Tempo di Pasqua - III Domenica (Luca)Soltanto a cena in Emmaus, riconoscono il Signore

At 2,14.22-23/Sal 15/ 1 Pt 1,17-21/ Lc. 24,13-35

I discepoli di Emmaus, incontrarono Gesù, lungo la strada del loro ritorno a casa, sconfortati per tutto quello che era successo in Gerusalemme. Il loro è un cammino buio e pieno di incertezze; soltanto nell'ascoltare la Sua parola il loro cuore si illumina e i loro passi acquistano sicurezza. Lo riconoscono però,soltanto nell'atto dello spezzare il pane, ma Lui sparisce. Anche noi incontriamo Gesù, lo ascoltiamo nell'assemblea liturgica quando ci parla per mezzo della Sua Parola, tanto da aprirci il cuore alla gioia e lo riconosciamo quando viene spezzato il pane per noi: Lui è presente "Questo è il mio corpo" sentiamo dire, e ugualmente "questo è il mio sangue". Noi nella fede, diciamo Amen. Cioè, diciamo pubblicamente la nostra fede, e ne gioiamo e ugualmente cresciamo. Noi lo riceviamo,ci nutriamo di Lui perchè è pane per la vita, e lo riconosciamo ancora presente e vivente, nei segni della vita quotidiana vissuta con Lui, per Lui e per il bene di tutti.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Il Cristo risorto è sempre presente nella Chiesa, specialmente nei sacramenti “pasquali” cioè l’eucarestia. In essa noi lo riconosciamo come il Cristo crocifisso e risorto, che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio nel mondo. Lo riconosciamo non separati l’uno dall’altro, ma insieme. La comunità che si raccoglie per spezzare il pane, è il segno “dell’umanità nuova pacificata nell’amore”, l’amore che deriva dal Figlio di Dio, “vittima di espiazione per i nostri peccati”. Siamo fratelli, dotati dell’identica e della più grande dignità che è quella di essere figli di Dio. Parte da qui la carità vicendevole e la speranza di comunione un giorno con Cristo.

1 lettura: “Cristo crocifisso è risorto”. Pietro non è certamente tenero con i suoi connazionali: “avete rinnegato .. e avete ucciso l’autore della vita”. Tuttavia non per questo la situazione di colpa è irreparabile. All’origine c’è stata l’ignoranza, ci dice Pietro; e Dio ha così portato a termine l’annunzio profetico. Gesù ora è sorgente di salvezza. Importante è pentirsi, cambiare vita, ricevere il perdono dei peccati. Non c’è nessun stato irreparabile di colpa, dopo che è morto in croce ed è risorto. Accostiamoci a lui con una vera volontà di conversione e ritroveremo la grazia. Oggi stesso è necessario il perdono, ed è offerto dalla gratuità di Dio.

2 lettura: “Gesù è vittima di espiazione dei peccati”. Giovanni ci offre due insegnamenti: il primo riguarda Gesù “avvocato presso il Padre”. Quindi nessuna disperazione, neppure di fronte alle colpe più gravi. Il secondo, l’apostolo ci precisa che non si conosce Dio se si resta al di fuori dei comandamenti. Lo si conosce se lo si ama, ossia se si aderisce alla sua volontà. Quando la Parola abita in noi l’amore di Dio è perfetto; il che significa: è autentico e maturo, concreto.

Vangelo – “Cristo doveva patire e risuscitare il terzo giorno”. Solo vincendo la resistenza dell’esperienza più ovvia e comune gli apostoli acquistano la certezza che colui che appare non è un fantasma, ma è proprio Gesù, che ha “carne ed ossa”, che mangia una porzione di pesce arrostito. Gioia, stupore, incredulità si assommavano nel loro animo. Alla fine la convinzione diviene sicurezza fondata, cioè conforme al contenuto della Scrittura, che era rimasto precluso se non è Cristo che apre la mente all’intelligenza delle Scritture, noi possiamo anche impararle a memoria, senza però capirle. Capire è incontrare Cristo nel suo mistero di passione, morte e risurrezione e quindi di salvezza dell’umanità. Secondo il mandato del maestro, i discepoli saranno i testimoni nel mondo degli eventi della Pasqua: testimonianza e insieme proclamazione, celebrazione e conformità di vita.  

