Avvento - I Domenica (Giovanni)

Vegliate per essere pronti al suo arrivo

Is 2,1-5/Sal 121/ Rm 3,11-14/ Matteo 24,37-44

Dio si è manifestato,ed è venuto la prima volta in semplicità,ritornerà una seconda volta,all'improvviso.

Nessuno si aspettava,infatti,la distruzione del diluvio,che iniziò quando Noè,attento alla parola del Signore,si rifugiò nell'arca,da lui progettata,fidandosi,e fu salvo,lui con la sua gente. Così sarà la salvezza per coloro che sanno vegliare,nell'attesa del Signore.

Ora lui non avvisa, perchè la Sua parola ci è stata consegnata,e continuamente il messag- gio viene riproposto dall'annuncio che conti- nuamente la Chiesa ci offre.

Il vegliare,è anche atto di vera fede, perchè si mantiene vivo in noi,quello che ci è stato consegnato. Chi possiede la verità,non deve temere nulla, perchè la Verità ci fa liberi. Queste sono le parole di Gesù,accogliamole nella gioia e rimaniamo fedeli perseverando nel bene.

 

 

  

Tempo d’AVVENTO

 

Il tempo di avvento ha un duplice carattere: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, che commemora la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini; ed è anche tempo in cui, mediante questo ricordo, l’animo fedele deve orientarsi verso l’attesa della seconda venuta del Cristo, alla fine dei tempi, accogliendo e invocando la continua venuta del suo regno nell’oggi della Chiesa. Per questi motivi, il tempo i avvento è tempo di fedele e gioiosa ripresa spirituale, nell’attesa che si compia la beata speranza e il Signore nostro ritorni quale salvatore. La liturgia della parola è caratterizzata da tre figure – guida: il profeta Isaia, Giovanni, il precursore, e Maria, madre del Signore. L’avvento è articolato in due parti: la prima dall’inizio al 16 dicembre, la liturgia sottolinea l’aspetto escatologico dell’avvento e i segni che conducono a riconoscere e a vivere i tempi messianici. Dal 17 al 24 dicembre, essa prepara più direttamente alla solennità del Natale. 


TRACCIA di RIFLESSIONE: 
 

L’inizio di un anno è un guardare al futuro, il popolo di Dio si mette in marcia verso i tempi nuovi inaugurati da Gesù con la sua venuta in attesa che siano compiuti al suo ritorno nella gloria. E’ una tensione di preparazione della seconda venuta attraverso una manifestazione della sua presenza. Il futuro è nelle mani di Dio, è il tempo del Signore, andare incontro al Signore è realizzazione di un mondo migliore.

1 Lettura: E’ il Signore stesso che alla sua venuta radunerà i popoli e donerà loro la pace. Il profeta annuncia che tutti i popoli parteciperanno alla salvezza del mondo nuovo dove Dio sarà la luce che guiderà il cammino.

2 Lettura: Le nostre opere sono necessarie per questa maturazione del disegno salvifico della storia. L’invito a svegliarci e a essere operatori di bene, perché con Cristo la nostra salvezza è vicina.

Vangelo – Siamo invitati a vegliare per accogliere colui che viene a salvarci. La sua venuta nella gloria sarà un giudizio per il mondo intero. La vigilanza è necessaria di fronte alla certezza del giudizio ma anche all’incertezza della sua ora. La scelta, di questo evento, è libera da parte di Dio, perché sarà giudizio di salvezza o di perdizione. Non facciamo troppi calcoli sul nostro domani: sarebbe imprudenza. Bisogna essere sempre preparati: perché quando meno ce lo aspettiamo potrebbe venire il Signore a prenderci. Egli stesso ci ammonisce di essere vigilanti. Diversamente potremmo essere sorpresi dolorosamente come quando senza preavviso un ladro entra in casa nostra inaspettato e fa man bassa delle nostre cose. Se venisse la morte inattesa e ci trovasse senza alcuna preparazione?

 

La padronanza sempre maggiore dell’uomo moderno sulle realtà del mondo, la capacità di possedere di avvenimenti e di ridurli a qualcosa di prevedibile, non lasciano posto per la vigilanza nel senso biblico della parola, ma solo per la previdenza. Il compito che attende tutti gli uomini di oggi è complesso: si tratta di trasformare il mondo, di promuovere le strutture che lo rendano abitabile dall’uomo, di inventare continuamente per superare le grandi sfide che si impongono all’umanità di oggi, quali: la fame, la guerra, l’ingiustizia e altro. Arriverà il giorno in cui tutto sarà previsto e nulla potrà più disturbare la sicurezza umana? L’uomo antico sentiva che gli mancavano le risorse per arrivare da solo al compimento dell’avventura umana, e in questa povertà scopriva il Dio che salva. Il popolo ebreo si sentiva guidato da Dio nella fedeltà all’obbedienza e ne attendeva vigilante la venuta. Per i cristiani l’evento storico di Gesù manifestava talmente – il Signore che viene -, da mobilitare dinanzi a lui tutta la loro attenzione e tutte le loro energie. Gesù appariva il vigilante per eccellenza; suo cibo era fare la volontà del Padre che lo aveva mandato; la sua vigilanza si traduceva nell’interrogare con realismo gli avvenimenti e nell’accogliere l’oggi di Dio nella storia degli uomini. Il Vangelo ci ricorda che compariremo davanti a Cristo giudice: per non essere sorpresi impreparati Gesù esorta a vegliare e a pregare in ogni momento. Buttiamo via tanto tempo; se lo utilizzassimo di più per la preghiera e il raccoglimento, faremmo un gran bene a noi stessi e anche agli altri, vicini e lontani.

