DIO Creatore del cielo e della terra

La nostra fede ci porta a CONFERMARE CHE DIO, oltre che Padre onnipotente,

è Creatore del cielo e della terra..

Dio disse.
E’ con questa espressione, ripetuta per ben dieci volte nel primo libro della Bibbia (Genesi), che Dio crea ogni cosa, ed a ogni cosa creata, per sei volte, viene detto: “ è cosa buona “.
Solamente al settimo giorno Dio riposa, è questo giorno di comunione e di festa, dopo aver creato l’uomo, Dio aggiunge: “è cosa molto buona”.
Con questo linguaggio così semplice, ci viene suggerito come tutto quello che Dio crea è bello e buono, perché comprende sapienza e amore, è opera di Dio che ha in se ordine e armonia.
Dio si manifesta come Padre attraverso la creazione, è Lui l’origine della vita e, creando manifesta tutta la sua onnipotenza.
Lui stesso si prende cura di tutto ciò che ha creato, tutto è sotto la sua protezione con un amore che non verrà mai meno. Noi guardando alla creazione possiamo riconoscere la grandezza e la bontà di Dio e muoverci verso la fede proclamando Dio come Creatore.
Dalla Parola di Dio furono fatti i mondi. (Sal 19).

La Potenza di Dio.
Il salmista recita: “Dalla Parola del Signore furono fatti i
cieli…perché egli parlò e tutto fu creato…” (Sal 33). La vita si
manifesta, il mondo è formato, perché tutto obbedisce alla Parola divina. La Bibbia non è un manuale di scienza, vuole solamente farci comprendere la verità autentica delle cose, e cioè che il mondo non è un insieme di forze contrastanti, ma ha la sua origine e stabilità nella ragione eterna di Dio, che sorregge l’universo.
Il nostro credere è che alla base di tutto ci sia questa Ragione di Dio, che da forza alla nostra vita e un coraggio per affrontare l’avventura stessa della vita. La nostra origine, ci dice la Scrittura, non è l’irrazionale, ma la ragione e l’amore e ancora la libertà.

Vertice della Creazione.
Il vertice dell’intera creazione, abbiamo capito, è l’uomo e la donna, cioè l’essere umano, perché solo lui è capace di conoscere e quindi amare il suo Creatore. (G. et Spes. 12)
L’essere umano, creato con amore da Dio, è ben piccola cosa davanti all’immensità dell’universo e, di questo, noi stessi ce ne siamo resi conto guardando le distese del firmamento. Ma noi conviviamo con la grandezza di ciò che l’amore di Dio ha voluto per noi.

Progetto di Dio sull’uomo.
La Genesi (2,7) afferma che Dio formò l’uomo con la polvere della terra. Dobbiamo subito dirci che noi non siamo Dio, non ci siamo fatti da soli, ma che veniamo da una terra buona, perché buono è il Creatore che ci ha plasmati.
Tutti gli esseri umani sono quindi polvere, un’unica umanità plasmata con l’unica terra di Dio. Solamente attraverso il soffio vitale di Dio, noi abbiamo avuto origine, quell’alito da vita al corpo modellato dalla terra. (Gen 2,7). Ma l’essere umano è fatto ad immagine e somiglianza di Dio (Gen 1,26), in noi portiamo l’alito vitale di Dio, rimaniamo quindi sotto la sua particolare protezione. L’uomo essendo immagine di Dio, non è chiuso in se stesso, ma è chiamato a relazionarsi con Dio. Dio creando l‘uomo lo colloca nel giardino ove è
presente l’albero della conoscenza del bene e del male e il serpente (Gen 2,15).
Il giardino è luogo della sicurezza, che nutre e sostiene, dove l’uomo è chiamato a riconoscere il mondo non come luogo da saccheggiare, ma come dono, come segno della volontà salvifica di Dio, dono da coltivare e custodire, da sviluppare nel rispetto, seguendone i ritmi secondo il disegno di Dio. (Gen 2,8)
Il serpente è l’ingannatore, colui che pone dubbi, lui stesso non nega Dio, ma sprona l’uomo a ribellarsi alla Parola di Dio per prenderne il posto. La tentazione di costruirsi da soli il mondo in cui vivere, di non accettare limiti del bene e del male, dal dipendere dall’amore creatore di Dio, attraverso la menzogna, mettendosi al suo posto, tutti gli altri rapporti vengono alterati.
In questo modo, l’altro, lo vediamo come un rivale e una minaccia: così Adamo, cedendo alla tentazione, accusa subito Eva.

Conseguenza della disobbedienza.
I nostri progenitori, dopo avere assaggiato la disobbedienza, corrono a nascondersi dalla vista di Dio, prima con Lui conversavano in amicizia (Gen 3,8), il mondo per loro non è più il giardino dove regnava armonia, diventa luogo da sfruttare, luogo irto di insidie,
così l’odio e l’invidia verso l’altro entrano nel cuore dell’uomo:
infatti c’è rivalità tra i figli di Adamo, Caino uccide il fratello
Abele (Gen 4,3). Quando la creatura va contro il suo Creatore, va contro se stessa rinnegando la sua origine e la verità, il male porta con se una catena di dolore e di morte.
Ma Dio aveva creato l’uomo come creatura buona “molto buona“, soltanto la libera decisione dell’uomo di accettare la menzogna contro la verità, permette al male di entrare nel mondo. Così il peccato genera peccato e i peccati che troviamo nella storia sono tra loro legati.

Il peccato originale.
Sappiamo qual è il significato di questa realtà?
Diciamo subito che nessun uomo è chiuso in se stesso, perché nessuno può vivere solo per se e di se, noi riceviamo la vita dall’altro non solo alla nostra nascita, ma ogni giorno. L’uomo è relazione: l’uomo è se stesso solo nel tu e attraverso il tu, in quella relazione dell’amore con il Tu di Dio e il tu degli altri. Il peccato è turbare, distruggere la relazione con Dio, ma distruggendo la relazione con Dio, che è relazione vitale e fondamentale, l’uomo si mette al posto di Dio. E’ questo ciò che l’uomo ha fatto con il primo peccato, la scelta di se contro Dio, contro le esigenze della condizione di creatura e quindi contro il proprio bene.
Ora tutto è compromesso e turbato, perché il peccato rovina le relazioni, rovina tutto, perché noi siamo relazione. Così fin
dall’inizio è turbata la struttura relazionale dell’umanità, ogni uomo entra in un mondo segnato da questo turbamento, da questo peccato e ne viene segnato personalmente; il peccato iniziale intacca e ferisce la  natura umana. L’uomo non può redimersi da solo, ma Colui dal quale ci siamo allontanati viene a noi e con amore ci tende la mano per riannodare le giuste relazioni. E’ Cristo che compie il percorso inverso a quello di Adamo.
Mentre Adamo non riconosce il suo essere creatura e vuole mettersi al posto di Dio, Gesù, è in una nuova relazione filiale con il Padre, diventa servo, percorre la via dell’umiliazione fino alla morte, per ristabilire ogni contatto tra Dio e l’uomo.
Al vecchio albero del giardino, noi ora guardiamo all’albero della croce, che è la nuova speranza di vita.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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