P I C C O L E  L U C I
dalla Lumen Fidei

La Lumen Fidei, la prima enciclica di papa Francesco, ci aiuta a
respingere l’arroganza della ragione che si crede onnisciente e guarda con sospetto ogni verità superiore.

La nostra fede si basa sul fatto che noi riconosciamo Gesù Cristo il figlio di Dio, vivente, incarnato e fattosi uomo per salvarci.


Qui è tutta la natura della fede.


La fede è decidersi davanti a Cristo, riconoscerlo Signore.
Questa decisione abbraccia tutta la nostra esistenza: cioè come vedo il mondo, quello che sono, quello che voglio essere e quello ancora che sarò.
Qui è in gioco tutto ciò che ha a che fare con la vita e il mio domani.
Papa Francesco nell’enciclica fa presente che “la fede è la risposta a una Parola che interpella, a un Tu che chiama per nome”.

Fidarsi della Parola.

Un Tu che ha chiesto ad Abramo e, ora a tutti noi, di fidarsi e
affidarsi alla sua Parola.
La fede accetta questa parola come roccia sicura dove è possibile costruire il proprio domani con valide fondamenta.
La fede è anche un dono gratuito di Dio, ma chiede umiltà e il
coraggio di affidarsi per poter vedere il cammino luminoso
dell’incontro tra Dio e gli uomini, che è poi la storia della
salvezza.
Spessa sentiamo la domanda: Dove è Dio? Che dire… Tutto il mondo è pieno della sua gloria, ma di più, Dio abita dove l’uomo lo accoglie.
Dove c’è presunzione, dove la mente degli uomini è piena di idoli,
dove lo Stato assoluto, accetta quale verità solo quello della
tecnologia, che riconosce vero solo quello che l’uomo riesce a
costruire con la sua capacità, con la conseguenza che la verità
grande, quella che spiega la vita personale e sociale, è guardata con grande sospetto.

La nostra risposta.

La verità grande è la risposta a un Tu, è la verità della fede, che ci chiama per nome.
Questa risposta non si cerca, addirittura si rifiuta se il senso della
vita e della storia degli uomini si pensa costruito da una ragione
idolatra come onnipotente.
Pascal dice che: “il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano.

La Fede.

La fede è dono di Dio, non un dono del ragionamento.
La fede è differente dalla dimostrazione: questa è umana, quella è un dono di Dio”.
Ma c’è anche chi dice che: “Credere in Dio vuol dire che i fatti del
mondo non sono poi tutto”.
“Pensare al senso della vita significa pregare”, invocare cioè un
“senso assoluto” che non si può costruire da mani umane.
Papa Francesco ci ricorda che l’uomo non può accontentarsi di piccole luci che illuminano il breve istante, tanto meno può rinunciare alla ricerca di una grande luce in grado di illuminare la nostra esistenza;
“chi crede vede: vede con una nuova luce che illumina la sua strada, luce che viene da Cristo”.


La risposta della scienza.

La scienza fa fatica a rispondere ai problemi più importanti per l’uomo.
Ed è alla luce del senso religioso, sotto il faro proiettato dalla
fede che vediamo: l’origine e la fine della vita, la dignità della
persona; il valore della famiglia che si regge nel matrimonio tra uomo e donna; il rispetto della natura che è  “dimora a noi affidata perché venga coltivata e custodita”;modelli di sviluppo non basati sul profitto; un servizio concreto alla giustizia, al diritto e alla pace.
Non dobbiamo trascurare il senso di sofferenza come “tappa di crescita di fede e dell’amore”. La fede non è intransigente, ma si sviluppa nella convivenza dove c’è reciproco rispetto.

Gli idoli.

Il cristiano sa che non può adorare nessun idolo, “nessun vitello
d’oro”, perché l’idolo è pretesto per mettere se stessi al centro
della realtà, nell’adorare le proprie capacità.
L’idolatria è sempre politeismo, è un andare senza meta da un signore all’altro.
Dio solo è assoluto, tutto quello che è umano è storico, in via di
perfezione ed è contestabile.
Non possiamo creare idoli predicando l’assolutezza, la perfezione di qualsiasi prodotto o istituzione umana. L’idolo più freddo che la
“Luce della Fede” smaschera è lo Stato assoluto, il Kaysar.
Lo stato non è tutto, non è l’ “ultima corte di giudizio”. Questo
spetta solo a Dio.
Anche Cristo si è rifiutato di porsi come giudice davanti agli uomini.
Soltanto il cristianesimo ha compiuto l’atto rivoluzionario di
sciogliere i legami degli uomini, facendoli figli di Dio, dalla
costrizione dello Stato antico.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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