PECCATORI, ma non CORROTTI.

L'uomo che ha molte occasioni per vendersi, costruisce nel suo cuore un'autonomia fondata sull'inganno e, trascorre la sua vita obbligatoriamente passando tra le scorciatoie del facile interesse,
perdendo ogni stima di sé stesso e anche degli altri.
Il problema della corruzione oggi lo troviamo in tutti gli ambienti
della vita e prospera sempre di più, è quasi una realtà di vita obbligata. Persone e istituzioni oggi, appaiono ai nostri occhi,
entrate in un processo di degrado, hanno perso dignità di essere, di crescere, di servire la società e di tendere alla perfezione. Da
sempre, l’uomo, è entrato in questo fenomeno e in un processo di
morte, e quando la vita onesta muore, c’è vera corruzione.

Peccato e corruzione.

Peccato e corruzione non sono la medesima cosa, sono due realtà ben distinte anche se collegate tra loro. Sappiamo di essere peccatori per nascita, portiamo il segno del fallimento dei nostri progenitori, ma non corrotti. La corruzione sembra essere parte della vita normale della società, se non si svolge così, non si può far strada, non si può ottenere nulla, questo comportamento sempre denunciato, ma nello stesso tempo supinamente accettato nella convivenza sociale.
Giornali, radio e televisione ogni giorno sono pieni di denunce di
corrotti, ma tutto sembra passare sotto silenzio e la società cammina crescendo nel degrado.

La Parola di Dio.

Conosciamo che la debolezza umana, assieme alla complicità, crea il terreno adatto alla corruzione. Non possiamo dimenticare l’aiuto che ci viene offerto dalla Parola di Dio per imparare a scoprire le diverse situazioni di corruzione che ci sono offerte e ci minacciano con lusinghiere seduzioni. Siamo peccatori, lo riconosciamo, per questo ci presentiamo e ci affidiamo alla misericordia di Dio, perché ci aiuti a ritornare a respirare aria di luce, Lui è l’unico che ci ama e sempre attende il nostro ritorno per ristabilirci in una vita nuova di grazia.

I veri penitenti.

Peccatore si è riconosciuto il Pubblicano al Tempio, (Lc 18,13) e
anche Pietro che chiede a Cristo di allontanarsi da lui, perché indegno e peccatore (Lc 5,8), rimuovendo quella sua situazione con le lacrime, nel sentire il gallo dopo il suo tradimento, per paura dei Giudei.
Peccatore , il figlio minore, così leggiamo nella parola del Padre
misericordioso che, riavutosi, si pronuncia: “ho peccato contro il
cielo e contro di te” (Lc 15,21) e non può più continuare la sua
confessione per l’amorosa accoglienza e abbraccio del Padre che gli è venuto incontro.
Peccatori siamo anche noi, ce lo ricorda la Chiesa ogni volta che
iniziamo la nostra celebrazione Eucaristica, che rinnova il sacrificio che ci ha redenti e quindi perdonati, e lo siamo ancor di più, ogni volta che alziamo gli occhi per guardare il Crocefisso, l’uomo innocente che col peccato abbiamo mandato a morte. Ancora e non è l’ultimo troviamo confessioni di peccatori nel re Davide, quando il Profeta gli rivela il suo disordinato stato d’animo. (2Sam 12,13).

La situazione del CORROTTO.

Un cuore corrotto non potrà mai essere richiamato a pentimento,
nessuna parola di Profeta potrà mai smuoverlo, perché talmente
arroccato nella sua autosufficienza, nella soddisfazione che prova da non permettere a nessuno e, tanto meno a Dio, di mettersi in
discussione.
Suo preciso intento è quello di accumulare e solo per sé stesso, in questo modo non arricchisce presso Dio, perché è solo la carità e l’umiltà che ci fanno grandi presso il Signore. (Lc 12,16-21). Ma quando le cose non vanno secondo i suoi piani, il corrotto sa come agire, il Vangelo ce lo ricorda (Lc 26,1-8) con l’amministratore infedele.
Il corrotto costruisce in sé un’autostima su atteggiamenti fraudolenti: usa tutti i mezzi di opportunità, trascurando la sua
dignità e mettendo a repentaglio quella degli altri, ha sempre la
scusa pronta “non sono stato io” e, mantiene una faccia tranquilla da santerello che rasserena.
Il corrotto crede molto al suo operare che impegna tutte le sue energie.
Il corrotto però ha un suo debole, è molto suscettibile, si offende
subito davanti ad ogni critica che gli viene fatta e dice male della
persona in causa e delle istituzioni che l’ha provocata, usa poi tutti i mezzi per screditare l’accusa che ha ricevuto. (Gv 9,34).

Il tormento del corrotto.

Il corrotto solitamente usa perseguitarsi ed è tale l’irritazione che
gli genera una auto persecuzione che riversa sul prossimo, così da auto perseguitato, diventa un acerrimo persecutore. La furia di questi corrotti è descritta da Luca( 6,11) quando si tratta della condanna di Gesù: discutono su ciò che potevano fare per mandarlo a morte e, impongono un potere di terrore verso coloro che gli erano contrari.
(Gv 9,34-35) il corrotto ha paura della nuova luce che deriva
dall’amore di Dio, perché loro vivono come lombrichi nelle tenebre della terra.
Il corrotto gioca con la verità, ma no trova alcuna soddisfazione,
inganna e si ferisce, cospira contro ma è lui il colpevole, corrompe altri per un suo egoistico tornaconto, ma non è mai soddisfatto. Il corrotto è colui che non accoglie e non vuol vedere la luce, il peccatore invece la scopre e si immerge in essa e trova l’amore di Dio che salva.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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