Tempo di Pasqua - II Domenica (Giovanni) - C

<!--[if !vml]-->Otto giorni dopo venne Gesù -

<!--[if !vml]-->At 5,12-16/Sal 117 /Ap 1,9-11.12-13.17-19/ Gv. 20,19-31

<!--[if !vml]-->Ormai tutti ne parlano ed erano colmi di gioia perchè il sepolcro è vuoto, il Maestro è risorto. La sera del giorno dopo il sabato l'avevano incontrato, con il suo saluto "la pace sia con voi" offre il dono del suo Spirito per il perdono dei peccati, l'avevano riconosciuto. Ma Tommaso non era presente e rifiuta d'ascoltare e credere alla parola dei suoi che manifestano la propria fede. "Se non vedo e non metto..." dice, non crederò. Ed ecco che otto giorni dopo ridonando ai suoi la pace chiama Tommaso e "metti qui il tuo dito e la tua mano ...e non essere incredulo" Tommaso vede e dice: "Mio Signore e mio Dio". Così dalla sua bocca esce la professione della sua fede. Ma il Maestro a lui: "hai creduto perchè hai veduto". Io ti dico: "Beati coloro che crederanno senza aver visto". Coraggio, fratello, crediamo anche noi per incontrare il Risorto.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

“ I poteri del Risorto “. Nel primo giorno dopo il sabato, Gesù risorto appare agli apostoli e trasmette loro i suoi poteri, frutto della sua vittoria pasquale sulla morte e sul peccato. I suoi discepoli riconoscono in lui il Signore. Il giorno della risurrezione, giorno del Signore, viene ad assumere la caratteristica del giorno di Jahvè, giorno cioè del giudizio escatologico, con il raduno dei suoi fedeli, con la vittoria sui nemici e con l’instaurazione del suo regno. Molto sobriamente i racconti evangelici mostrano la nuova situazione del Risorto, libero da ogni costrizione temporale e di spazio, presente in mezzo agli apostoli radunati in assemblea. Gesù è presentato con gli attributi sacerdotali (abito lungo, fascia d’oro) e regali, come (il primo e ultimo) il senso della storia nel suo potere sulla morte e gli inferi. E’ davvero il Signore, Dio come il Padre, il vivente per sempre, colui che comunica la vita di Dio ai suoi. Di questo potere viene investito il gruppo degli apostoli, potere di liberazione dalle malattie, dagli spiriti impuri, segno di liberazione dal peccato. La Chiesa sa di portare al mondo il potere della liberazione dal peccato con la potenza dei sacramenti nei quali opera Cristo con il suo Spirito. La Chiesa fa risorgere una creatura nuova e la trasferisce dal male al regno dell’amore di Dio.

1 Lettura: Vediamo una comunità cristiana che cresce per la fede nel Signore presente in essa, e particolarmente negli apostoli, con la sua forza risanatrice. Bastava l’ombra di Pietro perché i malati guarissero. In essa proseguivano i miracoli di Gesù: segno che il regno di Dio era in atto, che incominciava quella redenzione e quel rinnovamento dell’uomo che troverà la sua pienezza con la risurrezione.

2 Lettura: Giovanni è rapito in estasi, fin dal principio appare l’importanza della domenica, della memoria di Gesù risorto. Perdere il senso della domenica porterebbe fatalmente la comunità a dimenticarsi di Cristo, a lasciar svanire la memoria di lui nell’eucarestia, a sbiadire l’immagine e l’esperienza di Chiesa. Giovanni vede Gesù risorto da morte, tutta la storia è sostenuta da lui che gli dà significato e riuscita.

Vangelo – Tre sono gli aspetti dell’incontro di Gesù risorto con i discepoli. La pace, la grazia e l’effusione dello Sp. Santo per il perdono dei peccati. La Chiesa è luogo e sacramento di misericordia, dal momento che lo Spirito vive in essa. Non guardiamo alla debolezza dei ministri, alle loro impazienze o freddezza, solo loro possono trasmettere lo Spirito che sa rimuovere e purificare la nostra vita. Importante per noi conservare e vivificare la fede.

 

 La prima comunità cristiana di Gerusalemme si riunisce nel portico del Tempio, dove Gesù aveva insegnato, stretta attorno agli apostoli, dove i miracoli compiuti nel nome e potere di Gesù dimostravano la fede nel Risorto. Molti, pur non convertendosi, tuttavia rispettavano la comunità nuova. Nella 2 lettura, Giovanni descrive la visione del Cristo glorioso in vesti sacerdotali e regali, che si dichiara, come Dio, il Primo e l'Ultimo, cioè principio e fine di tutto, come Dio è il Vivente, come uomo era morto ed è risorto. I sette candelabri rappresentano le sette Chiese alle quali egli rivolgerà elogi o rimproveri, esortazioni e moniti. Celebriamo oggi la festa della Divina misericordia. Dio è misericordia, ogni sua parola e ogni sua attività sono segno di una grande misericordia e amore; nel manifestarsi agli uomini, Gesù, rivela la bontà del Padre attraverso segni e miracoli e tramite il suo insegnamento. Questa misericordia operata da Gesù, viene continuata nell'attività degli apostoli, che mandati a predicare e a guarire, realizzano in pienezza la volontà salvifica del Padre, voluta fin dall'inizio della creazione e concretizzatasi nell'opera di Gesù. La conversione a Cristo è un segno della bontà del Padre, che chiama ogni uomo ad incontrare il suo Figliolo, per diventare tramite lui, suoi figli. Abbiamo letto che i cristiani stavano insieme, questa forma di comunione esprime chiaramente come l'amore di Dio manifesti nei credenti la forza di sentirsi famiglia. Nella seconda lettura Giovanni ha una visione, dove riconosce in quei vestiti sacerdotali e regali, la persona del Figlio di Dio. Nel Vangelo troviamo l'incontro di Gesù con i suoi, otto giorni dopo la sua resurrezione, vi è anche Tommaso l'incredulo che ora manifesta la sua fede. Gesù si presenta direttamente a lui per coglierne una fede viva, e Tommaso manifesta riconoscente la sua fede. Vi è un rimprovero per la mancanza di fede nell'apostolo, ma loda la nostra fede in quanto l'accogliamo senza averlo mai visto. Tutti siamo bisognosi di misericordia, ogni incontro con Cristo è un dono sempre nuovo del suo amore.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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