Tempo di Natale - (Luca) - c

Messa della notte - Oggi vi è nato un Salvatore - 25 DICEMBRE

Is 9,1-3.5-6/Sal 95/Tt 2,11-14/ Lc. 2,1-14.15-20

Sono molte le pagine del Vangelo che celebrano questa giornata di gioia, in cui la vera Vita si presenta ad animare e vivificare la nostra vita. La Parola di Dio che è eterna, con il Padre e con lo Spirito, si fa creatura nel grembo di una Vergine, scelta per dignità, a questo ufficio così importante, e viene in mezzo a noi per essere l'Emmanuele, cioè il Dio con noi. Viene a condividere le nostre ansie e debolezze, le nostre fatiche e il nostro cammino per raggiungere nuovamente quella dignità che abbiamo perduta fin dall'inizio nel Suo paradiso. Quel giorno infatti ci siamo sottratti liberamente dal suo amore.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 

“ Dio si fa uomo per noi “. Per riconquistare gli uomini, per sollevarli verso di sé, per parlare con loro, Dio è venuto quaggiù come un bambino, come un balbettio che è facile soffocare. E molti infatti lo soffocano. Lo soffocano facendo del Natale la festa dello spreco e del consumo. Altri soffocano Dio – bambino impedendogli di crescere: Dio rimane bambino per tutta la loro vita. Le parole che questo bambino ha portato agli uomini non sono ascoltare. Sono impegnative ed inopportune mentre un cristianesimo – caramella è molto più comodo. Noi annunciamo una gioia grande: ecco il nostro Dio. Oggi è nato il nostro Salvatore. Questa è la nostra gioiasa certezza; anche se molti uomini portano ancora incisa nella loro vita le parole di Isaia, nella notte profonda il nostro orecchio ha sentito: la stella del mattino si è levata, per noi è nato un bambino. Dio viene a salvarci, questo è il suo nome: Salvatore, è nella nostra lingua il nome più alo per Gesù, e significa certezza. Un Salvatore così vulnerabile, così debole e disarmato.

VANGELO della MESSA della VIGILIA. Gesù è Figlio di Dio, nasce anche come vero uomo, inserito in una genealogia. Egli è chiamato da Matteo figlio di Davide, per mezzo del quale risale ad Abramo. Egli nasce da Maria verginalmente, mentre Giuseppe, lo sposo, gli fa da padre terreno. Come Maria, anch’egli ha dato il suo consenso di fede alle parole dell’angelo e ha legato la propria vita a quella di Gesù.

VANGELO della MESSA della NOTTE. Il Natale è la festa della semplicità e della povertà di Dio. Il Figlio suo è deposto in una mangiatoia, l’unico luogo trovato disponibile. E’ la prima lezione che raccogliamo celebrando la festa. Ma intorno all’umiltà della grotta si diffonde la presenza degli angeli. Essi invitano alla gioia, infatti annunziano il Vangelo, danno la bella notizia che è apparso il Salvatore. Segno che facciamo un buon Natale e che non ci limitiamo ad augurarlo a parole, è che portiamo pace e bontà col perdono. Natale c’è perché Dio ci ama.

VANGELO della MESSA dell’AURORA. I pastori vanno con sollecitudine fino a Betlemme dopo l’avvenimento dell’angelo. Non sono i potenti ma gli umili a recari alla grotta, a gioire del Vangelo, a dare gloria a Dio. Senza un’umiltà profonda, senza la meditazione, a somiglianza di Maria, la Madre di Gesù, non si capisce e non si gusta nulla del Natale. Isaia nella prima lettura ci dà l’avviso che arriva il Salvatore e ha la ricompensa. La Chiesa, con maggior forza, come ripete l’annunzio: il Salvatore è nato a Betlemme. Paolo, nella seconda lettura, ci ricorda che il Natale del Signore è la suprema manifestazione della bontà di Dio e del suo amore per gli uomini. Questo amore diviene concreto per noi con il dono dello Sp. Santo elargito nel battesimo, e poi in tutti gli altri sacramenti. Facciamo il Natale quando riceviamo i sacramenti, e la vita di Gesù si inserisce in noi. Pensiamo al sacramento ogni volta che li riceviamo.

