Per  Francesco, testimoniare è vivere il Vangelo sempre e ovunque.
Tu invece sperimenti la fatica di testimoniare la fede nei diversi ambienti. Perché?


Vivere il Vangelo non è cosa facile, non è per tutti, anche se tutti  siamo chiamati, lo ha capito Francesco e, tanti come lui, sono
riusciti a conquistare l’aureola della santità.
Ma la conversione, come ricerca personale di rinnovo della vita, con
l’aiuto gratuito della grazia operata dalla presenza dello Spirito
Santo ha fatto sì che, sebbene l’uomo sia nato peccatore ed è incline
al peccato, trovasse la forza per uscirne fuori e, realizzasse un
cambiamento del cuore e della mente per rispondere alla chiamata di
Dio.
Che è poi, chiamata alla santità.
Il cambiamento che si è realizzato in Francesco, lo ha portato a
testimoniare, cioè a manifestarsi con coraggio in mezzo alla sua
gente, con un cambiamento totale nel suo agire. E, come prima era
spavaldo con i suoi coetanei nel frequentare le pazze feste di
gioventù, così ora, si è trovato a praticare in senso opposto quel che
precedentemente era il suo vivere, attraverso una povertà voluta che
rasentava la miseria, se non si soccorreva ricorrendo ogni giorno con
coraggio a chiedere aiuto attraverso la pratica dell’elemosinare
alle porte delle case. Lui che prima viveva e guazzava nell’agiatezza,
si è convertito nel chiedere aiuto, umiliandosi profondamente.
Ma oltre questo cambiamento materiale, troviamo in lui un altro
aspetto, perché, sebbene in giovane età avesse imparato la fede
cristiana, aiutato pure dalla sua genitrice, ma subito abbandonata,
come capita spesso in gioventù a tutti, perché la vanità si fa strada
e distrugge tutto quello che di buono ci è stato proposto, in quanto
si cerca la gloria nelle cose del mondo, in quanto ogni persona sente
forte questo anelito nel tempo del passaggio dalla fanciullezza alla
gioventù, così ora, nel tempo della grazia, trovata in quel di san
Damiano, mentre nel silenzio cercava una risposta per la sua vita, il
Crocefisso gli parla e chiede aiuto: “ripara la mia Chiesa”.
Attraverso l’isolamento, la riflessione e la preghiera, trova la forza
nella sua totale consacrazione al Crocefisso, che porterà nel cuore e
poi con i segni nel suo corpo.
Certamente questo suo nuovo modo di sentire, non è stato vano, in casa
e i compagni di baldoria hanno notato il suo cambiamento, la gente lo
diceva pazzo, e anche il Vescovo di Assisi capisce il nuovo che
Francesco sta vivendo, quando davanti a lui, spogliandosi di ogni cosa
dichiara che solo Dio è suo Padre.
Il suo testimoniare la fede, da quel momento, è grazia per lui e per
tutti, tanto da rendersi impegnato in ogni situazione della vita, c’è
in lui una profonda maturazione che lo apre alla carità, non solo
distribuendo i suoi beni, ma soprattutto nel mettersi al servizio dei
più bisognosi, come i lebbrosi. Questo suo cambiamento di nuova vita
ha coinvolto molti, e subito i suoi compagni di spensieratezza lo
seguono, lasciando anche loro affetti e cose , le agiatezze di cui
vivevano e le pazzie del momento, per cercare Dio e far così parte di
una nuova famiglia di minori, testimoni che cercavano amore,
praticando la carità, donando amore e, con amore ancora rispondevano
alla chiamata, certamente nuova che Dio faceva a loro.
Credo che anche in noi sia nata, ad un certo tempo della nostra vita,
il desiderio di cambiare di imitare questo o quel Santo e di proporci
in conversione. Spesso questo nostro desiderio è frutto di debolezza,
di incertezza o delusioni, stanchi anche della nostra indifferenza e
di nausea nel vedere intorno a noi e in noi, tanta mancanza di fedeltà
al Vangelo, la nostra non corrispondenza; ma poi tutto si dimentica e
il desiderio svanisce.
Questo è perché non conosciamo Dio e non ci fidiamo di Lui.
Certamente non dobbiamo chiuderci in monastero per cambiare vita, la
nostra testimonianza richiede l’impegno alla luce del sole, il nostro
monastero è il mondo nel quale viviamo, ma dobbiamo saperlo usare con
altro spirito, con amore.
Le tentazioni della vita si hanno sia in monastero che nel mondo, ma,
è importante sapere come affrontarle. Anche Gesù nel deserto è stato
tentato, e in quel luogo non c’era nulla che potesse provocarlo, c’è
solo il Maligno che è sempre presente, come zizzania, e ci propone
cose che poi non è in grado di darci, lui non è amore. Solo Dio
conosce l’amore, lo è Lui. Se non riusciamo a testimoniare è perché la
nostra fede è incerta, non conosciamo Colui che ci chiama a seguirlo,
è perché non siamo cresciuti nella fede, siamo rimasti come bambini
che, fanno ciò che gli viene suggerito, non abbiamo portato a
compimento la nostra conoscenza di Dio che si dona a noi, perché Lui è
amore.
Le nostre pratiche di pietà, apprese in giovane età, non sono passate
a maturazione con il coraggio della vita da manifestarsi in ogni
luogo, perché in ogni luogo Dio è presente, ma vuole una persona e una
parola che lo testimoni sempre.
Noi siamo sempre deboli, ma non dobbiamo scoraggiarci, la nostra forza
è il Signore, tutto ci viene da Lui, è importante chiedere, ci
suggerisce il Vangelo, per avere quello che ci serve o manca; la
scienza e le varie ricchezze non possono darci tutto, il Signore è
largo di benedizioni.
Dobbiamo riscoprire la fede, quella che è luce, gioia e sicurezza per
il nostro testimoniare.
Non dobbiamo vergognarci, avere rispetto umano, nel fare bene, quello
che altri non vogliono o non sono capaci di fare e, non lo farebbero
mai per non essere presi in giro, chi appartiene a Cristo, chi è
ritornato a Lui, deve sempre comportarsi con coraggio, e il mondo
riconoscerà la grandezza del suo cuore.
Francesco ci è maestro in tutto, anche lui ha imparato da Cristo,
modello dei Maestri, si è lasciato conquistare dal Crocefisso, e si è
lasciato segnare con i segni della passione, perché a condiviso con
Cristo tutto, e come Lui si è donato in croce, così Francesco si è
donato con la vita a riparare la Chiesa che andava in rovina.
Quando ci sentiamo chiamati, e, lo siamo ogni giorno, manifestiamo la
nostra fede nel silenzio e nella carità, tante sono le qualità di
questa virtù, rispondiamo con entusiasmo, l’obbedienza alla fede è
gioia, sicurezza e forza per una buona riuscita, ma tutto facciamo,
non per la nostra gloria, ma a lode di Dio.
Le incertezze si vincono con una fede viva, non siamo mai soli, Cristo
è sempre con noi.
Se dunque hai paura di essere un buon testimone, entra in deserto, e
studia il tuo cuore, spogliandolo del grande io che vi trovi dentro.
Solo così potrai fare posto a Cristo, e Lui vivo in te, ti porterà
allo scoperto con tanta semplicità, dicendo a tutti l’amore che vive
in te e che è per tutti.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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