ha agito nel suo lavoro.

Vangelo – questo brano ci presenta una pesca laboriosa e senza frutto, quando giunge Gesù sembra che i pesci si diano convegno nelle reti. Grade timore invade l’animo degli apostoli che avvertono la presenza divina e confessano la propria indegnità. “allontanati da me che sono peccatore” dirà Pietro, ma Gesù risponde: “non temere: d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Alla chiamata, corrisponde la missione e una raccolta abbondante di conversioni. E’ un impegno che interessa e coinvolge tutti coloro che vogliono essere discepoli.

 

Nella visione inaugurale del suo ministero profetico, Isaia (1 lettura) contempla nella parte più sacra del tempio di Gerusalemme la gloria del Signore, proclamato dai Serafini tre volte Santo, cioè il Santissimo per eccellenza, a contatto del quale l'uomo avverte la sua indegnità di peccatore. Isaia è perciò purificato per poter essere in mezzo al suo popolo portavoce di Dio. Pietro, che la pesca miracolosa pone di fronte al mistero di Cristo, è intimamente compreso dalla propria pochezza e scongiura Gesù di allontanarsi da lui. Ma Gesù lo rincuora e lo chiama all'apostolato, insieme con Giacomo e Giovanni, affinché sia continuata nel tempo la sua missione di salvezza. Anche Paolo (2 lettura) ha una profonda coscienza di non essere degno della vocazione divina, che lo fa araldo di Cristo mentre egli si accingeva sulla via di Damasco a perseguitarlo nei suoi fedeli. Fu una grazia immeritata, ma Paolo ha corrisposto con tutte le sue forze al dono ricevuto da Cristo. Perchè ogni intervento divino di grazia nella nostra vita esige la nostra umile e generosa collaborazione per raggiungere il suo scopo. La potenza divina di salvezza opera attraverso il mistero della morte di Cristo per i nostri peccati e della sua resurrezione per la nostra vita eterna, a patto che si accetti il Vangelo nella sua totalità e si resti saldamente ancorati alla fede. In questa liturgia troviamo messaggi per confrontarci con le vocazioni, il Signore chiama i suoi in luoghi, tempi e situazioni diverse. La prima chiamata riguarda il profeta Isaia, che si trova nel tempio per le grandi celebrazioni e la seconda dell'apostolo Pietro, dopo una notte infruttuosa nella pesca. Il chiamato diventa messaggero di novità, e a Pietro viene addirittura cambiato il nome ad indicare la fortezza d'animo che dovrà esercitate e anche il mestiere, non avrà più a che fare con i pesci, ma dovrà ora pescare l'uomo per condurlo sulla via della salvezza. A Pietro, in questa pagina, viene ancora chiesto di gettare le reti, sebbene stanco per una notte infruttuosa, per la pesca, il risultato è inatteso, le reti sono stracariche di pesci. Questi chiamati si trovano e dimostrano la loro sensazione di indegnità. Così dice il profeta: "eppure i miei occhi hanno visto il Signore", Pietro invece aggiunge:"Signore, allontanati da me che sono peccatore" Così Dio si serve di peccatori per compiere la sua opera di grazia, mandandoli in mezzo ad altri peccatori per salvarli attraverso la sua parola. Quante persone sono ritornate ad essere nuove, incontrando gli ambasciatori di Cristo. Anche Paolo, dopo aver perseguitato i cristiani, ora si trova ad essere annunciatore del Vangelo. Per essere testimoni credibili è importante lasciarsi amare dal Cristo, la sua parola accolta purifica da ogni sozzura. Nella seconda lettura troviamo l'annuncio della predicazione di Paolo, Cristo morì per i nostri peccati ed è risorto per volere di Dio, è il nostro credo. E' il credo della Chiesa, quello che noi professiamo, è il credo che da significato alla nostra vita, è il credo che ci permette di amare veramente Dio e i nostri fratelli.

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