- V Solennità (Marco) - B

CORPUS DOMINI: Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue, fate questo in memoria di me.

Es 24,3-8 /Sal 115 /Eb 9,11-15 / Mc. 14,12-16 .22-26

Gesù prima di donarsi come pane per sfamare l'anelito dell'uomo alla santità, compie segni strepitosi per molti suoi discepoli che lo seguono ancora senza fede. Per ascoltare la Sua parola senza allontanarsi da Lui, hanno fame e non hanno nulla. Al discepolo premuroso che voleva congedare la folla perchè si trovassero del pane, dice: "date voi stessi da mangiare", erano circa cinquemila persone. Un ragazzino sveglio aveva con sè cinque pani e due pesci, poca roba per tutti i presenti, Gesù chiede che gli vengano portati e con dovuta preghiera al Padre provvede pane e pesci per tutti, tanto che ne avanzano ancora dodici ceste. Quegli affamati furono saziati dalla parola e dal pane, annuncio questo del dono dell'Eucarestia, nell'ultima cena, che lo renderà presente in mezzo a noi per sempre quale pane per la vita dell'uomo.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

L’Eucarestia è il memoriale della Pasqua: non è un semplice ricordo ma una presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore. Celebrando l’ eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, ripresentiamo l’immolazione sulla croce, dove si è offerto l’Agnello senza macchia. L’altare è la mensa della nostra cena: vi attingiamo il cibo per il viaggio sulla terra, in attesa di essere ammessi al convito del regno dei cieli. Intorno all’altare ci riconosciamo fratelli, in assemblea festosa per rendere grazie a Dio, che nel sangue del Figlio ci ha voluto come suo popolo, legato dalla fede, dalla carità operosa, rappresentate nel pane e nel calice. L’eucarestia che rimane dopo la celebrazione è la presenza reale, custodita nel tabernacolo, del Cristo, che avvera la promessa: “sarò con voi fino alla fine dei tempi”. Al Cristo nel tabernacolo offriamo la nostra adorazione e il nostro culto.

1 Lettura: “Ecco il sangue dell’alleanza”. Mosè versa il sangue delle vittime sull’altare e sul popolo, per indicare che mediante quel sacrificio viene stabilita un’alleanza tra Dio e il popolo, alleanza che impegna a essere fedeli alla legge. Gesù offrirà in sacrificio la propria vita: per la remissione dei peccat e per l’istituzione di un’alleanza nuova, che non si spezzerà mai e che ci impegnerà a nostra volta nell’amore e nella fedeltà.

2 Lettura: “Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza”. Gesù è il mediatore di una nuova alleanza, sancita nel suo sangue: con il suo sacrificio egli unisce gli uomini a Dio, in una comunione di amore. Ormai non hanno più valore le vittime fatte di animali: ciò che ci ha liberato dal peccato è il suo sangue e il suo amore. Questa lettera parla di redenzione eterna: infatti il sacrificio della croce non si deve ripetere. Ha una capacità di redenzione per gli uomini di tutti i tempi. L’Eucarestia la rende presente, perché possiamo prendervi parte ed essere salvati.

Vangelo – “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”. Alla vigilia della sua morte, Gesù mangia la cena pasquale con i suoi discepoli. Ma proprio nella cena egli opera la grande sostituzione: non si tratterrà più di mangiare l’agnello, ma il suo Corpo, che viene immolato sulla croce, così come saremo liberati e custoditi dal suo Sangue, versato per la remissione dei peccati. L’eucarestia è la nostra Pasqua, in attesa di entrare in cielo. Ogni volta che celebriamo l’eucarestia, sospiriamo e prepariamo il banchetto nel regno celeste: regno che non è un mito, una vana illusione, un sogno, ma la verità più consistente e più certa, per la quale siamo stati creati.

 

In questa giornata celebriamo la festa dell'Eucarestia. Il Vangelo ci presenta il momento solenne dell'Ultima Cena del Signore con i suoi amici. E' la vigilia che prepara la festa pasquale e i discepoli domandano a Gesù dove devono preparare. L'invia presso un amico in città per chiedere la sala superiore, qui prepareranno per la cena. Mentre mangiavano, Gesù, prese il pane e questa volta lo benedice in maniera particolare, poi Lo distribuisce ai suoi perchè ne mangino dicendo: "questo è il mio corpo" e ugualmente fece con il calice del vino che diede loro dicendo: "questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti". Una cena nuova viene così istituita, che dovrà essere continuata nel tempo,"fate questo in memoria di me, disse". Così Gesù si lascia nel cuore e nelle mani dei suoi fino alla fine dei tempi. Lui è presente nel mistero del pane e del vino. Lui vuol rimanere con noi, perchè noi Gli apparteniamo.

 

 

 

 

 

- V/b Solennità TRASFIGURAZIONE di n. S. GESU’ CRISTO. -

 

La trasfigurazione è manifestazione anticipata della gloria del Signore e annunzio del suo ritorno al Padre. Questa celebrazione presenta la dimensione pasquale e gli ultimi tempi della vita cristiana. La parola di Dio preannunzia l’adozione filiale di coloro che ascoltando e seguendo il Figlio, diventano suoi fratelli e quindi partecipi della trasfigurazione eterna. Gesù ci viene presentato dal Padre come il “Figlio amatissimo”, dove si realizzano pienamente la legge e i profeti ed è annuncio di gloria, che sarà completa dopo il viaggio al Calvario, con la risurrezione. Cristo si trasfigura perché i discepoli trovino la forza per sostenere lo scandalo della croce. E’ Cristo che ci sostiene nel nostro cammino della via della croce, ci aiuta ad andargli dietro portando la nostra croce, proponendoci come modello glorioso per la sorte della Chiesa, suo mistico corpo.

1 Lettura: nella lettura troviamo Daniele che assiste all’apparizione di Dio, giudice e signore di utti, nell’immagine del Vegliardo. Questo affida la regalità a uno, che ha immagine di uomo, che viene costituito signore dell’universo. Gesù, nel tempo della passione, attribuirà a sé il compimento della figura di quel servo, quale giudice glorioso.

2 Lettura: in questa lettura Pietro ci ricorda che l’annuncio dl Vangelo non è frutto di favole o fantasie, ma è sulla testimonianza che viene dall’esperienza oculare degli apostoli, spettatori della rivelazione e del riconoscimento reso dal Padre nella trasfigurazione. Questa testimonianza rinvigorisce la stessa Scrittura, e fa luce come una lampada in attesa del ritorno glorioso del Signore, come astro del mattino, astro che deve già brillare nel cuore di tutti i discepoli.

Vangelo – La trasfigurazione rivela l’identità di Gesù, come il battesimo: egli è il Figlio prediletto, inviato perché sia ascoltato. E’ lui la Parola, il Vangelo, l’inabitazione e la tenda di Dio, il segno della sua presenza nella sua persona trasfigurata. E’ lui il contenuto e il senso delle Scritture rappresentate da Elia e da Mosè. Venuto lui, l’A.Testamento scompare: perché è il compimento. I tre discepoli sono spettatoi attoniti e impauriti di questa manifestazione; avvertono la dolcezza di quella esperienza. Ma essa non può continuare: è un momento profetico; un anticipo. Era necessario che il Figlio di Dio passasse prima attraverso la morte, per poi risorgere e dare attuazione perfetta alla stessa trasfigurazione.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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