Tempo di Pasqua - IV Domenica (Giovanni)Gesù si presenta come Buon Pastore

At 2,14.36-41/Sal 22/ 1 Pt 14,7-9/ Gv. 10,1-10

Più volte il Vangelo ci presenta Gesù, come il pastore, attento e premuroso verso il suo gregge che il Padre gli ha affidato. Oggi il Maestro si presenta anche come la porta dell'ovile, con questa immagine certamente vuole aiutarci a comprendere che il Lui si adempiono le antiche sacre scritture. Lui è quindi il Pastore lungamente annunciato e atteso. E' Dio stesso che sceglie, una guida per il suo popolo, sviato da tanti falsi pastori. Essere la porta per le pecore, vuole dirci che, chi entra e esce per essa è al sicuro. Questo entrare e uscire, vuol anche indicare fiducia nei Suoi riguardi e, vivere in piena comunione con Lui, condividendo il progetto che il Padre ha messo nelle sue mani, in modo da formare una sola famiglia, guidata da un unico pastore. Il pastore ha certamente a cuore la vita e la sicurezza di tutto il suo gregge. Il buon pastore, non è come il mercenario, lui attende soltanto il salario, ma non si cura del gregge, il vero pastore dà la sua vita per le sue pecorelle.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

Siamo un gregge guidato da un pastore, Gesù risorto. Ora si tratta di seguirlo con sapienza e costanza, di riconoscere la voce e di lasciarsi condurre da lui mentre siamo “ fra le insidie del mondo “. Saremmo sprovveduti se chiudessimo gli occhi su queste insidie o se pensassimo di potercene preservare da soli. Come pastore, Cristo ci guida alle sorgenti della vita: è vita la sua parola, lo sono i suoi sacramenti, che ci risanano e ci legano a lui. L’immagine del gregge richiama quella dell’unità di una sola famiglia. L’unità dipende anche da ciascuno di noi, nella misura in cui supera e vince tutti i motivi di divisione, anche i più nascosti.,

1 Lettura: “ Dio ha costituito Gesù – Signore – “ Non è Pietro, con un suo personale potere, a compiere il miracolo sull’uomo storpio, ma è il Signore Gesù che agisce in lui. Quel prodigio è il segno di una salvezza che investe tutto l’uomo e che è destinata a tutti gli uomini. Gesù di Nazareth, crocifisso e risorto, è in assoluto il salvatore degli uomini. Si era creduto di trascurarlo, di rigettarlo come inutile nella costruzione della storia, e invece ne appare la pietra angolare, senza della quale l’edificio crolla. Vale anche per la nostra vita personale: senza la presenza di Cristo, sarebbe il fallimento totale.

2 Lettura: “Vedremo Dio così come egli è”. Partecipiamo alla gioiosa constatzione di san Giovanni: Dio ha avuto per noi un amore impensabile, al punto che non siamo solo di nome ma di fatto figli suoi. E lo siamo già adesso, in virtù della vita divina, la grazia, che ci unisce a lui, anche se all’esterno ancora non appare tutta la nostra dignità; anche se portiamo ancora i segni del nostro legame alla terra; anche se non mancano limiti e sofferenze. Però siamo in attesa della manifestazione completa del nostro essere, quando si rivelerà e si attuerà la conformità completa a Dio e quindi a Cristo, e vedremo Dio viso a viso.

Vangelo – “Il buon pastore offre la vita per le pecore”. Gesù è il pastore perfetto, il modello dei pastori. Egli è legato alle pecore dalla conoscenza personale e dall’amore che giunge al dono della vita per loro. Gesù ci conosce non genericamente ma singolarmente, per un rapporto unico; così come unico e singolare è sempre il rapporto d’amore. Per ciascuno di noi egli ha fatto il dono della sua vita. Ne’ il suo è stato un dono costretto e forzato dall’esterno. Senza la libertà non ci sarebbe amore. Egli ha donato la sua vita nella morte e l’ha ripresa nella risurrezione. Ora riscontriamo questo dono nell’eucarestia, dove soprattutto Cristo ci offre il suo amore e si istituisce la nostra comunione di vita con lui.

 

Io sono il buon pastore, non quindi un mercenario, questa è una delle tante presentazioni di Gesù. In tutta la Scrittura, Dio si manifesta come il vero pastore del suo popolo, lui lo guida, lo protegge, lo libera dai pericoli. Nell'A.T. i capi di Israele erano chiamati mediatori. Dio provvede un discendente a Davide che sarà vero pastore, in Gesù la promessa viene a concretizzarsi nel Messia che libera, raduna e protegge. Gesù viene chiamato buon pastore, perchè offre la sua vita, è disposto quindi a rischiare per difendere il suo gregge. Il pastore conosce, ciò indica comunione che si è creata tra il pastore e il suo gregge, e le pecore conoscono a sua volta la sua voce. Immagine più bella per esprimere un rapporto tra Gesù e i suoi (Chiesa) non si trova, essi sono stati amati e quindi chiamati, possono ora conoscerlo ed entrare in comunione con la sua vita. Compito dei pastori è proteggere, ciò è possibile quando il gregge rimane unito al suo pastore. E' sempre il pastore il primo ad agire, il gregge ascolta e risponde. Ascoltano la voce - anche perchè ci sono altre pecore che entreranno a far parte del gregge - e anche per queste il pastore è disposto ad offrire la sua via. L'immagine del gregge presenta bene l'unità della Chiesa fondata su Gesù = Giudei e Pagani. La conoscenza del gregge nei confronti del pastore è risposta all'iniziativa di Cristo che offre la sua vita. Compito del pastore è costruire comunità libere capaci di scegliere e seguire Cristo. Il pastore è presentato anche come l'amico che ti prende per mano e ti accompagna. Compito del gregge è quello di saper ascoltare e accogliere la Parola che è Cristo, vero pastore.

