Tempo Ordinario - XVI Domenica (Luca) - C

Marta lo accolse...Maria si è scelto la parte migliore.

Gen 18,1-10/Sal 14/Col 1,24-28/ Lc. 10,38-42

Nel suo pellegrinare per portare la buona novella alle genti,troviamo Gesù che è spesso invitato a cena. Ci troviamo a Betania, due sorelle accolgono il Maestro. Maria è tutta intenta ad ascoltare, Marta invece è occupata a preparare qualcosa. Quando Marta si lamenta per questa sua situazione, il Maestro risponde semplicemente: Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta. L'ascolto e la meditazione della parola sono la forza per l'uomo che vuole conoscere e seguire più da vicino la vita del Maestro. Come si può proibire una simile vocazione promossa dalla forza dello Spirito che è amore e chiama alla sequela?

TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

 

Gesù quando è accolto da amici di lunga data, non si comporta come un ospite ordinario: esige attenzione all’essenziale del suo messaggio, cioè ascolto, mettersi in atteggiamento di accoglienza e ricettività, piuttosto che dare. Perché è nell’ascolto che si entra in comunione con lui e si è trasformati. Chi si preoccupa nel dare più che nel comunicare, rimane estraneo. Gesù è il forestiero che vuole la rinuncia totale, colui che getta basi solide all’amore legato al riconoscimento degli altri come diversi da sé. Questo forestiero è venuto fra i suoi; ma questi non lo hanno accolto. Ancora, colui che muore sulla croce è il forestiero per eccellenza, ma è rigettato da tutti, è tanto forestiero che i pellegrini di Emmaus, dopo la sua risurrezione, non lo riconoscono sulla strada, ma solamente nell’ospitalità che gli offrono. L’ospitalità cristiana è accoglienza della presenza sconvolgente dell’altro nella propria vita e accettazione dell’altro, anche nemico, della fedeltà al comandamento nuovo. Ospitare l’altro è accogliere Cristo. Siamo chiamati a diventare prossimi di ogni uomo ricordando la parola del Signore: quanto avete fatto …lo avete fatto a me.

1 Lettura: Negli ospiti che Abramo accoglie on animo aperto e premuroso si rivelala presenza di Dio. La generosità del patriarca è premiata con la promessa di un figlio. A chi bussa alla nostra porta per chiedere un favore siamo chiamati a riservare attenzione, ascolto e finezza, mentre spesso la tentazione è di mandarlo via perché lo riteniamo uno sconosciuto e scocciatore.

2 Lettura: l’apostolo vede e sente le sofferenze della sua vita apostolica come una continuazione della passione di Cristo, da cui il mondo è stato salvato e che rappresenta la sostanza del Vangelo. Egli soffre per la Chiesa di cui è ministro, cioè servitore per la missione ricevuta. Servire è non dominare e predicare il mistero del Cristo.

Vangelo – Gesù è accolto con premurosa ospitalità in questa casa. Tale premura dice l’amore per Gesù fatto di opere per vincere la nostra egoistica pigrizia. Marta sembra quasi rimproverare Gesù che non si è accorto del suo impegno e dell'atteggiamento di Maria che sembra disinteressarsi del lavoro che l'accoglienza richiede da parte di coloro che ospitano. Maria si dedica subito all’ascolto perché ha capito il valore dell’ospite. Non è questo una perdita di tempo: Gesù conta più di ogni altra cosa. Questo segno di gradita ospitalità Cristo stesso la trova nel fatto che Maria si metta alla mensa della sua parola dove è lui che offre il cibo che vale più di tutti gli altri.

La liturgia di questa domenica ci parla del tema dell'accoglienza, sia nella prima lettura che nella pagina evangelica. Abramo, padre dei credenti, fu un modello perfetto di questa virtù,per la premura e la generosità con la quale accolse i tre ospiti,nei quali riconoscerà Dio e i suoi angeli. Gesù elogia la sorella di Lazzaro, Maria, perchè si è messa in ascolto, e quasi rimprovera Marta per la sua invadenza anche se in realtà si è messa in atteggiamento di servizio per accogliere l'ospite. Come mai, ci domandiamo, questo comportamento di Gesù, che sembra il contrario di ciò che abbiamo ascoltato nella prima lettura,per l'attenzione premurosa di Abramo per i suoi tre ospiti, gli viene promessa una discendenza. Abramo, sappiamo è ormai avanti negli anni come pure sua moglie. Il Vangelo ci presenta la vera accoglienza che è ascolto e non servizio. Dove c'è amore, c'è ascolto ci vuole dire Gesù, il servizio è secondario, perchè la Parola di Verità ha la precedenza su tutto. Nell'ascolto veniamo a conoscere chi è l'ospite e quindi le sue necessità. Anche i doveri domestici sono doveri, ma non possono sopraffare impegni più profondi ed urgenti. Anche se nessun maestro di quei tempi, ammettevano le donne come discepoli, e Gesù compie un gesto senza esempio riconoscendo alla donna una dignità pari a quella dell'uomo. Nella parabola del buon samaritano abbiamo capito come costui si sia messo in ascolto del bisognoso, vedendolo offeso e a terra, poi si è messo a servirlo. Ascolto e servizio, contemplazione e azione devono integrarsi per esprimere la maturità della nostra fede. Come l'uomo non è fatto solo per la preghiera, così non è fatto solo per l'azione, ognuna di queste attività aiutano lo sviluppo della sua personalità. Tanto è vero che Paolo dice che il tempo della sua prigionia non è stato inutile, impedito di operare si è dato all'orazione, offrendo la sua sofferenza per il bene della comunità. Ogni volta che sappiamo accogliere Cristo, riconosciamo la presenza di Dio nelle persone e: Dio ci comunica sempre qualcosa, Dio ci chiede aiuto e ancora, Dio in Cristo, ci chiede sempre di seguirlo. Nella sua vita terrena Cristo ha ascoltato il lamento dell'uomo, gli si è avvicinato e con la sua parola ha soddisfatto ogni loro esigenza.

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