VIVERE una FEDE Autentica

 

E’ questo il messaggio che troviamo nell’invito rivolto dai Vescovi, alle loro chiese particolari (le Diocesi), per dire come la Chiesa tutta, senta impellente il bisogno di vivere una fede autentica, ricercando questa grazia donata insieme ad un cammino di conversione, per rispondere sempre meglio e vivere una fede gioiosa e impegnativa.
E’ quindi un invito accorato ad un impegno e alla speranza.
Questo tempo di grazia e conversione insieme, è invito ad:”avere sempre presente Gesù nella nostra mente”, “a possederlo vivo nel cuore”, con tutta la Chiesa, attraverso una testimonianza sempre viva di una vita che parli solo e unicamente di amore e servizio, nella fedeltà al Vangelo. Per realizzare questo programma di conversione è fondamentale irrobustire la fede, abbandonando i vari compromessi che la distanziano e con una vita insignificante fatta e vissuta di sole abitudini. La fede vissuta, umile e operosa, testimoniata con coraggio e offerta generosamente, può rigenerarsi continuamente per offrire entusiasmo e gioia.
In questo cammino per rigenerare la fede è importante nutrirsi di una assidua catechesi della Chiesa e di una preghiera che non stanchi, ma umile e attenta.
Il Papa suggerisce un cammino particolare in quest’anno della fede:
“sia un pellegrinaggio nei deserti del mondo…dove portare con sé l’essenziale (Vangelo e fedeltà alla Chiesa)”.
Solo attraverso questo cammino nei deserti del mondo è possibile rinnovare la nostra vita comunitaria e la nostra vita personale; è dalla testimonianza viva di fede delle comunità che si sviluppa e rinnova la nostra fede personale.
L’anno della fede ci permette di seguire passo passo Gesù, attraverso il tempo liturgico vissuto nella Chiesa, dall’Avvento, al tempo di Quaresima, alla Pasqua del Signore e, dopo la Pasqua con gli avvenimenti della Ascensione, della Pentecoste, (dono dello Spirito del Signore alla sua Chiesa), le frequenti apparizioni dopo la sua risurrezione, perché i discepoli credessero in lui risorto, (luogo della gloria) e, successivamente attraverso il tempo liturgico ordinario, dove ascoltiamo l’insegnamento lasciato ai suoi apostoli e i segni da lui compiuti per manifestare la sua potestà su tutto a favore della debolezza dell’uomo peccatore, debole, povero, del piccolo e dell’indifeso.
Ogni incontro con Cristo, che noi riconosciamo come Persona viva, accanto a noi, nasce il desiderio di condividere con altri fratelli la gioia provata con la sua presenza vissuta attraverso la preghiera, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dell’Eucarestia e nel ricevere in noi il suo Corpo e Sangue, dato come nutrimento per la nostra salvezza e segno del suo grande amore per tutti noi. Tutto
questo ci aiuta, attraverso la nostra vita di fede, a far conoscere a coloro che si sono allontanati, a quanti ancora non lo conoscono in modo che anche loro possano sperimentare la gioia dell’incontro con Cristo che offre una vita nuova.
La fede cambia la vita.
Se il tempo di grazia e di conversione è accolto e vissuto con entusiasmo e vivo interesse, la vita del credente assume uno stile nuovo di comportamento dove la gioia trabocca, non attraverso parole, ma nelle opere della carità che sono garanzia di una viva e vera testimonianza di una fede provata e vissuta fino in fondo; è un fare qualcosa di serio nella nostra vita e per la nostra vita. Questo tempo di grazia ci permette ancora di passare all’altra riva, lo leggiamo nel Vangelo, quanto Gesù sentiva impellente il compito di annunciare la buona novella anche ad altri, si spostava continuamente da un luogo all’altro per consegnarsi a tutti.
Passare all’altra riva, per noi, sia un seguire Gesù, il maestro e Signore, colui che ha parole di vita eterna e ci conduce a possedere la vera gioia da comunicare ai fratelli in ricerca.
In questo anno della fede dobbiamo rifarci al cammino dei Magi, veri cercatori di Luce, per confermare la loro fede hanno percorso un lungo cammino seguendo una “luce”; la stella cometa che li accompagnava e si eclissava dove non c’era libertà per la loro ricerca, ma subito presente per guidarli. E’ solo nella notte che riescono a scoprire la vera Luce nel volto di quel bambino avvolto in fasce e deposto nella
mangiatoia, il volto divino del Dio fatto uomo.
Si offrono a lui porgendo i doni che avevano con sé e che esprimono la grandezza e l’ufficio che avrebbe esercitato, lui mandato dal Padre, il Dio onnipotente.
E’ la notte che porta consiglio, la notte in cui riconosciamo la nostra debolezza assunta dal Verbo, la nostra povertà vissuta generosamente dal Dio uomo, per affidarci alla “Luce”, quella vera che illumina e rischiara le tenebre che ci nascondevano all’amore e che fa brillare in noi la gioia della fede che è accoglienza piena del suo nome.
E’ il nostro cammino quotidiano che può portare sempre più all’incontro con Cristo, se lo vogliamo, se seguiamo i sentieri che il Vangelo ci propone, se ci affidiamo totalmente al Cristo, nostro fratello e compagno di viaggio.
Quali sono le domande e quale sia la risposta che possono muoverci, per affrettarci in questo cammino di rinnovamento e di ricerca, non sono lontane dal nostro cuore, l’esigenza d’amore e di gioia necessari per vivere la fede. Dove va l’uomo oggi? I Magi, vanno a Betlemme,
come hanno letto scritto dal Profeta, solo a Betlemme è possibile trovare quella Luce che si propone per la nostra vita gioiosa, essi la accolgono manifestando la loro adesione in quel donarsi insieme ai doni portati da lontano.
Anche noi ritorniamo a Betlemme, anche se non abbiamo doni, per accogliere il dono dell’amore che si manifesta in modo che la nostra fede in quel bambino cresca in noi con maggior responsabilità e profitto, è l’amore di Dio Padre dato per tutti noi.

 

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per un buon cammino..