Tempo di Pasqua - III Domenica (Giovanni) - C
Prende il pane e lo dà a loro, e così il pesce.-

18 APRILE

At 5,27-32.40-41/Sal 29/Ap 5,11-14/ Gv.21,1-19

 Per rendere sicura la fede nei suoi, ecco che si manifesta in quel di Tiberiade, sul lago. Pietro è a pescare con i suoi amici, ma nulla prendono quella notte. Gesù si presenta e chiede del cibo, ma non hanno nulla, ordina loro di gettare la rete sulla destra della barca, obbediscono a questo suggerimento senza riconoscerlo ed ecco che le reti quasi si rompono per l'abbondanza di pesci pescati. Giovanni, il giovane discepolo, dice a Pietro: "E' il Signore". Questi si veste e si getta in mare per raggiungere il Maestro. Nel frattempo portano a riva più di centocinquanta grossi pesci, le reti non si spezzano, siedono a riva e mangiano con il Maestro ora riconosciuto. Questa è la terza volta che il Maestro si presenta davanti a loro. A Pietro chiede per tre volte: "mi ami tu?" la risposta è affermativa. A lui affida il suo gregge fatto d'agnelli e pecorelle. Pietro però piange alla terza domanda. Gesù gli confida la sua sofferenza e poi gli dice semplicemente: "seguimi".

 

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Il mondo è il luogo in cui il cristiano raggiunge ed incontra i suoi fratelli percorrendo i loro stessi sentieri, anche se è portatore di una linfa che supera e sublima i dinamismi puramente terreni, per contribuire al loro rinnovamento. Non basta la fede ne il desiderio di bene per rinnovare la società, ma è necessario inserirsi nelle sue istituzioni. Il vero ritratto del lavoratore cristiano riassume quali devono essere le qualità umane richieste ad un cristiano che vuole costruire con Dio i cieli e la terra nuovi. Di fronte alle sfide attuali quali: disoccupazione, condizioni inumane di lavoro, di salario, di abitazione ecc…il lavoratore cristiano vuole impegnarsi a ciò non più in strutture marginali, ma nel senso delle istituzioni profane esistenti rispettando la loro autonomia. Il lavoratore cristiano è piuttosto un uomo più umano degli altri, un operaio preoccupato degli altri della liberazione, della difesa del più debole, della promozione collettiva, della realizzazione di una società più giusta e più fraterna. Qui prendono corpo la sua fede e la sua carità. Di fronte alle diverse soluzioni per aiutare l’uomo, partecipe dell’amore che Cristo ha per ogni essere umano senza escludere nessuno.

1 Lettura: Nessuna minaccia intimorisce gli apostoli. Essi attestano, con la forza dello Spirito che Gesù, appeso alla croce, è risorto, che è Capo e Salvatore, da ui viene la grazia della conversione e il perdono dei peccati. In mezzo agli oltraggi, che accolgono come un onore, la Chiesa continua a dare testimonianza e a predicare che Cristo è risorto. La forza e il coraggio vengono dall’amore del nome di Gesù.

2 Lettura: Gesù è l’Agnello immolato e da questa sua offerta viene la sua gloria eterna. Per la sua morte egli è stato costituito centro e termine di adorazione da parte di tutte le creature del cielo e della terra. Tutto l’universo è per lui. Noi lo adoriamo, gli diciamo il nostro Amen di consenso e di amore. Accogliere Cristo vuol dire essere nella vera libertà, che è dono del suo sangue. E’ importante scoprire che Cristo è tutto per noi.

Vangelo – Quando il Risorto si avvicina ai suoi discepoli, la pesca da sterile si fa copiosa. Anche la Chiesa riesce, e la sua barca si riempie, per l’opera dei nuovi pescatori, ma anche perché Gesù risorto è sempre con lei. Gesù poi li invita a mangiare, invito che si rinnova nell’eucarestia. Il gregge appartiene sempre a Cristo, non agli uomini, e va pascolato e guidato con amore. Pietro in particolare avrà questo compito da parte del Cristo.

 

Pietro rimprovera alle autorità di Gerusalemme di non aver compreso che Gesù è il Messia aspettato da tutto il popolo eletto e che soltanto credendo e convertendosi a lui era possibile salvarsi. A loro che avevano condannato il Cristo e ora pretendevano d'impedire agli apostoli di diffondere l'insegnamento e di proclamarne la sua gloria.

Nella seconda lettura, Giovanni contempla gli esseri del cielo insieme a tutte le creature nel lodare e glorificare Dio e il suo Cristo, Signore e Salvatore di tutti. Nell'incontro con i discepoli presso il lago di Tiberiade il Cristo Risorto richiama, con semplicità e l'eloquenza dei suoi gesti, i giorni di intimità con il loro Maestro, mentre la sua presenza li immerge nell'atmosfera del divino.

E' il Signore. Così Giovanni, il prediletto del Signore, manifesta la sua certezza di fede davanti agli apostoli intenti alla pesca, quando si presenta Gesù. Questa certezza dovrebbe essere il nostro grido di fede che dica tutta la nostra riconoscenza a Dio per essere stati adottati da Lui come figli, e per avere un fratello così buono da dare per noi la sua vita. Questa esclamazione di Giovanni dice la sua certezza che Gesù è veramente risorto. Lui infatti ha seguito il Maestro fin sotto la croce, è poi salito al sepolcro che ha trovato vuoto, ma con segni particolari che lo hanno portato a credere.

Pietro cingendosi la veste ai fianchi va incontro al suo Signore, dopo aver faticato invano tutta la notte, e manifesta che il Signore è veramente risorto. A lui Gesù chiede: mi ami? e per tre volte, come tre volte lo aveva rinnegato, piange, ma Gesù vista ora la sua fede lo conferma guida del suo gregge, della Chiesa.

Pietro dovrà essere il pastore che nutre, guida e protegge il gregge di Gesù, in spirito di servizio, con dedizione assoluta fino alla morte, condividendo la sorte di Cristo, supremo Pastore. Erano ora pescatori di uomini.

Cantiamo anche noi un canto nuovo come ci suggerisce la seconda lettura, perchè chiamati alla redenzione.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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