Tempo Ordinario - XX Domenica (Luca) - C

Non sono venuto a portare la pace, ma la divisione.

Ger 38,4-6.8-10/Sal 39/ Eb 12,1-4/ Lc. 12,49-57

Grande è il desiderio di Gesù che il fuoco da lui portato divampi con energia. Certamente questo è il fuoco dell'amore. Il suo annuncio è motivo di divisioni o di scelte, e non piace. Eppure si è sempre presentato come Messia di pace. La divisione si opera per causa Sua: nelle famiglie ci sarà separazione a causa della Sua parola, altri poi la osteggeranno. L'insegnamento è chiaro, come l'uomo è capace di distinguere il cambiare della natura, così dovrebbe essere in grado di accogliere i momenti di grazia che il Signore sta operando in lui, invece spesso la rifiuta. Dobbiamo giudicare con serenità quello che è veramente giusto senza mai rifiutarlo, perchè è dono per noi.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

Le parole di Gesù hanno un profondo realismo, perché il suo regno creerà nuove divisioni. Chi lo accoglie non entra nella pace paradisiaca, ma prova in se stesso la guerra e la divisione. Egli non può accettare l’ambiguità del compromesso, non può vivere il bene e il male, trovare un accordo tra il vero e il falso, non può neppure affidarsi alle certezze umane, dove abbandonare continuamente la terra delle tranquille abitudini per l’incertezza di una terra che non possiede. E’ cosa strana che la fede in Cristo crei nemici, ponga ostacoli. Questo è vero perché l’amore e la verità hanno nella croce il loro prezzo e la loro verifica. Non c’è vero amore che porti con sé la sofferenza, non c’è verità che non ferisca. Se l’amore è dono gratuito non può non essere distacco da se stessi. Se la verità è scoperta non può non essere un giudizio sulle nostre azioni, un impegno per nuovi e più scomodi orizzonti. Il profeta è colui che annuncia la verità profonda dei fatti. Poiché la realtà dei fatti è l’azione imprevedibile di Dio che muove verso la libertà, essa suscita nell’uomo il dubbio, la paura del rischio, l’opposizione con cui l’orgoglio e il peccato si manifestano. Dalla verità nasce l’incertezza perché l’uomo si affida alla prudenza umana piuttosto che rivolgersi a Dio.

1 Lettura: Geremia è perseguitato e condannato perché il suo messaggio non è conforme ai disegni dei capi. La ragione è semplice: egli trasmette la parola di Dio, il quale richiama la necessità di affidarsi a lui e non ai propri ingannevoli calcoli, di convertirsi e di non credere che l’esilio è lontano e che Gerusalemme non sarà distrutta. Il profeta sopporta ma non recede, alla fine viene fatto risalire dalla cisterna, figura del Risorto. Chi si affida a Dio non è destinato a perdersi.

2 Lettura: Gesù è modello di coloro che si affidano a Dio, è l’autore della fede, così si abbandona e affronta la morte in croce, donandosi per compiere la volontà del Padre. Avremo sempre persecuzione per la fede anche dentro di noi. La sua passione ci sostiene e ci stimola.

Vangelo – Gesù è preso dalla tensione di compiere la sua passione, di portare a termine il disegno di salvezza. Viene a portare il fuoco che purifica e discrimina, lo Sp. Santo. Il Vangelo divide in quanto esige una decisione e una presa di posizione. In questo senso porta non la pace ma la guerra. Davanti a Cristo si operano scelte non per legami di sangue, ma perché lui è l’assoluto.

 

Sono venuto a portare il fuoco; il fuoco è simbolo della presenza di Dio, ricordiamo il roveto ardente e le fiammelle della Pentecoste. Questa presenza opera purificazione, libertà dalle indifferenze e manifesta pubblicamente le falsità nascoste. E' il fuoco che separa il bee dal male, fuoco che spaventa per la sua potenza devastatrice, fuoco che affascina tanto da incuriosire Mosè. Il fuoco è sempre uguale e nel contempo sempre nuovo. Certamente il Cristo parla del fuoco della salvezza, dell'amore e della pace. Il fuoco di Dio è un fuoco esigente, chiede infatti un forte impegno di vita spirituale, chiede coraggio, perseveranza, dedizione in ogni cosa. Come si è presentato il fuoco dell'amore di Gesù nella sua vita, così vuole essere il fuoco della presenza di Dio in noi per la nostra vita. Il desiderio di Gesù è che questo fuoco divampi, deve essere accolto oggi, non domani, non un altro giorno, la salvezza ti è offerta oggi, domani non potrai avere più tempo o occasione. Perchè rimandare sempre le cose che il Signore ci propone? Il Vangelo ci porge parole di pace, solamente a una condizione, che non sia considerata come espressione di quieto vivere, cioè di ozio. Se Cristo offre la sua misericordia, chiede anche da parte nostra una continua lotta contro il male, e la nostra continua conversione. E' Lui che sostiene la nostra debolezza, attraverso la sua grazia e la sua presenza. Ogni volta che preferiamo Dio alle cose di casa, si manifestano malumori tra i parenti, la scelta è sempre motivo di discussioni e divisioni. Così chi obbedisce al Signore si mette sempre contro i familiari. Il cammino di conversione alla fede, è sempre una forzatura per il nostro io, è una fatica da superare, ma può diventare anche l'emozione di un incontro atteso, anche se la meta è invisibile, ma sicura. Cristo può essere considerato come la bussola sicura per il nostro cammino, il suo amore è un fuoco che ci scioglie e ci sostiene nel cammino della vita.

L'uomo giusto è sempre incompreso, ce lo dicono le tre letture di questa celebrazione. Geremia è gettato in una cisterna ad affondare nel fango, perchè dice quello che pensa Dio. Il Cristo, il Giusto per eccellenza, è presentato come colui che ha dovuto sopportare "una grande ostilità da parte dei peccatori". E nel Vangelo, è contestato, perchè Gesù rimprovera alla sua gente che non sa giudicare il tempo presente, cioè non lo riconoscono il Messia presente, mentre riconoscono facilmente il ritmo delle stagioni.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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