Quaresima - Domenica delle Palme (Marco)

Lettura della passione del Signore -

Is 50,4-7 /Sal 21 /Fil 2,6-11 / Mc.14,1-72.15,1-47

L'entrare in Gerusalemme, non è stato un trionfo per Gesù, ma una vera e propria insidia. Tutti sapevano che i Grandi del tempo cercavano di eliminarlo subito dopo la festa. Mentre era in casa di Simone il lebbroso in Betania, una Cananea profumò il suo capo con olio; si gridò allo scandalo per tanto spreco, pensando ai poveri. Gesù rimproverò tutti e ricordò che i poveri li avrebbero avuti sempre con loro, mentre Egli non sarebbe stato per sempre con loro, per di più l'agire della donna anticipa ciò al Suo corpo dopo la morte. Giunse il giorno della cena, quando tutti furono presenti Gesù annunciò che uno di loro lo avrebbe tradito. Terminata la cena, escono per la preghiera, e Viene arrestato; è presentato al Sinedrio e portato da Pilato che Lo consegna nelle loro mani. Viene condotto al Golgota e lungo la salita è umiliato, percosso e costretto a portare la croce; poi ve lo inchioderanno. Si sente abbandonato da tutti, ma non impreca; Lui perdona perchè è Perdono per noi. Muore, viene avvolto in un lenzuolo e sepolto nella tomba offerta in prestito da Giuseppe di Aritmatea.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

Questa domenica è caratterizzata dalla lettura della passione del Signore, viene letto il vangelo di Marco. In questo vangelo la passione è descritta con vivacità di particolari, quasi con verismo. Sembra proprio di assistere ai fatti. Anche per noi la lettura del Vangelo non dovrebbe essere il ricordo di fatti lontani; ma la presenza e la partecipazione a questi avvenimenti stessi…dovrebbero coinvolgerci per testimoniare. Ci può fare impressione l’affermazione che anche noi siamo spettatori e testimoni delle sofferenze di Gesù che soffre nei nostri fratelli: nelle vittime di guerre e del terrorismo, negli emarginati, nei malati o trascurati, in chi è falsamente accusato e deriso. Ogni giorno passiamo vicino a qualcuno (Cristo) che soffre. La passione di Cristo, muovendoci alla compassione fattiva verso i nostri fratelli ci impegnerà a lavorare perché l’amore, la giustizia tra gli uomini manifestino già il mistero della risurrezione che opera nella nostra storia, da quando è morto e risorto.

1 lettura: Il servo di Dio è l’esemplare della docilità, dell’ascolto della parola e della volontà divina. Il suo è un destino misterioso: è oggetto di flagello, di sputo e non si ribella, non si disanima. Egli sa che deve compiere una missione di salvezza. Lui non è venuto per essere servito, ma per servire e offrire la propria vita.

2 lettura: “Cristo umiliò se stesso”. Di natura divina eppure in condizione umana di servo: ecco lo spogliamento di Gesù, che appare nell’umiliazione e nell’obbedienza che giunge dall’abbassamento della croce; un’ubbidienza fino alla morte nella sua forma più ignominiosa. Dopo tutto questo viene la risurrezione, poiché la croce è il suo “si” di amore al Padre e di consenso alla fraternità. Sono i due misteri, uniti tra loro, della morte e della esaltazione di colui che per sempre è il Signore di tutto.

Vangelo – Oggi ascolteremo la narrazione della passione dall’istituzione dell’eucarestia fino alla sepoltura, non è un racconto staccato di una storia che si sta solo ad ascoltare. Dobbiamo sentirli perché Cristo li ha patiti per noi. E’ la passione che ripassa nel cuore di ogni discepolo, nel cuore della Chiesa, che la ripercorre con la sofferenza e la riconoscenza della sposa fedele.

 

Le letture di questa domenica ci invitano più al silenzio che al commento, già la parola di Dio che abbiamo ascoltata è racchiusa nel nostro cuore. L'idea principale che scorgiamo è il viaggio di Gesù verso la gloria attraverso la via della croce. La liturgia della gloria l'abbiamo già commemorata nel ricordo dell'ingresso trionfale in Gerusalemme, abbiamo reso attuale quel momento, perchè noi oggi abbiamo, come già gli ebrei allora, accolto Cristo e lo abbiamo acclamato nostro Re, Messia e Salvatore. La liturgia della croce la troviamo già nella preghiera iniziale: "fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce" per chiedere la grazia di avere "sempre presente il grande insegnamento della passione, per partecipare alla gloria della risurrezione". Già il profeta Isaia ci ha presentato la figura del servo di Dio, obbediente e sofferente. Il salmo poi ci ha fatto sentire il grido straziante dell'agonizzante e le strofe stesse presentano gli annunci profetici. Paolo nella sua lettera ci ha presentato l'umiliazione del Figlio di Dio che "ha umiliato se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce" e nello stesso tempo il mistero della sua esaltazione per opera del Padre. Nella lettura della passione troviamo queste caratteristiche: l'abbandono alla volontà del Padre, la solitudine e l'angoscia nell'orto degli ulivi, presenta il rinnegamento di Pietro come uno spergiuro, racconta la morte di un uomo che si chiede se Dio si è dimenticato di Lui, ma troviamo subito una grande fiducia nel Padre, "sia fatta la tua volontà" E' in questo abisso della morte che l'evangelista vuol farci scoprire la divina grandezza di Gesù, perchè è Lui che salva l'umanità condividendo il suo destino di morte. L'evangelista dimostra in questa morte di Gesù quanto Dio vuole essere vicino agli uomini; l'espressione del Centurione è per noi chiarezza sul mistero di Gesù, "veramente quest'uomo era Figlio di Dio" così per mezzo di un pagano è celebrato il trionfo di Gesù sulla morte e proclama la sua deità. L'inizio della tesi del Vangelo di Marco su Cristo trova conferma in queste parole del Centurione:"Principio del Vangelo di Cristo figlio di Dio".

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