VANGELO della MESSA del GIORNO. L’evangelista Giovanni vuol dire che il Figlio di Dio, che esiste dall’eternità, che è Dio e Creatore, che è fonte della vita e della luce, è veramente uomo e non solo in apparenza. Quanti lo accolgono nella fede diventano a loro volta figli di Dio, sono generati da Dio. Allora il Natale è la festa della famiglia cristiana. Lo sforzo, dinanzi al presepio, è quello di riconoscere in ogni uomo un vero fratello. Isaia nella prima lettura, ci dice che il lieto annunzio è il – Vangelo – e cioè che Dio è in mezzo agli uomini, che egli ne è il redentore che le ragioni della tristezza non ci sono più. Nella seconda lettura troviamo come il Figlio di Dio che nasce a Betlemme è la Parola divina definitiva. Tutte le cose create trovano in lui il loro fondamento. Nulla è stato fatto senza di lui. Ora, compiuta la purificazione dei peccati, egli si trova glorioso alla destra del Padre. In Cristo, Dio, ha manifestato se stesso: le varie parole e profezie dell’Antico Testamento si riassumono in Gesù, verso il quale tendeva tutta la speranza di Israele.  

 

Leggendo i testi delle letture della festa di Natale, il messaggio si presenta quasi come annuncio di sofferenza e fatiche. Il CENSIMENTO, ordinato da Cesare Augusto diceva che tutti i sudditi dovevano andare a censirsi nel paese di origine del casato. Qui notiamo come le persone vengano considerate, dai grandi, come delle pedine che si possono muovere a piacimento, senza tener conto delle varie difficoltà. Anche questo è un mezzo per impoverirli sempre di più, sia nel campo economico che di relazione. Maria e Giuseppe, dalla Galilea devono portarsi alla Giudea, a Betlemme, luogo del casato di Davide di cui Giuseppe era discendente. Nella messa dell'aurora leggiamo che le prime persone attorno al bambinello sono pastori, gente senza fissa dimora in quanto segue il gregge dove trovano pascolo. Gente per di più considerata impura appunto perchè trattava con gli animali, ma proprio questi sono informati dall'angelo del grande avvenimento, anche perchè bisognosi di consolazione. A questi il bambino si rivela quale Signore dei poveri e dei semplici, ed è per loro il primo annuncio della salvezza lungamente attesa per opera degli angeli. Altro luogo di sofferenza e umiliazione è il luogo dove la Vergine ha partorito il suo figlio; per loro infatti non c'è posto in albergo, sono poveri. Sebbene il presepe è per noi come segno di poesia e tenerezza, in realtà ci dice la situazione sofferta da Maria e Giuseppe. Dobbiamo quindi saper leggere in quei presepi costruiti nelle nostre chiese. Per questo motivo ci viene in aiuto il Vangelo del giorno, dove si legge..."in principio era il Verbo...e il Verbo si è fatto carne...e venne ad abitare in mezzo a noi" Per tutta la sua vita terrena Cristo ha cercato casa nel cuore dell'uomo, ancora oggi fa fatica a trovare un luogo dove dimorare, spesso non è accolto. Lui è l'Emmanuele, il Dio con noi. Lui è con noi, ma noi preferiamo rimanere soli, la sua presenza e il suo messaggio ci preoccupano, ci da fastidio, perchè lui è esigente e noi non siamo ancora pronti a fidarci totalmente di Lui e del suo amore. Preferiamo le stravaganze della vita che portano al nulla se non alla disperazione. Ma il messaggio che cogliamo questa notte è un altro. Rallegriamoci tutti nel Signore. E' questo l'invito che ci rivolge la liturgia della notte santa. La nota di gioia e dell'esultanza pervade la nostra celebrazione. "hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia" ancora"vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo" dice l'angelo ai pastori. e "gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama" cantano gli angeli sulla grotta ad esprimere la lode non solo della terra ma anche del cielo. Così ci viene spiegato la ragione di questa grande gioia: "è nato per noi un bambino e un figlio ci è stato donato" na non uno qualunque, anche se ogni nascita è sempre un grande dono, ma solamente perchè questo" sulle sue spalle è il segno della sovranità" cioè (è Re). Lui infatti è chiamato: (consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre e Principe della Pace). Il Vangelo ci ha detto che questo bambino e figlio è Gesù, il Dio che salva, e che nasce a Betlemme, la città del Pane, perchè Lui si farà pane per noi. E' attraverso Lui che si realizzano le Profezie: lui è l'Emmanuele, il Dio con noi, è il Salvatore promesso, è soprattutto il Cristo Signore, il Re-Messia della stirpe di Davide, il cui regno non avrà mai fine. E' meraviglioso tutto questo, la sua nascita è un evento straordinario, unico nella storia, che non può non essere accolto, salutato e celebrato con vera gioia. Con Lui inizia il tempo del perdono, del vero amore che è servizio che ancora oggi viene svolto nel suo nome.

 

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