Rileggendo papa Francesco
“La Chiesa, casa per tutti”
di fra Giovanni Balestra.

La comunicazione è il modo più spicciolo e importante per incontrare
l’uomo e la donna di ogni tempo e in ogni luogo, è questo il fatto che
ci permette di ascoltare, dialogare e creare nuovi modi di vita per
costruire la pace, solo attraverso questa è possibile mantenere un
dialogo costruttivo con tutti.

L’importanza della comunicazione.

 Nella comunicazione la Chiesa ha un tesoro grande da trasmettere, un
annuncio che porta calore al cuore e, una luce di speranza di cui
l’uomo ha grande bisogno.
Tanti sono, oggi, i mezzi di comunicazione, e in particolare questi
nel tempo, si sono evoluti, pertanto la Chiesa sente l’esigenza di
nuove sensibilità e forme per stare accanto agli uomini.
I mezzi di comunicazione, sono oggi, un ambiente di vita per molti, le
persone comunicano e allargano i confini nelle conoscenze e nuove
relazioni.

Il ruolo della Chiesa.

Certamente la Chiesa deve sapersi inserire in questo dialogo col
mondo, per capirne i dubbi, le attese e le speranze. Questo perché
troviamo uomini piuttosto delusi del loro cristianesimo che pare
sterile, che non riescono a comunicare quella fede ormai assopita.
Nell’era della globalizzazione, è cresciuto il senso del
disorientamento e della solitudine, smarrimento nel senso della vita e
una grande fatica a trovare “una casa” per instaurare profondi legami
di vita. Attraverso le nuove tecnologie è possibile entrare per far
emergere una presenza significativa, che ascolta, dialoga e
soprattutto incoraggia. Gli operatori della comunicazione devono
essere portatori di questa presenza, con una identità cristiana, quali
cittadini in questo ambiente. La Chiesa che accompagna il cammino
dell’uomo, sa mettersi in cammino per sostenere.
Deve, come pellegrino che accompagna, tenere lo stesso passo, non
affrettato e ne troppo lento.
Così ricorda s. Ignazio.

Chiamati a portare l’uomo all’incontro con Cristo.

Per realizzare questa missione, dobbiamo affrontare una sfida.
Dobbiamo intanto domandarci se siamo capaci di portare all’incontro
con Cristo, l’uomo del nostro tempo.
Camminare come camminava Gesù con i discepoli di Emmaus, riscaldando il loro cuore e facendolo trovare; come pure è nostro compito far conoscere il volto della Chiesa che sia la “casa” dove tutti possano incontrarsi. E insieme trovare non una Chiesa con le porte chiuse, ma sempre aperte, perché è questo il cammino della Chiesa, far scoprire nell’incontro la bellezza di tutto ciò che sta alla base del cammino di vita, la bellezza della fede, cioè la bellezza dell’incontro con Cristo. Abbiamo un tesoro prezioso da trasmettere, non siamo solo per rimanere dei tecnici, un tesoro che è luce e speranza. Per questo occorre una attenta e qualificata formazione in tutti coloro che
vogliono accedere nel campo della comunicazione.
Tutto l’apparato digitale è mosso da uomini e donne che portano con sé ciò che hanno dentro, speranze e sofferenze, le ansie e la ricerca del vero, del bello e del buono.
E’ dunque importante saper indicare e comunicare Cristo, condividendo il vero e il bello che abbiamo dentro, Maria è vero modello, Lei ha portato Cristo al cuore dell’uomo, dobbiamo saper entrare nella nebbia dell’indifferenza senza scoraggiarci o perderci, scendere nella notte più buia senza lasciarci invadere dal buio smarrirsi.
Entrare nelle illusioni di molti uomini, senza lasciarci ingannare, e
non cadere nell’amarezza quando le delusioni ci colgono.
Toccare con mano la disintegrazione di molti, senza mai scomporsi
nella propria identità di cristiani. Non lasciamoci tentare nel
manipolare le coscienze portando l’uomo ad un incontro con un Cristo, solo nominalistico, ma presentiamo Cristo come la Persona viva.


Una presenza viva.

E’ importante dunque, una presenza della Chiesa nel mondo delle
comunicazioni, per un dialogo con tutti gli uomini. Un dialogo che li
conduca alla vera conoscenza di Cristo.
Ma l’incontro con Cristo deve essere personale, non lo si può
confondere, perché l’incontro di una persona con Cristo, c’è Cristo e
la persona e non altri.
Il nostro Dio vuole manifestarsi con i nostri mezzi, ma è sempre Lui
che opera ed è Lui che trasforma ed è solo Lui salva la vita di ogni
uomo.

 

 

Rileggendo la catechesi di papa Francesco
“La Chiesa, è una, ed è casa per tutti”
di Fr. Giovanni Balestra.

