- IV Domenica di Avvento – C (Luca)

Ecco,concepirai un figlio e lo darai alla luce -

Mi 5,1-4/Sal 79 /Eb 10,5-10/ Lc. 1,39-48

Ormai prossimi al Natale troviamo Maria che si mette in viaggio per trovare e assistere la parente in attesa di un bambino. Elisabetta, ricolma della presenza dello Spirito proclama Benedetta fra tutte le donne, questa sua parente, Maria. Ma ancor più benedetto dice, è il figlio che porta nel grembo. Perchè questa tua visita? Ma la cugina capisce quale dono porta con sé Maria, infatti nel Suo seno dimora già il Figlio dell'Altissimo. Maria canta la sua gioia,ed esprime nel canto la sua riconoscenza al Suo Creatore, che ha voluto tramite Lei portare e far conoscere il Suo Amore per tutti gli uomini,perchè nell'accogliere il Suo divino Figlio entrino a far parte del Suo Regno.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 

Il Figlio dell’Altissimo nel farsi figlio di Maria, ama farsi precedere e annunciare dai poveri e dagli umili: vuole cioè circondarsi di semplicità e verità. Betlemme è la più piccola fra le città di Giuda, che avrà l’onore di dare il Messia promesso dai profeti, colui che estenderà il suo regno di pace fino agli estremi confini della terra. Umili e pastorali sono anche le origini del re Davide. Il futuro Messia è presentato più come il discendente del re Davide, pastore di Betlemme, che non del Davide glorioso della città regale. Umili e poveri sono i primi portatori della speranza e della salvezza. Così è Maria nei riguardi di Elisabetta. Per la stessa umiltà e povertà Elisabetta illuminata dalo Sp. Santo, riconosce in Maria la madre del Salvatore, e proclama il mistero che si è compiuto in lei. E Maria, prorompendo nel canto del Magnificat, per le grandi ose operate in lei e per la grazia concessa alla sua parente, dice: il Signore – ha guardato l’umiltà della sua serva-. La salvezza promessa a Israele è già incominciata con l’incarnazione del Messia.

Vangelo – l’elogio che Elisabetta fa di Maria è per la sua fede. Tra tutte le donne in maniera singolare Maria riceve la benedizione divina perché si è affidata totalmente a lui – ha creduto nell’adempimento della parola del Signore -.Ella porta Gesù e la sua vicinanza è già causa di grazia: Giovanni sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta, sterile, ma resa feconda per ono del Signore. Quanto a Maria non riconosce in sé merito alcuno. Tutto quello che in lei è avvenuto è pura benevolenza di Dio, che usa agire liberamente, operando i suoi prodigi nei poveri e negli umili, in quelli che il mondo non conta e non considera: Dio ha operato non nella grandezza ma nell’umiltà di Maria.

1 Lettura: Michea non canta la grandezza visibile, di cui tengono sempre conto il giudizio e la recensione umana. Ciò che fa grande Betlemme è il fatto che da essa uscirà la regalità che si richiama a Davide. A Betlemme gli Angeli canteranno la pace e proclameranno il Vangelo quando vi nascerà Gesù, dalla Vergine Maria.

2 Lettura: in questo brano leggiamo che l’unico sacrificio gradito a Dio è quello di Gesù, la sua obbedienza, disponibilità a fare la volontà del Padre. Questa offerta di obbedienza e di amore, ci purifica dal peccato, non ha più bisogno di essere ripetuta.

 

 

 

E' bello rileggere nella fede l'oracolo di Michea, che otto secoli prima annuncia già la nascita del Messia in quel di Betlemme, città del pane, dove i saggi dell'oriente riconoscono in quel bambino il Re dei re e offrono doni. E' un oracolo che porta la gioia e la liberazione. Oggi noi non riusciamo neppure a capire, perchè ci diciamo liberi, ma per un popolo ridotto alla schiavitù, l'annuncio di libertà è motivo di vita e di salvezza. E' salvezza anche per noi, quando il nostro cuore è preparato ad accogliere con umiltà e docilità il dono offerto. Abbiamo bisogno di luce per capire in noi la presenza del Signore, tanto che il salmo ci ha fatto ripetere: "fa splendere il tuo volto e salvaci". Il volto di Dio è quindi salvezza, è il vero e unico volto dal quale possiamo ottenere misericordia. E' volto che dice: umiltà e consacrazione, perchè Dio si dona tutto per noi. Quel volto che noi troviamo manifestato e realizzato appieno nella vita di Gesù; Lui è la forza e la vita del Padre che si è dato a noi, questo messaggio ci è ricordato nella seconda lettura appena ascoltata. "Un corpo mi hai preparato" La pagina del Vangelo si presenta come un quadretto di tenerezza e di fede viva. Maria, dopo l'annuncio, si porta senza indugio presso la cugina Elisabetta per aiutarla; è infatti vicino per lei il tempo di partorire. La presenza di Gesù, nel grembo della Vergine, è percepito dal piccolo di Elisabetta, Giovanni, che fa sentire la sua gioia sgambettando nel suo grembo, tanto che Elisabetta esplode in quel: "benedetta tu...e il frutto del tuo grembo". Nello stesso tempo manifesta anche la sua meraviglia:" a che debbo che la Madre del mio Signore, venga a me?" Beata te che hai creduto...(questa è la prima beatitudine che troviamo nel Vangelo) è questo il messaggio che noi dobbiamo accogliere per credere come Maria. Abbiamo sentito, Maria va premurosamente a visitare la sua parente. Il motivo è colto dal racconto dell'annunciazione: quando Maria espone la sua difficoltà di fronte al messaggio che ha ascoltato e dice:"come è possibile?" L'angelo risponde in due modi diversi. Da una parte assicura che il bambino che le nascerà è opera dello Spirito di Dio e dall'altra l'informa che l'anziana parente attende un bambino. Maria accetta questo segno e si affretta a visitare la cugina Elisabetta. Questa scena del Vangelo unisce così i destini del Battista e di Gesù, indicandone anche le grandi differenze fra loro. Giovanni, ricevendo la visita di Gesù, si rallegra nel seno della madre, è la gioia d'Israele che esulta per la venuta del suo Messia-Signore, ed Elisabetta glorifica Maria per la sua fede. Maria è fortunata perchè ha creduto, cioè, perchè ha lasciato che lo Spirito di Dio s'impadronisse della sua vita e la fecondasse. Poche ore ormai ci separano dal Natale, è tempo di accogliere e vivere la nuova vita che ci viene offerta. Ogni vita che si manifesta sulla terra con una nuova nascita è sempre un dono nuovo e segno di grande gioia, è il miracolo della natura voluto da Dio, questa è la gioia delle gioie, è l'esplosione dell'amore di Dio che si manifesta. Lui ci vuole come Lui è, è Grazia che non possiamo trascurare, è grazia che non possiamo rifiutare. Abbiamo sentito, Maria va premurosamente a visitare la sua parente, noi vogliamo ancora tardare?. Elisabetta loda la fede di Maria, e Maria canta il suo Magnificat, la grandezza di Dio che capovolge le situazioni, uniamoci anche noi a Maria, lodando e attendendo il Signore che viene.

 

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