Rileggendo la catechesi di papa Francesco

“La Chiesa, dono d’amore di Cristo.”

Dopo aver presentato il profondo legame tra lo Spirito Santo e la Chiesa, il papa, inizia una nuova serie di catechesi sul mistero della Chiesa, mistero che ci appartiene in quanto ne siamo parte tramite il Battesimo. Il Conc. Vat. II, usa espressioni particolari parlando della Chiesa.

LA CHIESA FAMIGLIA di DIO.

Ricollegandosi al discorso, più volte accennato nelle precedenti catechesi, del figlio prodigo e del padre misericordioso (Lc. 15, 11-32), un figlio che abbandona la casa del padre e sperpera ogni cosa, decide di ritornare in quanto si accorge di aver sbagliato, ma c’è un qualcosa in più, ora non si ritiene più degno di essere considerato figlio e, cerca con le sue parole, di farsi accogliere
come servo.
E’ il padre che gli corre incontro e lo abbraccia, ordinando ai servi di rivestirlo, restituendogli, nella festa, la dignità di figlio.
Possiamo capire da questa parola quale sia il disegno di Dio sull’umanità che si smarrisce e ritorna a Lui.

PROGETTO di DIO.

Il progetto è quello di fare di tutti gli uomini una sola famiglia, dove ognuno possa sentirsi amato da Lui. In questo disegno di Dio vi è la Chiesa, che non è un’organizzazione, ma è opera stessa di Dio (più volte ricordato da papa Benedetto XVI), segno del suo amore che cresce nel tempo.
Grande è il desiderio di Dio che tutti gli uomini entrino in comunione con Lui, vivendo una piena amicizia per partecipare come figli alla sua stessa vita.
La parola Chiesa, significa “ convocazione “, è Dio che ci chiama ad uscire dal nostro individualismo, per non chiuderci in noi stessi, ma per aprirci per essere parte viva della sua famiglia. Questa chiamata la troviamo già all’inizio della creazione, Lui ci ha creati per vivere una profonda relazione d’amicizia, anche quando il nostro peccato ha rotto questa relazione, non solo con Lui, ma con il creato e con tutti gli altri, Dio non ci ha abbandonati.
La storia della salvezza ci presenta l’opera di Dio che cerca l’uomo, lo accoglie donandogli il suo amore. Ha scelto Abramo per farlo padre di una moltitudine di genti, ha scelto il popolo di Israele, per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e in ultimo ha mandato suo Figlio perché il suo progetto di amore e di salvezza si realizzasse attraverso una nuova ma anche eterna alleanza.

DALL’ACCOGLIENZA del VANGELO NASCE LA CHIESA.

Leggendo i Vangeli troviamo come Gesù raduni attorno a sé una piccola comunità, questa ascolta ed accoglie nella fede la sua parola e lo segue, condividendo il suo cammino, e diventa la sua famiglia e ne
costruisce la Chiesa, attraverso quel gesto di supremo amore che lo porta a donarsi sulla croce, dove dal suo costato aperto dalla lancia, scaturiscono sangue ed acqua, simbolo del Sacramento dell’Eucarestia e del Battesimo.
La linfa vitale nella famiglia di Dio, nella Chiesa, non può essere che l’amore di Dio, un amore profondo verso Lui, verso tutti, senza particolarismi e misura.
La Chiesa nasce come famiglia in cui si ama e si è amati, nasce e si manifesta quando lo Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li conduce fuori del Cenacolo per annunciare il Vangelo, diffondendo
l’amore di Dio.
E’ missione della Chiesa presentarci Cristo e condurci al Padre, non possiamo dire: “Cristo sì, la Chiesa no” o “Credo in Dio e non nei preti”, perché la Chiesa è la famiglia dei figli di Dio.
Nella Chiesa troviamo particolari aspetti umani: composta da pastori e fedeli, con molti difetti, tanti peccati e varie imperfezioni; chi non ne ha in questo mondo?
Quando ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio che ci perdona sempre e subito. Dio ci accoglie nel suo amore.
Il peccato è certamente offesa a Dio, ma è anche umiliazione, in quanto ci accorgiamo che c’è qualcosa di più grande e bello: la misericordia di Dio.
Amiamo dunque la Chiesa e sentiamoci parte viva di essa, lavorando per renderla sempre più bella agli occhi di Dio che l’ha voluta con il
sacrificio del Figlio.


