PERCHE' CREDERE

Come pensare l’anno della fede

L’invito del Papa Benedetto XVI è chiaro:
Riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo.

E’ questo il cuore dell’Anno della fede appena iniziato, ricordando come cinquanta anni fa 11 ottobre si apriva il Concilio Vat. II per opera di Giovanni XXIII e insieme si ricorda i venti anni della promulgazione del Catechismo della Chiesa.
Al centro di questo avvenimento è senz’altro l’importanza dell’incontro personale con Cristo, un ritorno alle radici, la missionari età della Chiesa e l’ascolto della Parola.

La prima dimensione di questo cammino può essere la riscoperta della fede e la figura di Gesù per essere innestati in Cristo.
Incontrare Gesù non è un impegno, ma è soprattutto motivo di grande gioia, è testimoniare la gioia di incontrare il Signore e di vivere la fede, è un capire di essere infinitamente amati da Gesù, senza
riserve, per questo dono nasce in noi il desiderio di trasmettere la gioia provata. E’ un far conoscere quell’amore di Gesù per noi che lo ha portato fino alla croce.
Ogni incontro con Gesù è forza che cambia la vita.
Credere significa incontrare amore e libertà per diventare testimoni con una vita piena e realizzata. E’ la continua catechesi svolta in questi anni dal Papa, una catechesi che è diventata una pista sicura per le nuove generazioni, per capire l’anno della fede.
Molte sono le espressioni che si sono susseguite in questi anni, quali: “Spalancate il vostro cuore a Dio, lasciatevi sorprendere da Cristo! – Concedetegli il “diritto di parlarvi”. “Aprite le porte della vostra libertà al suo amore misericordioso”.
La fede non è esperienza “privata” è invito a coltivare il dialogo con il Figlio di Dio, è cercare noi stessi di conoscerlo sempre meglio per guidare in modo convincente anche altri all’incontro con Cristo. E’ fondamentale per questa viva conoscenza un vero amore per la Sacra Scrittura e di conseguenza conoscere la vera fede della Chiesa che ci spiega il vero senso delle Scritture.
Per conoscere la fede il Papa ci ricorda che è fondamentale il Catechismo della Chiesa che in questa ricorrenza del ventennale è necessario riscoprire, per annunciare il Vangelo e testimoniare la fede per camminare in compagnia con la grande famiglia e con tutti i fratelli e sorelle che sono la famiglia di Dio.
Credere è rispondere alla chiamata di Gesù e, la chiave di risposta è nell’entrare realmente in amicizia con lui. Credere è riscoprire la fede della Chiesa che comporta una dimensione comunitaria. Già s. Paolo scrivendo a Timoteo ricorda di non essere pigri nella fede ma a scorgere, in essa, le meraviglie compiute da Dio.
La fede non si esaurisce nell’atto personale del credere.

Non ci può essere il solo “io credo”, perché esso comporta anche la dimensione comunitaria “noi crediamo”. Noi un giorno abbiamo ricevuto la fede – quale grande dono ci è stato comunicato – da qualcuno che la possedeva e da qualcuno siamo anche stati confermati in essa. Noi tutti quindi condividiamo la fede con chi ce l’ha annunziata e donata e con tutti coloro che credono insieme a loro. La fede va quindi condivisa con la Chiesa, nel suo interno, quale popolo di Dio, cioè come unione di fedeli e di pastori.
La fede del cristiano è partecipazione della fede della Chiesa, non è la fede nella Chiesa.

Noi infatti comunichiamo con i credenti attraverso i contenuti della fede, (basta pensare al Simbolo degli Apostoli), cioè crediamo le stesse cose.
Persone di diversa cultura e lingua, attraverso la fede, comunicano tra loro nelle cose più importanti e condividono le domande che da sempre l’uomo si pone: - da dove vengo? – dove vado? – cos’è il bene e il male? – e in ultimo – chi sono io?-.
L’uomo non è chiamato da solo alla salvezza ma lo è all’interno della comunità.
Quando Gesù inizia ad annunciare il Regno, lo fa davanti a molta gente sul monte per richiamare la loro attenzione e la loro risposta, poi chiama a sé il popolo nuovo e, lo fa attraverso la comunità degli apostoli e dei discepoli.
L’individualismo oggi dominante forma una fede – fai da te – che rinchiude ogni cosa all’interno di un soggetto, che invece di portare a conoscere il Cristo, finisce per incontrare solo il proprio io. Gli uomini sono chiamati ad una salvezza che è donata a un popolo costituito su un fondamento solido: questo fondamento si basa su Pietro e la comunità degli apostoli, sono loro il vero fondamento in quanto hanno visto – ascoltato – mangiato con il Signore, hanno vissuto con lui e sono saliti con lui a Gerusalemme, lo hanno visto in croce ma soprattutto lo hanno incontrato il terzo giorno, la sera di Pasqua, realmente risorto affermando che è apparso a Pietro, - capo della comunità – a loro quella sera ha dato il potere di perdonare i
peccati.
Sono questi gli inviati del Signore e, dopo di loro i successori, i vescovi, che continuano l’opera evangelizzando il mondo intero. La fede si esprime con usanze e modi diversi, secondo i luoghi e le culture diverse, ma particolare fondamento rimane la Domenica, giorno della Pasqua settimanale in cui tutti i credenti si ritrovano per fare memoria del Risorto.

 

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 TRANSIT  ORA, MANET  OPERA.

 

Tanto tempo ci è donato nella giornata,

Ritorna con fedeltà ogni volta al tuo lavoro,

Anche se si son fatte molte parole,

Non trascurare di dirne qualcuna appropriata.

Sia il tuo parlare conforme all’operare,

Innanzi al tuo Signore dovrai presentarti per

trovare misericordia del tempo perso.

 

Ogni lavoro sia ben condotto e ordinato,

Ringrazia sempre per consigli che ti sono dati,

Apriti sempre alla gioia con grande interesse.

 

Mani operose e sempre pulite conserva,

Anche se la tentazione a volte è molto forte,

Non portar via quello che non ti appartiene.

Eterna e buona sarà la ricompensa per quello che in

Terra avrai realizzato con cuore libero e sincero.

 

Ora non voltarti indietro per lamentarti del male fatto,

Perdona sempre se vuoi essere perdonato, perché

E’ un buon consiglio quello che ti è annunciato.

Rinnova il tuo cuore ogni giorno per il bene,

 

Avendo davanti a te il tempo, ma non assicurato.

 

 

DAVANTI A TE, SIGNORE
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Nel bosco c'è

la luce

per un buon cammino..