Quaresima - IV Domenica (Giovanni)

andò, si lavò e tornò che ci vedeva - A

1Sam 16,1.4.6-7/Sal 22 / Ef 5,8-14/Gv 9,1-41

L'uomo non possiede la vera luce. La vera luce si ha quando di crede pienamente alla Parola, la Parola è il Figlio di Dio. Alla domanda posta a Gesù, di chi sia la colpa per questa situazione di invalidità, Gesù risponde: "è così perchè si compia l'opera di Dio". La natura debole, aspetta il dono di Dio: la fede. Nell'oltraggio che subisce, dopo la guarigione, quasi come se si fosse venduto al Messia, alla domanda rivoltagli se crede nel Figlio dell'uomo, risponde:"chi è?" Colui che ti parla, è la risposta. Allora, credo, Signore. La fede si manifesta! Gesù è venuto nel mondo, non per giudicare o condannare, ma solamente perchè l'uomo veda l'opera di Dio, e creda nel Figlio mandato a salvarci. Ogni gesto di Gesù, è sempre benedizione per l'uomo che accoglie e vive la Parola di Vita.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Nel Vangelo del cieco – nato abbiamo un altro segno della riscoperta del Cristo nel nostro cammino quaresimale verso la luce pasquale.

Per entrare in un contatto interpersonale con Gesù per mezzo della fede, non bastano i libri, ne tanto meno una fede tradizionale; occorre lasciarsi guidare dal Cristo attraverso la parola di Dio.

Solo rivivendo il nostro battesimo possiamo prepararci alla Pasqua con una revisione del nostro orientamento di vita, cercando di aprirci e capire il significato della nostra esistenza.

Mentre la celebrazione ci invita ad aprirci alla gioia, chiediamo al Signore che la luce del suo Figlio risplenda sempre su di noi.

Il cieco obbediente andò alla piscina, si lavò e tornò che ci vedeva.

Attraverso la fede, l’accoglienza della Parola, anche in noi si realizzerà la guarigione da ogni male. Questo lasciarci illuminare e guidare dalla Parola in questo tempo particolare, ci permetterà, nella notte di Pasqua, “di lavarci” per vedere chiaramente l’opera redentrice del Figlio di Dio.

Nella prima lettura possiamo scorgere l’intervento di salvezza che Dio opera nel suo popolo “Davide è consacrato re d’Israele”, è sempre opera della iniziativa di Dio; così lo scettro regale passa alla tribù di Giuda, erede delle promesse messianiche.

Nella seconda lettura troviamo l’invito di Paolo ai fedeli Efesini perché si sveglino da una vita di morte per lasciarsi illuminare da Cristo.

Ogni uomo che cerca libertà è invitato a passare dalla vita tenebrosa alla luce per sentirsi impegnato a sconfiggere ogni opera di male con una testimonianza di vita ritrovata nella Parola.

Vangelo. – Si possono chiudere gli occhi dinanzi alla luce; e allora è come se si fosse ciechi. Così i Giudei chiudevano gli occhi dinanzi a Gesù, la Luce del mondo e quindi non ne scorgevano il mistero. Quando c’è un rigetto e chiusura, cioè orgoglio, non servono neppure i miracoli più strepitosi e clamorosi, come non servono, per chi è cieco, i panorami vivaci e attraenti. Gesù condanna i farisei perché non si lasciano accompagnare da lui. Crede invece il cieco, al quale sono stati aperti gli occhi. Non chiudiamo gli occhi dello spirito alla luce, la fede è un dono di Dio.  

 

 

Abbiamo meditato in queste prime domeniche di quaresima, il tempo delle tentazioni, la trasfigurazione e la donna samaritana, oggi troviamo nel vangelo il cieco nato. Questa stessa parola oggi ci interroga sulla qualità della nostra vita di fede, per cui il nostro incontro personale e comunitario con Cristo deve essere più vivo, anche perchè la sua parola e i sacramenti ci conducono sempre a Lui, per conoscerlo meglio. E' la domenica di colui che incontra la luce, la luce della sua vita. E' un uomo che di per se non chiede nulla, ma tutti si accorgono di lui e chiedono a Gesù il perchè di quella sua situazione: Chi ha peccato? Gesù non da la risposta, ma dice che è un'occasione perchè si manifesti l'opera di Dio. La natura umana conosce la sua svariata fragilità, e non sempre l'accoglie con pazienza, perchè la sua debolezza è grande. La malattia non è frutto di un castigo o perchè uno abbia peccato. Tanto è vero che spesso ci chiediamo ma che male ho fatto? Troviamo spesso nelle Scritture che Dio è buono, ma nello stesso tempo abbiamo ancora timore di lui. Il racconto del miracolo occupa solo un semplice versetto, e questo per farci capire che Gesù è la vera luce, il vero salvatore da accogliere. Dio vuole sempre e solo salvare l'uomo. Dio salva in semplicità, ce lo dice la prima lettura, dove Davide, il più piccolo e l'ultimo della famiglia viene scelto, da pastorello ad essere re d'Israele. Paolo nella seconda lettura c'incoraggia dicendoci che siamo abbastanza saggi per capire ciò che è gradito a Dio. L'importante è non solo evitare il male, ma fare il bene. La quaresima è il vero cammino di fede, ci accorgiamo che non è facile rimanere in Dio, le nostre debolezze, il comportamento e le proposte del mondo tentano sempre di allontanarci da Lui, come se noi bastassimo a noi stessi.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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Nel bosco c'è

la luce

per un buon cammino..