 

Dopo aver guarito lo storpio presso la porta del Tempio, Pietro tiene un solenne discorso, in questo suo, notiamo due comportamenti: a - nella prima parte è piuttosto severo nei confronti del popolo di Gerusalemme, lo accusa di aver rinnegato e consegnato Gesù nelle mani di Ponzio Pilato e uccidendo così il Signore della vita. b - nella seconda parte li scusa per aver agito per ignoranza; dicendo però che Dio lo ha risuscitato da morte e invitandoli in ultimo a pentirsi e a cambiare vita, perchè siano cancellati i loro peccati. Nella narrazione dell'evangelista, l'episodio appena letto accadde la sera di Pasqua. Gli apostoli parlano delle cose avvenute in quella giornata: sepolcro vuoto, apparizione alla Maddalena, a Pietro e Giovanni al sepolcro vuoto, la visione da parte di alcune donne di Angeli che annunciano che cristo è vivo. L'evangelista poi presenta anche alcuni stati d'animo: stupiti e spaventati, turbati e dubbiosi, provavano una grande gioia e non riuscivano ancora a credere ed erano stupefatti. Sono stati d'animo derivanti da chi si trova all'improvviso davanti a un fatto gioioso e possiamo anche dire straordinario quasi incredibile appunto come la risurrezione. Ma troviamo il saluto del Risorto "pace a voi "che non è solo augurio, ma la pace propria di colui che l'annuncia e che è pienezza d'ogni bene. Subito il Risorto li rassicura che è proprio lui, di non temere, guardate: "sono proprio io" e fa vedere le piaghe e li incoraggia a toccarlo. Per dar maggiore conferma del suo essere vivo mangia con loro pane e pesce arrostito. E' veramente risorto nel suo corpo, ora certamente già corpo glorioso al quale nessun elemento può essere d'impedimento, di questo gli apostoli sono i primi testimoni qualificati. Dopo queste prove "una grande gioia", ogni dubbio e perplessità scompaiono dalle loro menti. Dio ha adempiuto ciò che aveva annunciato per bocca dei profeti "sono queste le parole...che si compiono le cose scritte in Mosè e nei profeti". Questo richiamo è importante per conoscere la volontà di Dio e percorrere la strada per giungere a Lui, conoscere le sacre Scritture. Nel suo nome saranno predicate a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati. Messaggio questo che troviamo nelle Scritture e che Gesù ha sottolineato con la sua vita.

 

 

 

Questa domenica ci suggerisce di cercare la presenza del Signore fra noi mentre siamo riuniti per la frazione del pane, nel quale anche noi, così diversi, come i due di Emmaus, ci sentiamo uniti e pellegrini verso la vera patria. La nostra maniera di vivere deve essere diversa, proprio perché noi siamo riscattati non a prezzo di argento e oro. Il denaro è l’unico mezzo che fa la potenza e spesso noi tendiamo a valutare gli eventi e anche le persone in funzione del loro potere economico. – Non doveva forse il Cristo patire tali cose? – ci ripete Gesù che si fa viandante con i due discepoli, mentre noi ci raduniamo per ascoltare e interpretare le Scritture e per condividere il pane fra di noi per formare un solo corpo? – Lo riconobbero nello spezzare il pane – è questo il gesto che è rimasto nel loro cuore, e che permette loro di riconoscerlo, deve essere anche per noi motivo per rimanere con lui. Noi infatti incontriamo Gesù nell’assemblea, dove ascoltiamo la sua parola che ci riscalda il cuore e spezziamo il pane che ce lo fa riconoscere presente e vivente nei segni della nostra vita quotidiana. Nella prima lettura troviamo la conferma della fede dei discepoli:”non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere”. Anche noi come – riscattati -, non siamo più in preda ad un timore servile, ma animati dall’amore filiale verso Dio, che è divenuto per noi fondamento incrollabile della nostra speranza.

2 Lettura - Pietro nella seconda lettura ci ricorda che: - siete stati liberati con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza macchia -. Il cristiano è chiamato a riconoscere la sua nuova dignità sapendo di essere stato riscattato dall’amore che ha sparso il suo sangue.

Vangelo - troviamo come i discepoli di Emmaus sono guidati da Gesù a rileggere la Scrittura e a trovarvi che la passione sopportata dal Signore, per entrare nella gloria, non è stata un incidente imprevisto e contrario al piano di Dio, ma ne è stata il compimento. Osserviamo poi che Gesù è riconosciuto alla frazione del pane, all’eucarestia: là è avvertita la sua presenza e la sua compagnia. Spiegazione e frazione del pane: è già la nostra messa, cui prendiamo parte per poter compiere con Gesù la nostra Pasqua.

 

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