Nuovo richiamo di Francesco alla comunione nella Chiesa, ricordando come in ogni famiglia pur trovandoci lontani, i legami rimangono saldi e profondi.
Con queste parole il pontefice ci invita a pregare gli uni per gli altri, specialmente per i cristiani perseguitati. Riprendendo il discorso sul Credo, richiama l’attenzione sulle parole: “Credo la Chiesa, una”. Ciò vuol dire che la Chiesa è unica e richiama all’unità, ma nel mondo è sparsa e divisa in tante diocesi con “pastori” diversi, culture, lingue, razze e tante altre situazioni.
Come possono formare un’unità, come può essere una comunione, è la domanda i molti.

Leggiamo dal catechismo.

La Chiesa, sparsa nel mondo, “ha una sola fede, una spla vita
sacramentale, un’unica successione apostolica, una comune speranza, la stessa carità”(n. 161).
In tutte la parti del mondo, sebbene con lingua diversa, cultura e
mentalità, unica è la fede, la speranza, la carità, il ministero, i
sacramenti; componenti che sono il pilastro portante di questo grande
edificio che accomuna tutti gli uomini che appartengono a Cristo e che in Lui si riconoscono e amano come fratelli.
In ogni angolo, anche il più sperduto, in periferia, c’è la Chiesa, la
comunità che crede e vive il Vangelo, anche qui noi ci troviamo a
casa, ci ricongiungiamo alla famiglia e ci sentiamo fratelli.
Quindi la Chiesa è una per tutti, non si scompone per via delle
nazioni o delle razze o ancora per la lingua, è una e ciascuna si
sviluppa con doni propri con il Vangelo consegnatoci dal Cristo.
Così è la vita nelle famiglie, sebbene sparsi nel mondo, per lavoro o
altro, non si sciolgono i legami profondi che l’hanno costituita. Così
ricorda l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de
Janeiro, una presenza numerosa di giovani con volti di tutte le
nazionalità, lingue diverse che si intrecciavano, ma vi era presente
l’unica Chiesa.
La Chiesa è di per se strumento di unità, è comunione in Cristo, è
condivisione dell’unica fede e speranza. Non posso sentirmi chiuso nel mio piccolo gruppo, mi sentirò soffocato, la Chiesa è comunione, è vita. E’ triste vedere una Chiesa chiusa in un piccolo gruppo.

La comunione.

Ognuno di noi è chiamato a pregare per il fratello, per i cristiani
perseguitati per far sentire la nostra vicinanza, come quando un
membro della nostra famiglia è ammalato, noi prestiamo più attenzione.
Molti cristiani danno la vita per Cristo per non rompere la comunione
con i fratelli di fede, sono da ammirare e sono da imitare.
Noi possiamo ferire questa comunione con il nostro comportamento,
allontanandoci dall’insegnamento del Vangelo.
Nel cammino della storia, fatti del genere ci sono stati, per tanti
motivi, ma sempre contrari alla comunione. In questa situazione, la
Chiesa non ha il volto che dovrebbe avere, non vive la carità, quella
che chiede il Signore. Dio ci dona l’unità, ma noi facciamo fatica a
viverla.
E’ importante costruire ed educare alla comunione, superando le
incomprensioni che spesso avvengono, favorendo sempre la
riconciliazione, piuttosto che le divisioni.
San Paolo è un continuo richiamo alla riconciliazione e alla
comunione, invita a sopportarci a vicenda, cioè a portare in noi
qualcosa di nuovo che sostenga le nostre debolezze per non cedere mai alla incomprensione. (Ef. 4,1-3).
Conservare l’unità dello spirito con la forza vincolante del dono della pace.


Le strade della Chiesa.

Francesco ci ricorda che le strade su cui deve camminare la Chiesa
sono: umiltà, dolcezza, magnanimità e amore.
L’umiltà ci aiuta a combattere la vanità e la superbia.
La dolcezza è lo stile che avvicina e ci permette di trattare
familiarmente con tutti.
La magnanimità è la disposizione ad essere sempre disponibili con la delicatezza di una madre.
L’amore è la forza che ci rende capaci di dimenticare il nostro io per
metterci a servizio d’altri.
Solo così potremmo essere un solo corpo, come ci ricorda sempre Paolo, il Corpo di Cristo, un solo Spirito, quello che anima e ricrea la
Chiesa.
Una sola speranza, che è la vita eterna promessa e che dobbiamo
raggiungere e una sola fede trasmessaci nel Battesimo per guardare
all’unico Dio che è nostro Padre.
Questa è la vera ricchezza che unisce la Chiesa.
Dobbiamo domandarci se noi siamo coloro che fanno crescere l’unità nei vari luoghi dove ci poniamo, come Chiesa, in famiglia e dove operiamo.
Non possiamo accontentarci di essere dei chiacchieroni che portano
disagio e divisione ovunque.
Le chiacchere feriscono, fanno molto male alla Chiesa, uccidono ogni
iniziativa di bene.
Per questo viene suggerito di mordersi la lingua prima di parlare
male. E ugualmente è importante ricordarsi di ricucire, con pazienza,
le ferite arrecate alla comunione.

Il vivificatore della comunione.