 

1 – La nostra esperienza riguardo del Risorto deve passare attraverso una familiarità di vita che ci permetta di conoscere la sua voce fra le tante dal mondo. Le nostre celebrazioni e feste non servono a nulla se non viviamo per la giustizia, se non seguiamo con fedeltà l’unico pastore che ha dato la sua vita per il suo gregge. Nella Chiesa celebriamo oggi la giornata della Vocazione, è un appello a vivere la propria vocazione cristiana, come battezzati credenti nel Signore risorto e ad aprirci alla sequela più vicina a Cristo; a scoprire il significato e il valore delle vocazioni speciali, all’interno della Comunità, che sono una risposta alla missione stessa del buona pastore, che è venuto per dare la vita in abbondanza. Dobbiamo aprirci a queste esigenze della Comunità Chiesa, che nascono dall’amore del supremo Pastore che chiama le sue pecore a una per una per condurle al pascolo. Preghiamo allora perché il nostro ritorno al Pastore sia più autentico e costante. Lui è il vero Pastore che fa la guardia, perché nessuna delle sue pecorelle si perda.

Nella prima lettura leggiamo la fede degli apostoli che riconoscono come Gesù sia il vero inviato del Padre: “Dio lo ha costituito Signore e Cristo”. Il fatto pasquale della morte e risurrezione non riguarda solo il Cristo, ma è anche un fatto che coinvolge tutti gli uomini nella loro realtà esistenziale di peccato, di conversione e di integrazione di questo nuovo popolo redento.

Nella seconda lettura troviamo Pietro che ci ricorda: “siete tornati al Pastore delle vostre anime”. Seguire Cristo come credenti significa aver l’atteggiamento riconoscente di chi riconosce di essere salvato solo da lui, e di riconoscerlo ancora come il custode e la guida sicura.

Il Vangelo –Gv.10,1-10. Ci dice che Pastore della Chiesa è Gesù: è lui a guidare i credenti. E’ la pota delle pecore, attraverso la quale esse passano per entrare nell’ovile e per uscire al pascolo. Gesù è mediatore. L’arca della redenzione è tutta ricoperta dalla sua opera. Dal suo sacrificio, essendo venuto a dare la vita e a darla in abbondanza con il dono di se stesso. Cristo è l’antitesi del ladro, dello sfruttatore. Il Risorto è il Pastore della Chiesa: è lui che essa ascolta; di lui segue il cammino. Attenzione a non seguire altre voci e altri capi: sono estranei tutti quelli che non passano da lui.

 

 

2 -  La liturgia di questa quarta domenica di Pasqua, ricorda nei tre cicli liturgici, il Buon Pastore che conduce il suo gregge verso l'unico ovile: la casa del Padre. Gesù si presenta come l'unica e vera porta possibile per entrare nella vita di Dio, per cui il gregge che entra tramite Lui, entra nella vita nuova. Lui si fa guida, cioè compagno di viaggio, Lui condivide ogni momento di vita con il gregge che il Padre gli ha affidato; il sole infuocato, l'arsura, il freddo notturno, la fame per la mancanza di pascoli, ecc... Lui è Pastore, le conosce e le chiama per nome, una per una, e per ciascuna consegna un messaggio di vita. Nel condurle al pascolo, le precede, ed esse lo seguono, perchè lo conoscono. Sappiamo che vi sono anche altri falsi pastori i quali non si curano del gregge, ma solamente del salario, e fuggono se vedono arrivare il pericolo. Sappiamo ancora, ce lo dice il Vangelo, che non tutti passano dalla porta (da Cristo), questi vengono per rubare o per distruggere il gregge. La 2a lettura ci presenta l'esortazione dell'apostolo a ritornare al guardiano delle nostre anime, cioè a Cristo, seguendo con fedeltà la sua parola. Molti, presenti per la Pentecoste, riconoscendo la parola di Gesù, nel discorso di Pietro, sentendosi trafiggere il cuore per tutto quello che era accaduto, si fanno battezzare, ricevendo così il dono dello Spirito, convertendosi totalmente alla nuova dottrina. E' a questa folla radunata che Pietro chiede una sincera conversione del cuore, tanto che in tre mila rispondono al suo appello e alla fede. Il Buon Pastore è colui che con il suo sacrificio ci ha aperto le porte del Regno, ora per entrarvi ci è chiesto una sicura corrispondenza. Lui si è fatto per noi Via, ci propone la Verità da accogliere per avere la Vita.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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