Tempo di Pasqua   - VI Domenica (Giovanni) - C

Lo Sp. Santo vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

 

At 15,1-2.22-29/Sal 66/ Ap 21,10-14.22-23/ Gv. 14,23-29

Colui che veramente ama certamente ascolta e osserverà il comando,così dice Gesù ai suoi e aggiunge che il Padre del cielo, suo e nostro, lo amerà, e loro, Gesù e il Padre, prenderanno dimora in lui che ascolta e ama. Certamente chi non conosce l'amore non ascolta le Sue parole. Ma la parola,non è poi Sua,ma del Padre che lo ha mandato. Perchè noi possiamo comprendere questa parola, il Maestro chiederà al Padre un Consolatore; è lo Spirito che insegnerà e i farà ricordare tutto quello che lui ha insegnato. Per realizzare questo progetto ci offre anche la Sua pace, diversa da quella che offre il mondo, perchè non conosce e non la possiede. Dice di non turbarci per il suo allontanamento, lui sarà sempre con noi, ritornerà. Apriamoci alla fede prima che ciò accada.

TRACIA di RIFLESSIONE:

 

Tempo di Pasqua - V Domenica At. 14,2b-27/Sal.144/Ap. 21,1-5° /Gv 13, 31-33a. 34-35- C
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate

gli uni agli altri.

Dopo aver celebrato il grande rito di ringraziamento della vecchia

legge e aver costituito il nuovo quale sacramento della nuova  Alleanza, nel pane e nel vino, cioè il suo corpo e sangue dato per noi, ecco che il traditore abbandona la mensa.

Il Maestro annuncia ai suoi che ormai è stato glorificato e anche il Padre, attraverso

la sua obbedienza che si sta consumando tramite il Suo sacrificio.

Ricorda ancora ai suoi che breve sarà la sua permanenza in mezzo a loro ricordando

il comandamento nuovo: " Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati "

Questo nuovo modo di servire l'amore, sarà la carta d'identità autentica dei suoi seguaci che saranno riconosciuti per come sapranno amare.

TRACCIA di RIFLESSIONE: Sembra che il progetto di liberazione evangelica, affidato a noi cristiani, trovi lentezza e intoppi e finisca per realizzarsi senza l’apporto dei cristiani stessi. Non sempre siamo i primi a raggiungere le barricate sulle quali si combatteva per la difesa e la liberazione dell’uomo. Dobbiamo riconoscere che quanti hanno intrapreso la lotta prima di noi, a volte con ambiguità, anche gravi, sono sulla linea di quella liberazione che il Vangelo ha proclamato, senza farne l’esclusiva di nessuno, ma di uomini di buona volontà. Spesso siamo avanguardie mancate, lontani dall’onda della storia, abbiamo spesso favorito che quest’onda si trasformasse in acqua stagnante. Dio non fa discriminazioni. I santi sono stati in prima linea, non solo nei secoli lontani, in prima linea in ogni iniziativa di liberazione. Ma l’uomo non è solo nel suo sforzo solitario a costruire questo nuovo mondo. E’ l’uomo insieme a Dio, in collaborazione con Dio. Coloro che pensano di fare a meno di Dio sono destinati a soccombere. Non è la lotta o la violenza, ma l’amore è il centro propulsore della storia. Fuori dell’amore, di questa forza originale cristiana non resta che la spirale dell’odio e della violenza, con rovine e distruzioni.

1 Lettura: I discepoli del Signore vengono esortati a rimanere fermi nella fede. Certamente non mancano le tribolazioni che possono metterla in pericolo, ma le sofferenze sono necessarie per entrare nel regno di Dio. Le comunità sono affidate ad anziani (sacerdoti) che sono al servizio del Signore. Chi presiede non sostituisce Cristo, ma lo rende visibile.

2 Lettura: noi non siamo destinati a rimanere su questa terra, verrà un cielo nuovo e una terra nuova, verrà una ittà, Gerusalemme, dove Dio sarà in comunione piena con gli uomini, dove lutto e sofferenze non avranno più luogo. Così viene detto della nuova condizione he ci attende e di cui non abbiamo esperienza, ma sarà la nostra piena redenzione. E’ il risorgere on Cristo per la vita eterna.

Vangelo – Il brano si sofferma sulla glorificazione di Gesù. Giuda è uscito, tornerà come traditore per portare Gesù alla croce. Gesù vede già la sua glorificazione in questa situazione. La croce è di per sé fallimento: ma per il Signore e secondo il disegno di Dio è glorificazione. Gesù con la croce redime il mondo: questa è strumento e passaggio per la risurrezione. Vi è anche il comandamento nuovo: l’amore reciproco, segno di appartenenza a Cristo, distintivo dei discepoli. Se Cristo ci ha amato con la croce, noi non possiamo non amarci, l’eucarestia è comunione d’amore da condividere.