1 Lettura:il profeta ci ricorda che alla nascita di Gesù le promesse fatte da Dio al popolo d’Israele si realizzano: nasce in mezzo a noi la giustizia, un uomo che porta in se la santità di Dio, un uomo senza peccato, dal quale scaturirà la grazia e l’innocenza per ogni uomo.

2 Lettura: Paolo ci dice che se cresciamo nell’amore reciproco, aperto a tutti, allora saremo irreprensibili, non avremo in noi motivo di rimprovero, quando riapparirà il Signore con tutti i suoi santi. La nostra preoccupazione è quella di piacere a Dio e di distinguerci dagli altri non per stranezze o singolarità, ma per una buona condotta.

 

 

Si apre davanti a noi l'itinerario dell'avvento che segna l'inizio del nuovo anno liturgico. La liturgia della parola di oggi, ci invita a fissare lo sguardo del nostro cuore verso il compimento di tutta la storia. Tutte le tre letture insistono su questo: "Alla fine dei giorni" dice il profeta Isaia, "la notte è avanzata e il giorno è vicino", afferma Paolo, "non sapete quando il Signore vostro verrà" ci avverte Gesù nel Vangelo. La Parola di Dio sembra voler dire che il nostro presente prende consistenza e forza dal futuro verso cui siamo orientati e vigiliamo. Perchè vigilare? La seconda lettura e il Vangelo rispondono a questa domanda. Perchè è urgente prepararsi all'incontro con il Signore. Ciò significa "svegliarsi dal sonno" dell'inconsapevolezza, del lasciarsi vivere, del fare come tutti per non rischiare più di tanto. San Paolo ci invita a vivere consapevolmente nella fede il nostro oggi, rivestendoci del Signore Gesù, "indossando" i suoi sentimenti perchè aderiscono alla nostra vita e gli imprimano la sua firma. Il Signore Gesù nel Vangelo ci avverte di non fare come i contemporanei di Noè che "mangiavano, bevevano" e non si accorsero di essere immersi nel suo amore per loro, tutti presi dalle loro cose e non da lui! Non lasciamoci occupare il cuore dalle cose da fare dimenticandoci dove siamo diretti, che senso ha la nostra vita: è dono e non possesso egoistico. Colui che ce l'ha donata senza il nostro permesso, ci donerà anche di incontrarlo. Sarà un incontro imprevisto ed improvviso come quello di un ladro se non l'avremo atteso e preparato, oppure quello con il Signore della nostra vita se avremo vissuto l'esistenza come relazione profonda con lui! Ciò che conta non è sapere "quando" il Signore verrà, ma l'essere pronti fin da ora ad accoglierlo nelle quotidiane sorprese del suo Amore per noi! 

 

 

  

“Vegliate, perché non sapete in che giorno verrà il Signore…”

Si apre davanti a noi l’itinerario dell’Avvento che segna l’inizio del nuovo anno liturgico. La liturgia della parola di oggi, ci invita a fissare lo sguardo del nostro cuore verso il compimento di tutta la storia. Tutte le tre letture insistono su questo:” Alla fine dei giorni “ dice il profeta Isaia, “ la notte è avanzata e il giorno è vicino “, afferma san Paolo, “ non sapete quando il Signore vostro verrà “ ci avverte Gesù nel Vangelo. La Parola di Dio sembra voler dire che il nostro presente prende consistenza e forza dal futuro verso cui siamo orientati e vigiliamo. Perché vigilare? La seconda lettura e il Vangelo rispondono a questa domanda. Perché è urgente prepararsi all’incontro con il Signore. Ciò significa “ svegliarsi dal sonno “ dell’inconsapevolezza, del lasciarsi vivere, del fare come gli altri per non rischiare più di tanto. San Paolo ci invita a vivere consapevolmente nella fede il nostro quotidiano, rivestendoci del Signore Gesù, “indossando” i suoi sentimenti perché aderiscano alla nostra vita e gli imprimano la sua firma. Il Signore nel Vangelo ci avverte di non fare come i contemporanei di Noè che “mangiavano, bevevano” e non si accorsero di essere immersi nel suo amore per loro, tutti presi dalle loro faccende e non da lui! Non lasciamoci occupare il cuore dalle cose da fare dimenticandoci dove siamo diretti, che senso ha la nostra vita: è dono e non possesso egoistico. Colui che ce l’ha donata senza il nostro consenso, ci donerà anche di incontrarlo. Sarà un incontro imprevisto ed improvviso come quello di un ladro se non l’avremo atteso e preparato, oppure quello con il Signore della nostra vita se avremo vissuto l’esistenza come relazione profonda con Lui! Ciò che conta non è sapere “quando” il Signore verrà, ma essere pronti fin da ora ad accoglierlo nelle quotidiane sorprese del suo amore per noi!   

 

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