III SOLENNITA' - SS.ma TRINITA'
Tutto quello che il Padre possiede è mio, -
Pr 8,22-31/Sal 8/Rm 5,1-5/ Gv. 16,12-15
Grande è il mistero – progetto d’amore di Dio che il tempo ordinario della liturgia che si svolge dopo la festa della Pentecoste è posto sotto la protezione delle tre Persone divine, ma un solo Dio. Dio si è cpsì rivelato, non per complicare la nostra fragile conoscenza riguardo a lui, ma solamente per renderci partecipi del grande segreto della sua vita, in quanto noi siamo suoi figli e ci chiama a sé con lo stesso slancio del suo figlio Gesù, sostenuto dall’amore dello Sp. Santo che ha riversato nei nostri cuori. Questo fatto che caratterizza la nostra fede monoteista rispetto ai musulmani ed ebrei, non è per gli speculatori di pensiero, ma è lo spazio vitale di ogni battezzato nel nome della Trinità e che in questo nome vive e compie anche l’ultimo passaggio. La salvezza è opera di Dio, e per realizzarla “Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. L’evangelista ci rivela la relazione che sussiste tra il Padre e il Figlio nell’incarnazione e nella redenzione. E’ un segno di apertura sul mistero trinitario dopo il colloquio di Gesù con Nicodemo. E’ importante – credere per non morire -, ed essere salvi per mezzo del Cristo. Chi crede non subisce giudizio ne condanna. Nella prima lettura Mosè riconosce la presenza del Signore:”Signore, Signore, Dio misericordioso e pietoso”. Il Signore manifesta le sue qualità a Mosè che era salito sul monte dopo che il popolo aveva abbandonato il Signore, adorando il vitello d’oro. Dio è misericordia. Nella seconda lettura Paolo invita alla gioia tendendo alla perfezione:”la grazia di Gesù Cristo,l’amore di Dio e la comunione dello Sp. Santo”. Il nostro Dio è comunione, ma a ciascuna delle persone compete una particolarità: l’amore di Dio, la grazia del Signore Gesù e la comunione dello Spirito. Questo è il saluto cristiano, un saluto trinitario. Vangelo – Abbiamo saputo di avere un Padre quando ci è stato inviato il Figlio unigenito, perché avessimo, per mezzo di lui la vita. Occorre da parte nostra l’accoglienza di questo dono del Padre, nel quale riceviamo la salvezza. Il mistero del Padre e del Figlio appare così non come difficile e lontana verità, ma come partecipazione nostra alla vita di Dio. Né manca lo Spirito S. poiché la vita di Dio, portataci dal Figlio, viene in noi grazie allo Spirito: infatti noi nasciamo di nuovo, dall’alto, per virtù dello Spirito, persona della SS. Trinità.
Anche la SS. Trinità ha un volto,il volto di Gesù, Lui stesso ci |