Tempo di Pasqua - IV Domenica (Giovanni) - C

<!--[if !vml]-->Alle mie pecore io do la vita eterna -

<!--[if !vml]-->At. 13,14.43-52/Sal 33/ Ap. 7,9.14-17/ Gv. 1,27-30

<!--[if !vml]-->Grande nel suo cuore è l'amore verso il Padre che chiama tutti gli uomini a salvezza, donando la sua vita. Singolare è il suo modo di pascolare il gregge che il Padre gli ha affidato, la fiducia è profonda tanto che dice: "le mie pecore ascoltano la mia voce". Lui le conosce una per una ed esse Lo seguono per i sentieri che conducono al lieto e ubertoso pascolo. Per loro dona la vita e un nutrimento per cui non si perderanno mai, e nessuno potrà mai strapparle alla sua amicizia. E' lo stesso Padre che gli ha affidato questo gregge, Lui è il Signore, nessuno oserà mai rubargli il gregge. Il Pastore e il Padre sono un solo Amore e chi vive di questa Comunione non potrà mai smarrirsi. Chi ascolta e segue l'amore e le parole di vita eterna che il figlio offrirà non sarà mai deluso e non si perderà mai. Il pastore dona la sua vita perchè il gregge non abbia mai a morire.

 TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

In Cristo che si fa agnello per essere immolato e lavarci col suo sangue, che si fa pane per nutrirci, noi vediamo il vero volto di Dio Padre. Pensiamo Dio ricco e potente, e lo è. La sua ricchezza non consiste nel possedere ma nel dare, nell’impoverirsi; e non fa uso della sua potenza per imporsi ma per farsi accettare. E’ il figlio che manifesta a noi il Padre, povero per eccesso di ricchezza, traboccante di una vita che non cerca di tessere per sé, ma che riversa con liberalità, smisurata, in noi, attraverso il Cristo; infatti egli dona a noi senza misura il suo Spirito. Come esempio di questa generosità noi leggiamo che lui non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha sacrificato per tutti noi, come non i darà anhe tutto il resto? (Rom. 8,32). Se Dio non rifiuta di sacrificare ciò che ha di più caro, il proprio Figlio, si deve comprendere che egli non risparmia se stesso, che si spoglia per noi del proprio essere e della vita, che dà se stesso a noi mentre ci dà suo Figlio. La figura del Cristo – Agnello – Pastore ci porta a capire che come pastore instaura rapporti personali con ciascuno di noi; per il suo amore che ci raggiunge nella nostra più profonda identità, non naufraghiamo nell’anonimato di un gregge senza nome, lui ci conosce e noi lo conosciamo a tu per tu, lo sentiamo vicino in ogni momento della nostra vita.  

1 Lettura: C’è chi respinge la salvezza e chi invece la riceve; chi si chiude e chi si apre alla luce; chi bestemmia e chi loda pieno di gioia. Rallegriamoci per essere chiamati ad essere cristiani e discepoli; di pensare al dono che ci è fatto, e perseveriamo nella grazia. Non basta aver ricevuto la salvezza; occorre vincere le tentazioni della stanchezza e mediocrità ed essere coerenti. Cristo per redimerci è morto in roce.

2 Lettura: Gesù è pastore e agnello, nel cui sangue sono lavate le colpe; pastore alla guida del quale si giunge alle sorgenti di acqua viva. Tutti chiamati a mantenere integra la nostra vita, e vivere la speranza per giungere alla gloriosa comunione. Non c’è distinzione di lingua o razza, Cristo è redentore e Signore universale.

Vangelo – Gesù chiama gli uomini alla salvezza; li conosce e dona la sua vita. E’ un modo singolare di essere pastore. Un legame profondo ci unisce a lui e nessuno ci può strappare dal suo amore. Questa presenza e carità corrispondono al progetto di Dio, che affida a Gesù l’umanità da redimere. Ma Cristo è una cosa sola col Padre, pur dichiarandolo più grande di tutti. Per questo non ci lasciamo scoraggiare da nessun evento e disavventura.

 

 

La predicazione dell'apostolo Paolo era rivolta agli ebrei per annunciare che Gesù era il Messia promesso ai loro padri; ma il messaggio evangelico, come già avevano previsto i profeti, era destinato anche ai pagani, cioè a tutte le genti. Non è quindi un privilegio per i discendenti di Abramo, Intorno al Cristo (2 lettura) Giovanni vede una moltitudine immensa di ogni nazione e razza, redenta dal sangue di Cristo ed a lui eroicamente fedele nella sofferenza e nella persecuzione. Tutti quelli che ascoltano la voce del Buon Pastore e lo seguono, fanno parte del gregge. Nessuno può sottrarre a Cristo coloro che il Padre gli ha dato. "Io sono nel Padre, e voi in me ed io in voi.."aveva detto. "Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" Non esiste certezza più grande dell'amore di Dio e nessuno si perde se non vuol perdersi, rifiutando di essere amato. In questa liturgia domenicale la figura del Pastore è ricordata sia nella preghiera che nella predicazione di Gesù. Nella preghiera Gesù ci invita a chiedere operai per la sua messe...pregate. Poi passa ad elencare le qualità del pastore che : conosce, ama, protegge, difende, provvede, cura, conduce ai pascoli le sue pecore. Il gregge è chiamato a seguire, ad ascoltare. Il vero pastore, a differenza dei mercenari, è colui che dà la sua vita, nessuno quindi può toglierci dal suo amore.
1) Il buon pastore, "conosce", cioè protegge, ama, cura e possiede, cioè c'è un'intima comunione vitale con i suoi discepoli.
2)"dà loro la vita" cioè dà la vita definitiva, la vita eterna.
3)"Io e il Padre siamo una cosa sola" per dire la medesima sollecitudine per la salvezza che c'è nel Figlio come nel Padre.
Ugualmente tre sono le caratteristiche delle pecorelle, ossia dei discepoli:
1 - ascoltano la sua voce.

2 - seguono il pastore.

3 - conoscono il pastore.

Oggi è giornata di preghiera per chiedere nuovi pastori per la Chiesa, pastori santi e veri, che sappiano guidare il popolo di Dio.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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