XI Solennità - San GIUSEPPE – anno A . B . C

Più volte il Vangelo ci parla dello sposo di Maria, chiamato Giuseppe. Ci viene presentato come un diretto discendente del casato di Davide dal quale il popolo ebraico attendeva il Messia liberatore.

Giuseppe ci appare soprattutto come un uomo giusto che, nelle difficoltà della sua vita, ha saputo fidarsi di Dio e credere fortemente alla sua parola.

Giuseppe ha rinunciato ad una paternità naturale per accogliere quella creatura affidatagli da Dio, tanto che è stato inserito profondamente nel piano di salvezza col prendersi cura del Figlio di Dio. Giuseppe si è sempre mosso con una fede viva in Dio, ha ascoltato e fatto tutto ciò che gli veniva chiesto, accoglie pertanto Maria, come sua sposa, anche se non comprende quello che Dio ha operato in lei.

Nella prima lettura attraverso il profeta Natan, ci viene ricordato che il Messia uscirà dal casato di Davide, egli prenderà il trono regale per dominare per tutti i secoli. Dio vuole portare a compimento la sua promessa attraverso Gesù, per mezzo di Giuseppe, padre legale, anche lui discendente di Davide.

Anche il salmo ci ricorda e ci fa ripetere che Dio è fedele alle sue promesse.

La seconda lettura ci presenta la promessa di Dio, questa è rivolta non tanto ad una discendenza secondo la carne, ma a chi accoglie la sua parola.

La liturgia applica a san Giuseppe l’elogio che l’apostolo fa della fede di Abramo: “sperò contro ogni speranza”.

E’ solo per questa fede che Giuseppe viene chiamato “uomo giusto”.

Vangelo. – Anche Giuseppe, come Maria, accoglie la missione che Dio gli affida, e rinunziando alla generazione secondo la carne riceve il figlio che nasce dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, al quale darà il nome e farà da padre. La santità di quest’uomo deriva proprio da questa docile e fattiva accoglienza di colui che chiamerà Gesù e che custodirà ed educherà per la missione del Salvatore.