Tempo Ordinario - XXVI Domenica (Luca) - C

Hai ricevuto dei beni, ora lui è consolato e tu sei nei tormenti

Am 6,4-7/Sal 145/ 1Tm 6,11-16/ Lc.16,19-31

L'insegnamento di Gesù è chiaro, tanto che ai farisei raccontò di un uomo molto ricco che vestiva di lusso e banchettava lautamente. Ogni giorno un mendicante alla sua tavola aspettava di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla sua tavola, ma per lui nulla. Solo i cani leccavano le sue ferite sanguinanti. Un giorno il ricco morì e si trovò nei tormenti, e guardando in alto vide il mendicante nella gloria; chiede aiuto una goccia d'acqua, ma è impossibile, tra il cielo e il luogo dei tormenti non c'è comunicazione. Chiede che uno dai morti vada ad ammonire i suoi fratelli perchè non caschino anch'essi in quel tormento. C'è solo una risposta: ascoltino i profeti! Ora sappiamo che coloro che vivono egoisticamente non ascoltano,neanche se uno parlasse dal regno dei morti.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

Nella parabola viene mostrato come la prospettiva del futuro abbia peso sull’oggi e come il rapporto dell’uomo con l’uomo abbia un riflesso con il suo definitivo essere innanzi a Dio. Il Vangelo è una forza dinamica di trasformazione e di cambiamento continuo. L’avventura dell’amore, inaugurata da Cristo e proseguita dopo di lui, con l’uomo che acconsente alla legge della libertà, ha di fatto causato una progressiva trasformazione dei rapporti tra gli uomini. Il Vangelo non è un manifesto rivoluzionario e tanto meno un programma di riforme sociali. E’ qualcosa di più e di più essenziale. Il Vangelo non ci insegna nulla sulla rivoluzione. Sul piano degli obiettori e dei mezzi, i cristiani e gli uomini di pace devono fare appello alle risorse della ragione umana, scientifica e morale; devono entrambi ricercare soluzioni efficaci, anche se i comportamenti possono divergere. I cristiani, presi nell’avventura dell’amore che accettano di vivere in Cristo e alla sua sequela, dovranno essere più attenti a fare in modo che essa non degeneri in oppressioni e nuovo legalismo. Il Vangelo è denuncia di ogni ordinamento ingiusto e rivelazione delle cause profonde dell’ingiustizia.

1 Lettura: Amos è il profeta che denuncia con forza le ingiustizie sociali, il lusso sfrenato che offende la povertà, le spensieratezze sfrenate dei perditempo. Questa gente, dice, andrà in esilio, in testa ai deportati. Le cose della terra passano, ma rimane il giudizio e la condanna divina.

2 Lettura: L’apostolo enumera quali devono essere le qualità di coloro che guidano la comunità, questi devono essere esemplari nella loro condotta: miti, caritatevoli, coraggiosi nell’annunciare la fede perché devono dare una buona testimonianza, conservare integro il Vangelo in attesa del ritorno del Signore.

Vangelo – L’uomo ricco, dal cuore egoista e soddisfatto dei suoi beni pensa che la sua condizione continui a lungo. Alla sua morte viene collocato tra i tormenti. Ugualmente rovesciata è la condizione del povero Lazzaro che trova consolazione. Per non essere nella condizione di condanna è importante ascoltare la parola di Dio, usare cioè le ricchezze con distacco e porre un’attenzione ai bisognosi. La ricchezza porta ad una chiusura del cuore, è importante distaccarsene.

 

"Hai ricevuto beni nella tua vita, Lazzaro invece..." Il profeta Amos presenta la falsa sicurezza che hanno i grandi della terra e i mette in guardia perchè la ricchezza non perverta il nostro cuore e lo allontani dalla fonte stessa della ricchezza che è Dio. Anche Paolo, nella seconda lettura raccomanda al giovane discepolo e vescovo Timoteo di vivere sempre orientato all'insegnamento di Cristo. Coloro che appartengono al Cristo, non devono limitare il loro orizzonte soltanto ai beni della terra, ma devono essere sempre pronti a combattere la battaglia della fede, con coraggio e fiducia e on lo sguardo rivolto alle cose del cielo. "Se siete risorti con Cristo, cercate le..." Il Vangelo ci presenta la parabola del ricco e del povero Lazzaro, la morte cambia loro la situazione di benessere. Oltretutto non conosciamo il nome del ricco, ma solamente quello del povero, ciò sta a significare che Dio conosce i suoi poveri. La parabola è un invito ad ascoltare la Parola e ad usare le ricchezze con attenzione e distacco, guardando e provvedendo agli ultimi. Ogni nostra attività, ci dice il Vangelo, sarà motivo di valutazione per il nostro ultimo destino. Certamente nessuno vuole allontanarsi da Dio, per questo è importante saper accogliere e vivere la sua parola. Dio, in modi e tempi diversi ci chiede di cooperare con Lui, tocca a noi cogliere e capire il segno che ci manifesta. Chi partecipa della mensa del Signore, non può non essere attento ai bisogni dei fratelli, il nostro egoismo e la nostra chiusura nei loro confronti sarà motivo di condanna sull’amore non praticato. La fede senza le opere è morta.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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