Quaresima - III Domenica (Giovanni)

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

Es 20,1-17 / Sal 18 / 1Cor 1,22-25 / Gv.2,13-25 -

La Quaresima è per eccellenza, la strada liturgica che conduce alla Pasqua.
Anche Gesù più volte,nella sua vita, è salito a Gerusalemme per celebrarla. Un giorno recandosi al Tempio, trova un mercato, per questo eccesso, s'inquieta, e fatta una cordicella, caccia tutti dal luogo sacro dicendo: "Distruggete questo tempio, io in tre giorni lo ricostruirò". Certamente Lui parla del Tempio del Suo corpo, che sarebbe risorto il terzo giorno. I discepoli prendono coscienza dell'operato del loro Maestro, perchè sta scritto: "lo zelo per la tua casa mi divora". Quando risorgerà da morte, credono alla Scrittura e alle parole di Gesù.
TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

In questa domenica e nelle due seguenti la liturgia della parola ci presenta tre simboli della morte e della risurrezione di Cristo. Oggi ci presenta il simbolo del tempio. Il vecchio glorioso tempio di Gerusalemme era il segno dell’Alleanza di Dio con il popolo d’Israele. Gesù fa capire chiaramente che ormai una nuova Alleanza sta per essere sancita, e il segno di essa non sarà più un tempio fatto di pietre, ma lui stesso, il Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. Nel battesimo anche il nostro corpo viene consacrato come tempio di Dio. Esso è destinato alla risurrezione come il corpo di Cristo. Anch’esso deve essere il segno, con le opere della vita, che Dio abita in mezzo agli uomini.

1 lettura: “la legge fu data per mezzo di Mosè”. I Comandamenti sono il segno della presenza di Dio e del suo amore, a cui si dedica l’impegno e la fedeltà di Israele. Possiamo sentirli come un peso, mentre sono una liberazione e la condizione per una vita di fraternità e di comunione, osservarli vuol dire proseguire l’uscita da ogni schiavitù, rifiutare l’idolo, vuol dire porsi al servizio di Dio nell’adorazione e non tentare di piegarlo al nostro bisogno. Vuol dire vivere la riconoscenza per il dono della vita, l’amore nella famiglia, la serena partecipazione ai beni, la fiducia nella verità e la carità verso il prossimo.

2 lettura: “predichiamo Cristo crocifisso”. Non c’è nulla di più insipiente della croce di Cristo, di più disordinato e disarmonico; nulla di più debole: ma a giudizio dell’uomo, mentre il giudizio di Dio è tutto diverso. Alla domanda greca della sapienza e a quella giudaica della potenza egli offre la croce di Cristo. Con la croce egli ha ricostituito l’armonia del mondo, sfigurato dal peccato, lo ha rintracciato su Cristo, che è la bellezza divina, sprigionatasi proprio dalla croce con la risurrezione. Con la croce Dio ha vinto la forza del male sconfiggendolo, mentre sembrava sconfitto Cristo nel fallimento del Calvario.

Vangelo – “distruggete questo tempio”. Gesù non tollera tutto quello che si svolge intorno al tempio e che non sa di adorazione, ma di commercio, di venalità, di esteriorismo che soffoca la dedizione del cuore. Il suo gesto prefigura la dissoluzione del tempio di pietre e l’edificazione di un altro tempio, che è lui stesso, la sua persona, il suo corpo che, se distrutto nella passione e nella morte, il terzo giorno sarebbe risorto. On Gesù il culto antico si sgretola invecchiato e logoro. Sorge un ordine tutto nuovo, l’ordine dello spirito e della verità, che riceviamo tramite i sacramenti che hanno valore non come ose materiali, ma come segni efficaci della grazia che è Gesù. 

