Rileggendo l’Omelia di papa Francesco.
Bisogna obbedire a Dio
di Baloo
La liturgia della Parola della terza domenica di Pasqua, ci presenta il coraggio di Pietro e degli altri Apostoli davanti al Sinedrio. Le autorità del Tempio e i Capi del popolo avevano
loro vietato di predicare quel nome (Gesù), di non dire più cenno del suo messaggio, a questa proibizione noi conosciamo la coraggiosa risposta data:
“Bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini”. Nessuna minaccia, nessun castigo ferma la loro missione.
A noi manca oggi questo coraggio anche con le persone di casa nostra e con coloro con i quali condividiamo le attività delle giornate.
Questo annuncio di
Pietro non è solo una componente di sole parole, in
loro c’è un cambiamento di vita, intraprendono un nuovo cammino, e convertiti a Cristo, riescono con il
loro esempio di vita a convertire altri alla fede. A Pietro, per tre volte, viene chiesto di pascere il gregge e di pascerlo con il suo amore (Gesù), annunciandogli che nella
vecchiaia sarà accompagnato dove non vorrà, (il martirio).
E’ questo un messaggio che troviamo rivolto per i pastori del gregge di Cristo, chiamati a pascere anche
dove non vorrebbero; perché è importante testimoniare Cristo con il dono totale di se stessi, senza calcoli e a prezzo della propria vita.
Questo compito però, è affidato a tutti i battezzati, è dunque importante chiedersi spesso: come testimonio
io Cristo con la mia fede? Sappiamo che sono molte le forme della testimonianza e tutte, anche le più piccole hanno valore, come sono importanti tutti i colori
in un grande affresco, anche quelli che non sono in prima linea. Dio ha un suo disegno e ogni dettaglio è
importante, così ogni testimonianza, anche quella più piccola nella vita quotidiana ha il suo valore.
Tanti sono i santi viventi di tutti i giorni, anche sconosciuti, che operano nel silenzio del nascondimento
con opere di carità e altri servizi, tra questi possiamo anche noi trovare posto con la nostra viva testimonianza di fede e carità.
Nel mondo troviamo ancora gente che soffre nel silenzio, come allora Pietro e gli altri Apostoli, c’è
ancora chi per rimanere con Cristo offre la sua vita.
La vera testimonianza richiede una coerenza di vita, perché chi ci ascolta e ci vede, possa leggere nelle
nostre azioni quello che sente dalla nostra voce e possa lodare Dio.
Il papa ricorda q
questo punto, sulla testimonianza, che il Poverello d’Assisi esortava i suoi frati a predicare il Vangelo con la vita e, se fosse necessario anche con la parola.
E’ questa la testimonianza della vita che è la vera forza dell’annuncio di salvezza.
L’incoerenza di vita tra parola e la pratica del vivere, mina la credibilità dell’annuncio.
Per essere veri testimoni è fondamentale riconoscere Cristo, è Lui infatti, che ci ha chiamati e invitati a
camminare con Lui, ci ha scelti per Lui, e questo sarà possibile solo se rimaniamo vicini a Lui, come hanno fatto gli Apostoli.
Avere una vicinanza quotidiana, per conoscerlo meglio, tanto che nessuno degli Apostoli gli chiedeva: Chi
sei?. Vivere un rapporto intenso è importante anche per noi.
Dobbiamo ancora chiederci cosa vuol dire per noi adorare Dio?
Certamente significa imparare a stare con Lui, dialogare con Lui, sentirlo presente come un dono più
importante. Nella nostra vita abbiamo un ordine da seguire nelle nostre faccende di valori che riteniamo più o meno importanti.
Adorare vuol dire dare il primo posto a Lui, credere che Lui solo guida la nostra vita, vuol dire che lo
riconosciamo l’unico e vero Dio, il Dio della storia e della nostra vita.
Sbagliano i genitori che adorano i loro figli, essi vanno amati, cioè aiutati, corretti e
stimolati.
Dio non ha bisogno di questi suggerimenti, ma di un amore che sia fiducia totale in Lui.
Per riuscire a far questo, è importante nella nostra vita, spogliarci di noi stessi e dei tanti nostri
idoli nei quali spesso ci rifugiamo e cerchiamo la nostra sicurezza.
Questi idoli, ben nascosti in noi, ci spingono alla ricerca del carrierismo, dello sfrenato successo, la
presunzione di prevalere sugli altri e di essere gli unici padroni della nostra vita.
Questi idoli che teniamo volentieri nascosti in noi ci impediscono di adorare il Signore, per questo è
importante spogliarci di questi, di quelli più nascosti e scegliere e mettere il Signore al centro della nostra vita. E’ il Signore che ci chiama a seguirlo con fedeltà e
coraggio, ci ha scelti come suoi discepoli per un annuncio di salvezza, ci chiede di farlo conoscere con
gioia come colui che è Risorto, con la testimonianza della nostra vita, non rifiutiamo questo suo amore dato per noi.