Tempo Ordinario - X Domenica (Luca) - C

Giovinetto,dico a te,alzati

1 Re 17,17-24/Sal 29/Gal 1,11-19/ Lc. 7,11-17

Il Maestro è sempre in buona compagnia,tanti sono coloro che lo seguono per ascoltare la sua parola, con i suoi si porta a Naim. Presso la porta della città un corteo accompagna un piccolo alla sepoltura, la mamma piange e si lamenta tra la folla, era figlio unico di madre vedova, un dolore grande per lei che rimaneva sola, Gesù si commuove, ferma il corteo e avvicinatosi alla bara dice al piccolo: "giovinetto, alzati". A quel comando il giovinetto si sveglia e si siede, il Maestro lo accompagna dalla madre e questa unitamente alla folla esclama: "un profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo". Gesù si fa conoscere.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

Gesù in quanto risorto è il Signore. Questo vuol dire che solo attraverso la risurrezione Cristo si è rivelato pienamente Dio e anche uomo.

Con la risurrezione Cristo sale alla destra del Padre, abolisce per sempre i limiti imposti dalla sua ascesa dei pesi della esistenza umana segnata dal peccato e così ha tolto i veli che impedivano di vedere e accettare la sua gloria. Con la sua morte e risurrezione è completata l’incarnazione: la dimensione umana di Gesù si è realizzata in termini umani ed è giunta al suo compimento, cioè il Figlio è divenuto uomo e l’uomo è divenuto pienamente figlio. Credere alla risurrezione significa anche credere che la filiazione divinizzante e la liberazione dal peccato sono ormai una realtà, sono Gesù risorto, che porta ogni uomo che si abbandona sinceramente a lui, alla comunione filiale – trinitaria col Padre. L’esperienza del Risorto è alla radice della vocazione degli apostoli e di Paolo e quindi della missione alla quale sono chiamati.

1 Lettura: L’uomo di Dio richiama alla vita il figlio della vedova di Zarepta, il contatto con il profeta lo rianima, in questo modo riceve conferma la missione di Elia, perseguitato perché annunciatore della parola del vero Dio di fronte agli dei falsi.

2 Lettura: Paolo annuncia il vangelo che ha ricevuto direttamente da Gesù. Lui sarebbe rimasto nella tradizione dei suoi padri, un giudeo molto zelante, ma è la grazia a chiamarlo e a rivelargli Cristo, per questo si confronta con Pietro per verificare il vangelo che annunzia. Anche noi accettiamo il vangelo solo perché è parola di Dio e rivelazione piena del Cristo suo figlio, in quanto amati e scelti per sua grazia ad essere figli attraverso di lui.

Vangelo – Con autorevolezza Gesù richiama alla vita il figlio della vedova di Naim, si commuove per questa donna sola già provata e nel dolore. Si compiono così le profezie che annunziavano il tempo messianico della risurrezione dei morti. La gente se ne accorge: Dio ha visitato il suo popolo. Pur non conoscendo che in Cristo vi è la fonte della vita e che vincerà la morte. Solo dopo la sua risurrezione i discepoli ne prenderanno coscienza. 

 

Gesù compie miracoli e risuscita i morti, solo così viene riconosciuto quale Messia dai suoi contemporanei. Non soltanto dimostra la sua potenza, risuscitando il figlio della vedova, ma annuncia già la sua stessa risurrezione. La resurrezione del Cristo è fondamento della nostra fede, anche Paolo nelle sue catechesi ricorda che: noi predichiamo Cristo, e questi morto e risorto. Anche la professione della nostra fede ci fa recitare: " credo nella resurrezione della carne e la vita eterna " è infatti per la potenza della morte e risurrezione di Cristo che questi nostri corpi saranno chiamati alla vita nuova. Più volte nel Vangelo troviamo: "Io sono la resurrezione e la vita". La resurrezione sarà per tutti coloro che sapranno aderire alla vita del Cristo e al suo Vangelo. Nella prima lettura troviamo il profeta Elia che risuscita il figlio della vedova di Zarepta, e questo solo per dimostrare che nulla è impossibile a Dio. La preghiera del profeta è ascoltata da Dio, che risponde alla preghiera del profeta che loda l'accoglienza che gli è stata prestata da questa donna. Attraverso questo segno la vedova riconosce che Elia era veramente un uomo di Dio. Paolo nella seconda lettura manifesta la sua gratitudine a Dio, perchè si è rivelato direttamente a lui dopo la sua risurrezione chiamandolo ad essere apostolo dei popoli pagani. Gesù conferma che lui è venuto a portare la gioia e la pace anche attraverso questo miracolo della resurrezione del figlio della vedova. Luca ci fa capire che Gesù rivela la sua profonda delicatezza e sensibilità d'animo, certamente riflesso della tenerezza del cuore del Padre celeste: vedendo quella vedova accompagnare il suo unico figlio all'estrema dimora, "ne ebbe compassione e le disse: - non piangere!". Rivela nello stesso tempo la divina e sovrana potenza di Gesù. Basta la sua parola, perchè egli è "il Signore". Il Vangelo conferma che molti vedendo questi segni particolari, cominciano a credere il lui. I miracoli sono motivo per confermare la fede, e anche i suoi discepoli incominciano a credere in lui.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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