 

I comandamenti sono la Parola che ci rivela chi è veramente Dio, il nostro prossimo e anche chi siamo noi. Gesù nella sua predicazione proclama un comandamento nuovo: "Ama Dio con tutto il cuore, la mente e le forze e il prossimo come te stesso" L'osservanza di questi garantiscono l'alleanza tra Dio e l'uomo; è Grazia ed è rivelazione di ciò che saremmo. Dio si presenta all'uomo come liberatore-salvatore da ogni schiavitù. I comandamenti diventano mezzo di dialogo, Dio si annuncia e l'uomo risponde con la sua vita, in questo annuncio c'è una proposta e l'uomo l'accoglie. Avere un solo Dio è avere un solo amore a cui il cuore si abbandona. Noi troviamo il volto di Dio nel volto del fratello, ecco perchè "ama il prossimo tuo" questo prossimo è immagine e somiglianza del Creatore. Noi ricordiamo le Tavole della Legge: nella prima leggiamo - Non avrai, non nominare, santifica le feste, cioè santificati alla mia presenza, perchè io sono santo e santificatore. Portando le fatiche, le gioie, le lacrime dei sei giorni lavorativi per trasformarli in lode, supplica e consacrarle (offrire) a Dio, per scoprire il senso delle cose partecipando alla vita divina e celeste. Nella seconda tavola troviamo: troviamo i comandamenti che descrivono la corretta relazione col prossimo. Quindi è blasfemo chi disprezza i genitori e non li ascolta, chi non rispetta il dono della vita in tutto il suo manifestarsi, viene ricordata la sacralità del matrimonio e quindi che l'uomo e la donna non possono diventare oggetti di scambio, ma sono chiamati per una comunione stabile, fedele e indissolubile, e in ultimo la tutela della libertà e della proprietà. Si ricorda la santità del corpo che è tempio della presenza di Dio e va rispettato. Se si esalta la proprietà non è per un cieco egoismo di potere, ma come dono da condividere, Dio è Signore di ogni bene, ma distribuisce a tutti il necessario.
Il tempio di Gerusalemme era la massima gloria del giudaismo, centro dell'unità e incarnazione più rappresentativa d'Israele. Nel vangelo di Giovanni, l'attività di Gesù avrà molto a che fare intorno al tempio e a ciò che esso significava. Con Giovanni la scena avviene all'inizio della vita pubblica di Gesù: mentre i Sinottici la pongono nell'ultima settimana del suo ministero pubblico. I Sinottici collocano tutta l'attività di Gesù a Gerusalemme nell'ultima settimana della sua vita, fino a quel momento, Gesù non era mai stato -ufficialmente- a Gerusalemme, Giovanni la colloca all'inizio come programma. L'azione di Gesù che purifica il tempio ha un duro significato. La prima indicazione è nelle parole di Gesù che già troviamo in Zaccaria (14,21) Il suo gesto proclama la presenza del -giorno del Signore- Così Gesù si presenta come il Figlio che viene, nel giorno del Signore, alla casa del Padre. La seconda indicazione ci viene da ciò che intesero i discepoli (Sal 69,10) -mi divora lo zelo...- Gesù ha purificato il tempio a costo della sua vita, adempie perfettamente le Scritture e la stessa devozione e pietà per il tempio si è rivolta contro di lui. La terza indicazione è nella sfida posta da Gesù ai suoi nemici e nella successiva controversia. La sua era una parola sacrilega contro il tempio punibile con la morte. Così l'azione di Gesù fu intesa in questo senso e così gli chiesero una spiegazione. La risposta di Gesù: se distruggete questo tempio, in tre giorni lo farò risorgere. Questi presero le sue parole alla lettera, ma Gesù parlava del tempio del suo corpo. Il tempio infatti è stato costruito dal 20 a.C. al 27 dopo C. La predizione rivelò tutto il suo significato e la sua portata con la risurrezione di Cristo. Quello che era legato al tempio, ora ha un altro centro d'interesse e si sposta su Gesù. Quindi Gesù è il nuovo tempio di Dio, tanto che l'uomo può avere in qualsiasi momento la possibilità d'incontro con Dio stesso. Rimane l'affermazione: -i suoi non l'hanno accolto- bisogna osservare che la loro fede non era ancora sicura e che Gesù non si fidava e confidava con loro.

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