Tempo Ordinario - VIII Domenica (Luca) - C

La bocca parla dalla pienezza del cuore

Sir 27,4-17/Sal 91/1Cor 15,54-58/ Lc. 6,39-45

 

Certamente un cieco non può accompagnare un altro cieco. Così come un discepolo non può essere più grande del suo maestro. Pertanto non possiamo correggere il difetto del fratello quando in noi c'è un marciume che ci impedisce la vita. Per correggere qualche difetto nell'altro è importante guardarsi dentro con sincerità, purificando tutto quello che non porta a perfezione. Come non può un albero buono produrre frutti cattivi e viceversa. L'uomo buono sa trarre dal suo cuore ogni bene,mentre il cattivo solamente il male, questo ce lo dice la bocca he parla come è il cuore.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

“ la parola che ci guida e contesta “

La legge di Cristo determina dal di dentro l’attività morale. I suoi precetti scuotono la coscienza, mutano il corso dei pensieri e danno un tale impulso alla volontà che ne scaturisce l’azione. La scelta di fede non è una scelta fatta una volta per sempre. L’insegnamento di Gesù è un insegnamento aperto, dinamio, he immette l’uomo in un cammino che dovrà terminare solo al ritorno del Signore. Ad ogni passo il credente è invitato ad una conversione inaspettata e il cammino prosegue fino al prossimo bivio, da ui bisognerà ripartire. I precetti di Gesù sono ben lontani dall’essere semplicemente delle generiche prescrizioni o delle esagerazioni espresse in maniera esagerata per stimolare la riflessione. Il loro tono è autoritario e accompagnato da ammonimento in modo da far capire che devono essere presi assolutamente sul serio, perché dalla loro accettazione dipende il significato della stessa vita. Nella misura in cui corrispondiamo a tali monizioni, cercando di mantenere nella nostra riflessione i comandamenti e non tanto come oggetti da contemplarsi ma stimoli per una vera azione, si forma in noi una certa mentalità e modo di considerare la vita e un nuovo criterio di valutazione. L’uomo, quando opta per la fede, non scorge davanti a sé un itinerario interamente tracciato, lo scoprirà negli avvenimenti e nella monotonia di tutti i giorni.

1 Lettura: in questo brano troviamo la situazione di colui che non ha provveduto alla sua formazione, infatti l’antica sapienza ci dice che noi conosciamo l’uomo e i suoi sentimenti dal suo modo di parlare. Quando uno non riflette, lo si deduce dai suoi discorsi vuoti. E’ questo un monito a sorvegliare le nostre parole, e più ancora ad acquistare serietà di mente e di cuore. Perciò è bene non lodare mai prima un uomo se non lo hai sentito parlare.

“ Lettura: Paolo ci parla della morte, questa sarà vinta anche in noi con la risurrezione, quando il nostro corpo corruttibile riceverà l’incorruttibilità, quando sarà sottratto al peccato, perché dal peccato viene la morte. La Pasqua di Cristo è la vittoria sulla morte, è importante rimanere e perseverare saldi e irremovibili nella fede.

Vangelo – Spesso ci dimostriamo maestri quando siamo presto pronti a correggere gli altri, siamo a volte giudici inflessibili verso i difetti del prossimo, Cristo ci invita a interessarci prima della nostra perfezione. Vedere le colpe fuori di noi non costa nulla, ma a riformare la nostra vita osta moltissimo. Non siamo chiamati a migliorare che ci sta intorno, ma noi stessi. Molti sono gli insegnamenti che troviamo nel Vangelo, sono per la nostra vita personale.

 

 

Nella prima lettura, Davide perseguitato a morte per gelosia dal re Saul, lascia a Dio il compito del giudizio, pur avendo la possibilità di uccidere il suo rivale. Nella seconda lettura Paolo risponde ai Corinzi che il nostro corpo risorgerà trasformato per essere conforme al corpo di Cristo, per vivere nella gloria del Signore. Lo stile del vero cristiano non può essere soltanto formale e occasionale, come viene presentato nella vita farisaica, ma qualcosa di profondo e vero, da coinvolgere tutto il nostro vivere. Il suggerimento che troviamo nella pagina evangelica, è un profondo insegnamento di vita, il Maestro infatti ci invita a non giudicare il nostro prossimo, ma a verificare prima sempre il nostro comportamento, per non dire ad altri quello di cui noi siamo mancanti. E' un chiaro invito ad essere totalmente sinceri con tutti. La prima lettura ci suggerisce al riguardo di non dire mai nulla di cui possiamo pentirci. Le opere manifestano la grandezza di Dio, e l'uomo può riconoscere il suo Signore attraverso il creato; così pure l'uomo si fa conoscere attraverso il suo operato e il suo linguaggio. La vita cristiana ha come fondamento la speranza della vita eterna, che ci è stata acquistata tramite la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Gesù usa insegnare attraverso le parabole, attraverso queste ci porta a riconoscere il nostro prossimo e a valutare le capacità e le debolezze, senza però autorizzarci a condannare alcuno. La nostra condotta di vita non può essere paragone di vita per gli altri, ma tutti siamo chiamati alla perfezione per vincere le nostre debolezze. Il Vangelo ci dice chiaramente che il discepolo non può essere più del suo maestro, come un cieco non può guidare un altro cieco. Perchè allora ci permettiamo di togliere la pagliuzza nell'occhio del fratello, quando nel nostro dimora una trave? L'albero buono produce solamente frutti buoni, e ogni pianta il proprio frutto. Amare i nemici, significa: "fare del bene" ad essi, rispondere con l'amore all'odio, con la benedizione alla maledizione, con la preghiera ai maltrattamenti, amarli quindi positivamente, non per quello che fanno, ma nonostante e in risposta a quello che fanno, è certamente difficile. Così l'uomo buono trae dal suo cuore il bene, come il cattivo soltanto il male. Non lodiamoci da soli per non essere condannati per la falsità del nostro essere.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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Nel bosco c'è

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per un buon cammino..