Quaresima - III Domenica (Giovanni)

III Domenica di Quaresima - La Samaritana - A

Es 17,3-7/Sal 94/Rom 5,1-2.5-8/ Giovanni 4,5-42

Presso Sicar si trovava il pozzo di Giacobbe,lasciato al figlio Giuseppe. Un giorno Gesù passando, vi trova una donna che attinge acqua, e le chiede da bere. La donna samaritana, non gradisce la richiesta di Gesù, perchè tra Giudei e Samaritani, non esistono buoni rapporti. Gesù si presenta dicendole: "se tu sapessi...l'avresti chiesto a lui.." Attraverso il dialogo, Gesù porta a sè ogni persona e li conduce alla fede. Il dialogare, permette di scoprire la Verità. Gesù conosce la vita di questa donna, e lo dimostra, e lei, è stupita del fatto. Di tutto ciò la donna ne parla con i suoi concittadini, e tutti si meravigliano e si avvicinano per conoscere quest'uomo e quindi Dio, e lo accolgono. Il Signore conosce profondamente la nostra vita, e non possiamo resistergli. Come allora molti accettarono la Sua parola,così anche noi oggi dobbiamo avere fede nel Suo aiuto, perchè è Grazia che ci salva.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 

Il tema dell’acqua di cui in modo particolare ci parla la Scrittura, ci invita a rivivere il significato del battesimo da rinnovare a Pasqua attraverso il linguaggio simbolico. L’acqua che scaturisce dalla roccia è segno dell’azione di salvezza da parte di Dio; i fiumi d’acqua, che sgorgano dal Tempio, come ci dicono i profeti, sono segno della presenza dello Spirito che Cristo promette agli uomini. La sete dell’uomo è placata dal Cristo che “ardeva di sete della fede della donna samaritana he chiedeva l’acqua per la sua sete, da acendere la fiamma dell’amore di Dio in lei”. Col battesimo deve sprigionarsi una continua sete di Dio e quindi del suo inviato, per abbandonarsi totalmente alla sua parola. Nel racconto del Vangelo possiamo scorgere un saggio di educazione alla fede, perché il colloquio “sorgente d’acqua viva che zampilla per la vita eterna”, può essere il modello della nostra preparazione alla Pasqua.

Nella prima lettura in quella richiesta “dacci acqua da bere” scorgiamo come il popolo liberato dalla schiavitù affronta ora le prove del deserto: in questa arsura riscopriamo che Dio è quella roccia, cioè sostegno, e vera sorgente di acqua che salva.

Nella seconda lettura attraverso l’apostolo scorgiamo come l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori. Siamo resi giusti solo attraverso il frutto dell’offerta sacrificale che Cristo ha fatto di se stesso per liberarci dal peccato. Siamo continuamente invitati a verificare i segni dell’amore, sono grazia per noi che ci permette di camminare nella speranza della gloria.

Vangelo. – A mano a mano che la donna samaritana lascia la sua diffidenza, le appare il mistero di Gesù. Non è uno qualsiasi, e per di più straniero e nemico, che chiede da bere; ma lui stesso si rivela il pozzo d’acqua viva, che è lo Spirito. E non è tanto un profeta che dica dove Dio va adorato, ma è la Verità, in cui avviene il vero culto e la perfetta adorazione del Padre. Cristo, sorgente dello Spirito che lava le colpe e soddisfa il cuore; Messia al quale ci associamo per dedicarci al Padre con un cuore rinnovato dallo Spirito Santo. 

 

La liturgia quaresimale oggi ci presenta un altro significativo momento di conversione nella figura della donna samaritana che Gesù incontra al pozzo. Ogni volta che l'uomo cammina senza fede, lo troviamo disperso in un mondo desertico, in un mondo dove non c'è speranza. Noi sappiamo che la salvezza è portata da Gesù, infatti noi siamo salvi grazie alla sua opera, nessuno potrà mai toglierci la speranza che ci ha portato Cristo. Spesse volte Dio Padre interviene per salvare il suo popolo disperso e abbandonato e anche prigioniero, nella 1a lettura infatti scorgiamo oggi il dono dell'acqua dato per mezzo di Mosè ad un popolo assetato nel deserto, ma lui è solo intermediario. Troviamo spesso nella scrittura che Dio cerca un uomo come intermediario tra Lui e il suo popolo, egli è colui che prega, che chiede. Oggi anche a noi è stato rivolto l'invito che abbiamo ripetuto nel salmo:"Ascoltate oggi la voce..." il cammino quaresimale sarà lungo, ma non dobbiamo scoraggiarci e tanto meno declinare il nostro impegno nel seguire Cristo. Nella 2a lettura, l'apostolo ci ricorda che l'amore di Dio è stato riversato, per mezzo dello Spirito, nei nostri cuori, per cui non possiamo perdere la speranza, Lui è con noi e ci guiderà in questo cammino di conversione, solo se docili alla Sua parola. "Se tu conoscessi il dono di Dio.." Non è solamente l'acqua di cui abbiamo estremamente bisogno e che cerchiamo nei pozzi, il vero dono di Dio, ma è la fede, cioè l'apertura a Lui, alla sua parola e alla proposta di grazia che solo il Figlio di Dio può farci. *..Avresti chiesto, dice alla donna, dammi di quest'acqua... in questo modo inizia un dialogo nuovo, tra persone sconosciute, mai fatto prima e tanto meno con altre persone, dove si sente che l'interlocutore legge dentro il nostro animo e conosce il problema che la donna nasconde, le sue difficoltà, i tradimenti, gli sbagli della vita per cui è ancora difficile uscirne fuori. Cristo si presenta come luce che illumina, acqua che disseta, parola che conforta e perdona, nel suo pronunciarsi arreca nuova vita e nuova speranza nell'anima che si affida a Lui.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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