“Una Chiesa chiusa tradisce la propria identità”.

di fra Giovanni Balestra.
Continuando la catechesi del mercoledì, papa Francesco ha spiegato il perché è “apostolica”. Non è perché qui a Roma, Pietro e Paolo hanno
versato il loro sangue per portare la loro testimonianza di vita e il Vangelo, ma perché significa il legame costitutivo che essa ha con gli apostoli, con quei dodici pescatori della Galilea chiamati alla scuola di Gesù e inviati a due a due ad annunciare il Vangelo (Mt 3,13-19).
Apostolo è una parola che significa – mandato – inviato. L’apostolo è quindi una persona che è mandata a compiere qualcosa a vantaggio di altri, e questi, scelti e mandati da Gesù, per continuare nel mondo la sua opera di salvezza attraverso l’annuncio del Vangelo. All’inizio della Chiesa, molte erano le mansioni che dovevano svolgere gli apostoli, ed erano così impediti dall’annuncio del Vangelo, per cui istituirono i diaconi per dedicarsi maggiormente all’annuncio e alla preghiera.
In seguito i successori degli apostoli – i Vescovi – compreso il papa, devono trovare il loro giusto spazio per la preghiera e per l’annuncio del Vangelo, questo è essere apostolo e per questo la Chiesa è apostolica. Anche noi per essere apostoli dobbiamo domandarci, e non solo, se preghiamo e se annunciamo il Vangelo. Perché questo è un legame costitutivo che ci lega agli apostoli.
La Chiesa è apostolica perché fondata sulla predicazione degli apostoli, sull’autorità che ha dato loro lo stesso Gesù. Leggiamo in san Paolo (Ef 2, 19-20), “voi siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù”. I cristiani sono dunque pietre vive che formano un edificio che è la Chiesa, e questo edificio è fondato sugli apostoli, come colonne , e la pietra d’angolo che sorregge tutto è Gesù.
Non esiste Chiesa senza Gesù.
Certamente non può esistere la Chiesa se manca Cristo, lui ne è il fondatore, lui ha dato i segni che la costituiscono, la nutrono e la vivificano. Gli apostoli hanno vissuto con Gesù, lo hanno conosciuto ascoltando la sua parola, condividendo la sua vita, e sono testimoni attendibili della sua morte e Risurrezione. La nostra fede, la Chiesa che Cristo ha voluto, non si basa su una idea, non è filosofia, si fonda solo sulla persona di Gesù. La Chiesa può essere una pianta che è cresciuta lungo i secoli, si è sviluppata in ogni ambiente, portando frutti, perché le sue radici sono ben solide in lui con una esperienza incrollabile degli apostoli, scelti e inviati da Gesù, ed è giunta
fino a noi. Dal suo primo sbocciare ora è in tutto il mondo.
La Chiesa è apostolica perché “ custodisce e trasmette, con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in essa, l’insegnamento, il buon deposito, le parole sacre udite dagli apostoli”. E’ un tesoro conservato lungo i secoli custodito dalla Chiesa, come la Sacra Scrittura, la dottrina, i Sacramenti, il ministero dei Pastori (Vescovi), in modo da rimanere fedeli a Cristo e partecipare della sua vita. Papa Francesco si spiega dicendo che è come un fiume che scorre
nella storia, si sviluppa, irriga, ma l’acqua che scorre è sempre quella che parte dalla sorgente, e la sorgente è Cristo stesso: Lui è il Risorto, lui è il Vivente, e le sue parole non passano, perché Lui non passa, Lui è vivo, Lui oggi è presente in mezzo a noi, ci ascolta, parliamo con Lui e di Lui, è nel nostro cuore.
E’ un grande dono la Chiesa.
Dobbiamo soffermarci spesso a meditare la grandezza del dono che con la Chiesa Gesù ha voluto lasciarci. Ed è questa la bellezza della Chiesa, attraverso essa noi possiamo incontrarlo. Lungo tutti i secoli, nonostante le tante difficoltà incontrate e sofferenze provate, la Chiesa è capace di trasmetterci l’autentico messaggio di Cristo. Rimane in noi la certezza che ciò in cui crediamo è veramente ciò che Cristo ci ha comunicato. E’ apostolica, ancora, perché è inviata a portare il Vangelo a tutto il mondo. La Chiesa continua la missione che Cristo le ha affidato: “andate dunque e fate discepoli
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato…” (Mt 28,19-20). Questo è quello che siamo chiamati a fare, questo è quello che ha detto Gesù. Ma tutti dobbiamo andare, tutti siamo inviati ad annunciare il Vangelo.
Le radici. La Chiesa ha le sue radici nell’insegnamento degli apostoli, testimoni veri di Cristo, per Lui hanno versato il loro sangue. Una Chiesa chiusa in se stessa e nel suo passato, che guarda solo le piccole regole, è una Chiesa che tradisce la propria identità.
Dobbiamo riscoprire la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa apostolica: con la preghiera e con l’annuncio del Vangelo, con la nostra vita e con le nostre parole.

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