 

La liturgia di questa domenica introduce e presenta i tratti della comunità e la trasformazione operata dallo Spirito (l’amore), dopo la Pentecoste. Gesù consegna ai suoi il comandamento nuovo : è una chiamata che si fonda sull’amore che la passione, morte e risurrezione riveleranno e che corrisponde alla glorificazione del figlio dell’uomo. La gloria del Figlio e quindi del Padre si manifesta nella Pasqua, è l’amore senza misura con il quale noi siamo amati. (Come io vi ho amao).: è questo il presupposto del comandamento dell’amore che è nuovo perché si tratta di un amore che non è conosciuto ai nostri sforzi e alla nostra generosità, ma ha come unica forma e misura solo la carità del Cristo, così come si è donato sulla croce, senza limiti e misura. Questo amore trasfigura la creazione e ne fa una nuova realtà. Quasi pronta quale sposa per lo sposo. La Chiesa che vive nella carità di Cristo si trova nella dimensione sponsale di un amore che, di fronte alla morte e al lutto, alla sofferenza o a ogni affanno del mondo vede già compiersi le promesse di Dio. Questa è la Chiesa che cresce verso il Regno, è aperta a tutte le genti in modo che ogni uomo possa amare con quell’amore con cui Cristo ci ha amato.

 

Sembra che il progetto di liberazione evangelica, affidato a noi cristiani, trovi lentezze e intoppi e finisca per realizzarsi senza l’apporto dei cristiani stessi.

 

 

 Vent'anni dopo l'annuncio del Vangelo, nel Concilio di Gerusalemme fu deciso che i pagani convertiti non erano obbligati alle osservanze del giudaismo, perchè è la sola fede in Cristo che dona salvezza. Nella seconda lettura, Giovanni, presenta la Chiesa come la nuova Gerusalemme, città santa illuminta dalla gloria di Dio e dell'Agnello, cioè del Redentore. I credenti, pellegrini sulla terra, sono in piena comunione con i fratelli passati da questa vita e già contemplano il volto di Dio o sono ancora in attesa. Tutti infatti, in modi diversi, comunicano alla stessa vità di Dio e del prossimo. Il Padre ama coloro che amano e obbediscono a Cristo suo figlio, e stabilisce la sua dimora in loro. Il settimo giorno della settimana ci ritroviamo per celebrare la Pasqua settimanale, è un appuntamento che abbiamo nel sangue e non possiamo mancare all'invito del Signore, è manifestazione pubblica della nostra fede ed è segno del nostro amore per Cristo, contraccambiando così il nostro grazie a Dio per il dono così grande dell'Eucarestia. Dopo il nuovo comandamento dell'amore, Gesù ci ricorda che se uno ama la sua Parola, il Padre lo amerà e verranno ad abitare in noi. Ci ricorda ancora che il messaggio da Lui proclamato, non è suo, ma è del Padre, ed è da accogliere. Il messaggio di Gesù è custodito dallo Spirito che lui invierà a noi, per illuminarci su ogni cosa, perchè noi non siamo in grado di capirlo. Riconosciamo che il messaggio del Vangelo non è di facile comprensione, ecco perchè Gesù ci dona lo Spirito-Consolatore che sarà la nostra guida nella comprensione del suo insegnamento. Per accogliere la sua parola, il Signore ci dona la sua pace, che non è quella che offre il mondo che non conosce, ma la sua che è beatitudine. Il Signore ci raccomanda di non rattristarci se Lui ritorna al Padre, sarà ugualmente sempre con noi, ora la sua missione è terminata. Il Signore ci sceglie e ci vuole suoi amici, e desidera che noi impariamo ad amare come lui. Lo Spirito è dato per la guida sicura della comunità, attraverso la conoscenza del Vangelo ognuno può crescere in perfezione e santità. Lui è la sicurezza per la vita della Chiesa e la rende capace di realizzare un amore sponsale con il suo Signore. Cristo è modello sicuro per tutti coloro che vogliono camminare per realizzare la salvezza che è dono dell'amore del Padre.
I Martiri dicevano. "senza la domenica non possiamo vivere"
Così deve essere anche per noi, Cristo ci convoca, ci parla, ci offre il pane per irrobustirci di lui e ci manda nel mondo a portare la sua parola di pace, di amore e di perdono. 

DAVANTI A TE, SIGNORE
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