Non è distante da noi, è con noi, è lo Spirito Santo il vero motore di
questa unità.
Noi lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, e nella Cresima abbiamo voluto confermare in noi la sua presenza, lui è con noi per sempre e ci
accompagna.
E’ lui che costruisce l’unità nella diversità, lui è armonia, con lui
nulla si distrugge, è un’unità armonica in tanta diversità di culture
e di lingue.
Dobbiamo tenerlo molto presente nella nostra preghiera, perché è lui
l’anima del nostro operare.
Conclude ricordando la preghiera francescana che parla di amore:
chiamati a portare l’amore dove c’è l’odio, il perdono dove c’è
offesa, a portare l’unione dove c’è discordia. Così sia.

 

 

Rileggendo la catechesi di papa Francesco.
“Nella Chiesa l’armonia delle differenze”.
di fra Giovanni Balestra.
Continuando la catechesi sul Credo, si legge: “Credo la Chiesa una,
santa, cattolica…”
E’ questo l’anno della cattolicità. Ma cosa significa cattolico?
Dal greco: - Kath’olon – che vuol dire “secondo il tutto”, la
totalità. Come dirlo della Chiesa?
La Chiesa è cattolica perché è lo spazio, la casa dove viene fatto
l’annuncio della fede, la salvezza offertaci da Cristo, viene
presentata a tutti gli uomini.
In essa incontriamo la misericordia di Dio, questa ci trasforma in
quanto opera del Cristo il quale ci dona la forza giusta per
manifestare la nostra fede, con l’aiuto della vita sacramentale e la
garanzia del ministero proprio dei sacerdoti.
In essa ciascuno trova il necessario per manifestare la propria fede,
quindi credere, vivere da cristiani e per camminare verso la santità
in ogni luogo e in tutti i tempi.
Come in ogni famiglia ci viene offerto tutto ciò che ci è necessario
per crescere, vivere da persone responsabili, in quanto non ci si può
formare da soli, isolati, tutti abbiamo bisogno di altri, di una
famiglia che ci accompagni.
Così è nella Chiesa dove ci viene fatto l’annuncio della Parola di
Dio, la Parola che  Cristo ci ha lasciato, qui possiamo attraverso i
Sacramenti incontrare Cristo, quali mezzi che ci permettono di
incontrare un Dio che è Padre e, come ruscelli dove possiamo attingere
la stessa vita di Dio. Qui si impara a vivere la comunione, l’amore
vicendevole che viene da Dio. Ogni volta he entro nella comunione
della Chiesa per la preghiera e ricevere i sacramenti, devo ricordare
che non mi trovo in luoghi di passatempo e svago, ma luogo
privilegiato dell’incontro con Cristo. Sono chiamato a partecipare
alla vita della comunità, non sono un isolato, non posso chiudermi nei
miei problemi, non posso allontanarmi dall’altro. Essendo casa di
tutti, la Chiesa è cattolica. Tutti i sentiamo figli della Chiesa
perhè tutti siamo in quella casa.
La Chiesa è sparsa in tutti i luoghi, è cattolica, è universale,
annuncia il Vangelo ad ogni uomo che incontra, non è per qualche
privilegiato. E’ mandata da Cristo, attraverso gli Apostoli, a tutto
il genere umano. Ed è presente anche nelle più sconfinate e piccole
parti del mondo. In ogni parrocchia o comunità, possiamo riconoscere
la presenza della Chiesa universale, in essa troviamo la pienezza dei
doni di Cristo, i Sacramenti, i ministri; è in comunione col suo
vescovo e con il Papa. La Chiesa abbraccia una vastità di gente che
professano la stessa fede, celebrano la stessa Eucarestia, sono
serviti dagli stessi sacerdoti. Tutti dobbiamo sentirci in missione,
piccoli e grandi, per portare ovunque il Vangelo.
La Chiesa è la casa dell’armonia, perché unità e diversità diventano
ricchezza attraverso la vera collaborazione. E’ come un’orchestra dove
vari strumenti suonano insieme, con un ritmo proprio, e le
caratteristiche del suono si accordano. Poi sappiamo che c’è uno che
guida, nella sinfonia che viene eseguita tutti suonano insieme in
“armonia”, nessuno viene annullato, tutti sono valorizzati. Possiamo
concludere che la Chiesa è una grande orchestra dove troviamo varietà.
Non siamo uguali e non dobbiamo esserlo. Tutti differenti e diversi,
ma ognuno con le proprie qualità. Ognuno nella Chiesa porta il suo
talento, quello ricevuto da Dio, per arricchire l’altro. E’ una
diversità senza conflitti. E’ una varietà che si fonde in armonia con
tante qualità con la forza dello Spirito Santo.
L’armonia si distrugge dove si fanno chiacchiere cattive, evitiamole.
La Chiesa è l’armonia di tutti. Accettiamoci così come siamo quali
dono del Signore, non litighiamo, la vita della Chiesa è varietà,
l’uniformità uccide la vita. lo Spirito che è l’autore di questa unità
nella varietà, di questa armonia ci renda capaci di crescere sempre
più “cattolici” in questa Chiesa cattolica e universale.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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