Tempo Ordinario - XI Domenica (Luca) - C

Le sono perdonati i suoi molti peccati,perchè ha molto amato

2 Sam 12,7-10.13/ Sal 31 /Gal 2,16.19-21/ Lc. 7,36 ; 8,3

Una sera presso la casa di un fariseo Gesù si trova commensale, in quella casa, entra una peccatrice, molto conosciuta, che, piangendo, bagna con le lacrime, i piedi del Maestro e li asciuga con i suoi capelli. Il fariseo rimane turbato perchè pensa che se Gesù, fosse un profeta, conoscerebbe quella donna, e vorrebbe evitargli la figuraccia. Gesù conosce quel pensiero e racconta la parabola di due debitori che dovevano molto al loro padrone e i loro debiti vengono cancellati. Chiedendo poi, chi dei due avrebbe amato di più il padr

one, la risposta è ovvia: colui che doveva di più questa donna ha fatto tutto quello che tu non hai fatto nei miei confronti con segni di ospitalità, ne lavato i piedi, ne il bacio d'accoglienza, perciò i suoi peccati sono perdonati. La tua fede ti ha salvato, dice. Chi è costui che perdona, si domanda il fariseo.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

L’uomo è peccatore, deve crederlo per sentirsi morto alla grazia, ma ugualmente deve credere all’amore di Dio che ci è offerto in Gesù. La salvezza deriva dalla nostra fede nella persona di Cristo. Chi si lascia amare gratuitamente da Dio, senza suo merito, vive, anzi diventa capace di amore per affrontare le difficoltà della vita. L’esperienza che abbiamo del perdono ricevuto è l’esperienza del grande amore di Dio. Il peccato più grande perdonato rivela l’amore più grande. L’essere perdonato è il motivo più forte per amare di più Dio e il prossimo. Più del pane, noi abbiamo bisogno del perdono di Dio per vivere, perché è amore. Il peccato è radice di alienazione, il perdono di Dio è la vera forza di liberazione dell’uomo e l’uomo diventa liberatore. Il mondo attende rinnovamento, ma i giornali riportano ogni giorno situazioni di malvagità e le sofferenze dell’uomo. Nel mondo c’è un grande sforzo per renderlo più umano, si cerca di liberare l’uomo dall’ignoranza, dalla fame, dalle malattie e dallo sfruttamento. Ma tutto questo non basta. Il male da cui l’uomo deve essere liberato è dentro l’uomo. Attraverso il sacramento del perdono il cristiano incontra l’amore di Dio che perdona e rinnova, ritorna così ad essere figlio di Dio e fratello di ogni altro uomo. Accostarsi al sacramento è aprirsi ad accogliere l’amore efficace di Dio e impegnarsi a portare amore.

1 Lettura: la predicazione di Natan è ferma e chiara, il re viene condannato e accusato dei suoi crimini, ma la condanna non è l’ultima parola. Questa è lasciata alla misericordia, il re peccatore riconosce la colpa e si pente. In ogni uomo è presente Dio e ogni peccato è contro di lui. Il perdono viene solo da Dio, dal perdono deve sorgere una vita nuova.

“ Lettura: siamo salvati per la comunione col Signore crocifisso per il fatto di essere anche noi crocifissi con lui. Aver fede è entrare in intimità viva e reale con lui. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Per questa unione siamo giustificati. Se riteniamo di salvarci da soli, noi annulliamo il valore del sacrificio di Gesù.

Vangelo – La donna del Vangelo è certamente una peccatrice, ma nel suo cuore attraverso i gesti di affetto verso Gesù è sorta la fede e il vero amore. Ti sono perdonati i peccati, è la parola più rassicurante e più preziosa della vita. L’ospite del Vangelo, sicuro di se e rozzo che non si sente peccatore non può capire il perdono, tanto da non ricevere la grazia fatta alla peccatrice. Questo fariseo può anche essere pulito, ma il suo cuore è chiuso all’amore, è soddisfatto solo di sé. La più grande sventura è di sentirsi sempre giusti, non bisognosi di misericordia.

 

 

Abbiamo già celebrato la domenica della divina misericordia la seconda domenica di Pasqua, ma la liturgia ancora oggi ci presenta il tema dell'amore di Dio. Ogni volta che l'uomo riconosce il suo peccato, e quindi si pente del male fatto a se stesso e alla comunità, Dio non lo respinge da se, ma lo chiama per dimostrargli tutto il suo amore.
Così sentiamo anche nella prima lettura attraverso la confessione di Davide: "Ho peccato contro il Signore..." L'apostolo ci ricorda che noi non siamo salvi per le nostre buone opere, ma solo per la fede che portiamo in Cristo. Fede = identificazione con Cristo: vivere, pensare, parlare come Cristo. Sebbene la nostra debolezza è grande, altrettanto grande sarà la misericordia di Dio nei nostri confronti, se noi crediamo. Nel Vangelo abbiamo ascoltato le parole di conforto e ugualmente di perdono, sono le parole di Gesù: "la tua fede ti ha salvato..." In questo piccolo quadretto del Vangelo si legge umiltà e fede. Fede, nel cercare il Maestro e nel credere che sia il Messia. Umiltà, nel piangere i propri peccati e riconoscere la propria debolezza. La parabola odierna presenta in maniera chiara l'opera della misericordia di Cristo. Quando uno si riconosce veramente peccatore e si sente amato, cercato, e perdonato, certamente il suo ritorno alla vita di grazia sarà facilitato. Anche il Fariseo si è accorto della gaffe fatta nell'accogliere il Maestro, sono mancati i segni dell'ospitalità. La peccatrice, sebbene in casa altrui, col suo comportamento ha dimostrato amore verso il Maestro con quei segni di conversione. Così il Maestro ha accolto questi suoi segni di pentimento e la rimanda perdonata. Ogni volta che Gesù compie un segno che l'uomo non capisce, si affacciano tante domande: Chi è costui che perdona? Non è solo Dio che può perdonare? Certamente Dio perdona attraverso il Figlio, attraverso il suo ministro. Ma ogni persona offesa è chiamata ugualmente a perdonare. Oggi è scomparso il senso del peccato e del male, e l'uomo è contrariato nel suo vivere.

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