Triduo Pasquale - Giovedì - Cena del Signore (Giovanni)
 Questo è il mio corpo,questo è il mio sangue; fate questo in memoria di me.-
 Es 12,1-14/Sal 115/ 1Cor 11,23-26/ Gv. 13,1-15 – Istituzione dell’Eucarestia


 Tutti i suoi amici erano convocati per un momento di ringraziamento e di fede insieme per ricordare la Pasqua di liberazione dall'antica schiavitù d'Egitto. Era una grande gioia nel ritrovarsi insieme al Maestro per una simile circostanza e per un momento così solenne; mentre tutti erano raccolti in preghiera e in profonda intimità con il Signore del cielo, ecco che il Maestro si dona ai suoi nel Pane e nel
Vino dicendo: "Questo è il mio corpo,questo è il mio sangue che è dato per voi" e aggiungendo poi con autorità: "fate questo in memoria di me". Perchè lo continuassero nel tempo quale vero Pane per la vita degli uomini e nello stesso tempo stabilire per sempre la sua presenza in mezzo a noi. Io sarò con voi fino alla fine del mondo, era la sua parola. Come non accogliere questo dono della sua presenza e del suo amore per noi. Uno di loro, Giuda, rammaricato perchè non ha trovato il suo ruolo di prestigio abbandona il convito e Lo tradisce.
 TRACCIA di RIFLESSIONE:
All’interno della comunità degli apostoli, i rapporti reciproci sono valutati in chiave di servizio e non di potere, e trovano la loro più perfetta espressione nel momento dell’azione eucaristica. Chi presiede la comunità e ne è responsabile, presiede anche l’eucarestia: raccoglie la comunità nella preghiera comune, come la unisce nelle
diverse attività della parola e dell’aiuto reciproco. Per essere coerenti con il loro ministero, il vescovo con i sacerdoti sono i più vicini al Cristo – servo nel consacrare totalmente le loro forze e la loro vita all’attività ecclesiale. I presbiteri ad immagine di Cristo, sono consacrati per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare
il culto divino, quali sacerdoti del N.T. Esercitano il loro sacro ministero nel culto eucaristico, dove agendo in persona di Cristo e proclamando il suo mistero, uniscono le preghiere dei fedeli al sacrificio del loro Capo e nel sacrificio della Messa ripresentano e applicano, fino alla venuta del Signore, l’unico sacrificio del N. T.,
quello di Cristo, che una volta per tutte offrì se stesso al Padre quale vittima immacolata. Divenuti modello del gregge, presiedono e servono alla loro comunità, in modo che questa possa essere chiamata degnamente col nome di cui è insignito tutto e solo il popolo di Dio, cioè la Chiesa santa.
La prima lettura: i ricorda che Israele deve mangiare l’agnello e con il sangue tingere gli stipiti delle case a protezione. Questo è il segno del passaggio di Dio e della liberazione. E’ un simbolo dell’Agnello di Dio, Gesù, che toglie i peccati del mondo, che muore sulla croce, nel cui sangue siamo liberati. Ogni volta che riceviamo
l’eucarestia rinnoviamo la Pasqua, la manducazione del vero agnello immolato sulla croce.
La seconda lettura: ci presenta come la comunità di Corinto aveva perso il senso dell’eucarestia. Paolo ricorda l’immagine originale del banchetto cristiano. E’ la Cena del Signore, risale all’invenzione di Cristo che nell’ultima Cena consegna il suo corpo e sangue nel segno del pane e vino. E’ importante entrare in comunione viva con la
passione e la morte di Cristo per risorgere con lui.
Vangelo – Gesù ama i suoi sino alla fine, e il segno di questo amore, illimitato, è il dono che fa di se stesso. E’ la sua vita resa usufruibile per i suoi. La lavanda dei piedi è come il simbolo di questa donazione: Gesù è venuto per servire. L’amore è vero quando è servizio. Gesù sa di essere il Signore e Maestro, non eserciterà la
potenza, ma porterà al massimo l’amore. Questa è la carità che i ha redento e che dobbiamo attestare.

La lavanda dei piedi è un atto d'amore da parte di Gesù per i suoi: per essi egli è capace di prestarsi agli uffici più umili. Diviene così un'azione esemplare: così devono comportarsi i suoi gli uni verso gli altri. In più è un atto di purificazione. La missione di Gesù ha come scopo di unire a se un popolo di seguaci, di discepoli; ciò non va inteso a livello di un maestro che mira a formare una scuola. La Messa in Coena Domini, è il convito dell'amore di Cristo, segna il passaggio d'amore di Cristo dal mondo al Padre e compie il passaggio dell'uomo dalla morte alla vita. Qui Gesù assume e trasfigura il rito dell'immolazione dell'agnello, come è stato tramandato. Con il sangue dell'agnello venivano segnati gli stipiti delle porte di casa, a ricordo della liberazione dall'Egitto. Ora è Gesù il vero Agnello pasquale, a lui non verrà spezzato alcun osso. Con i suoi discepoli, nell'ultima cena, anticipa nel segno del pane spezzato e del vino, il sacrificio della croce. Questi segni del suo amore, li troviamo spiegati nella lavanda dei piedi. L'amore è un piegarsi verso coloro che vogliamo aiutare e salvare. Ogni banchetto, dove viene servito il nutrimento dell'amore, ci fa fratelli e membra del Corpo del Cristo che è la Chiesa. Oggi la comunità si riunisce intorno alla mensa del Signore come i discepoli al Cenacolo. Sono giorni in cui ricordiamo Gesù che affronta la passione e la morte per dirci tutto il suo amore ritrovandoci insieme come famiglia di Dio. Nella prima lettura sono
ricordate le prescrizioni da osservarsi nel corso della cena pasquale.
Un rituale che suggerisce quell'attenzione e fede da praticare quando ci si trova alla presenza di Dio. Paolo ci presenta il sacrificio di Gesù come rito della nuova Pasqua e nuova Alleanza. In questa Eucarestia si ricordano tre consegne da parte del Signore: La consegna alla morte attraverso il bacio di Giuda, La consegna del precetto
dell'amore, espresso nella lavanda dei piedi, La consegna del sacramento Eucaristico, attraverso i segni del pane e del vino.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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