TEMPO DI QUARESIMA anno C –

 

 

IV Domenica (Luca) - 10 marzo 

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita -

Gios.5,9.10-12/Sal 33 / 2Cor.5,17-21/ Lc. 15,1-3.11-32

Era figlio ma non si comportò come tale, tanto è vero che ancora in giovane età, pretende dal Padre la parte della sua eredità senza nemmeno aver partecipato per realizzarla. Ottenutala, si allontana e malamente consuma tutte le sue sostanze. Vistosi poi ridotto in miseria in quella regione, e soggetto a fame ed anche umiliazioni,si alza e riconosce le sue malefatte e nel cuore confessa il peccato commesso. Preso poi coraggio ritorna dal Padre e chiede venia. Il Padre che ama e aspettava, lo vede, gli va incontro, l'abbraccia e lo bacia, ordina la festa col vitello e vestitolo a nuovo e con l'anello al dito. Il maggiore tornando dai campi non capisce e non accetta la festa per il ritorno del fratello e se ne lamenta. Condanna il Padre per tanta misericordia, ma il Padre, che è tale, conferma tutto il suo amore anche per lui, tutte le sue sostanze, dice, ti appartengono. Lo invita quindi alla festa, ma non sappiamo della sua partecipazione. TRACCIA di RIFLESSIONE: “ il ritorno del figlio “

Mentre il padre è proteso ad accogliere il figlio perduto, il fratello maggiore non voleva entrare in casa. Non basta essere sempre rimasti nella casa del padre se non si vuol partecipare al banchetto per il ritorno del fratello: bisogna saper perdonare lo sbaglio altrui. Non basta non aver fatto niente di riprovevole: bisogna saper aspettare con desiderio chi da casa si è allontanato. Non basta aver osservato le leggi della Chiesa e dello Stato, aver lavorato per un mondo sempre più giusto; non basta chiedere perdono ai popoli che abbiamo sfruttato nel passato. Dobbiamo sempre perdonare a chi sbaglia. Spesso scacciamo di casa il figlio he si è comportato male, portiamo rancore al figlio che si è sposato contro la volontà dei genitori, manteniamo astio al marito o moglie che spendono quello che guadagnano. Noi ci riteniamo giusti, vogliamo esserlo, ma forse invidiamo chi sbaglia e ci annoiamo di stare sempre a casa. Quando poi ci accorgiamo che il Padre sta dalla parte di chi sbaglia, che lo ricorda perché l’ha nel cuore, che lo attende e fa festa al suo ritorno, per noi è troppo: dov’è la giustizia, ci chiediamo. La Chiesa è comunità di chi sbaglia, di chi cade, ma di hi vuol tornare a casa, comunità di chi capisce l’altro e l’aiuta a riprendere il cammino insieme.

1 Lettura: in questo brano scorgiamo come il cammino laborioso dell’esodo è terminato, la terra promessa è raggiunta e viene celebrata la pasqua: memoriale che accompagnerà Israele, ma non come ricordo di un avvenimento passato, ma segno che continua ad assicurare la presenza di Dio. Quell’antico riscatto era un’immagine e un’ombra della Pasqua di Cristo, che nel suo sangue ha liberato l’umanità dal peccato per introdurla nella vita eterna, la vera terra promessa.

2 Lettura: in questa Paolo ci esorta ad offrire la nostra vita per Cristo, come Gesù si è donato per noi. Ma vivere per Cristo significa essere una creatura nuova, vuol dire lasciarsi riconciliare da Dio, ricevere il perdono come gratuità e senza merito, perché il merito è di Cristo.

Vangelo – troviamo il figlio minore che con illusa fantasia e incauta determinazione parte da casa, nella sicurezza di potersi godere la vita senza vincoli. Ma la fame, l’umiliazione, la vergogna sono segno della sua imprudenza. Allora la coscienza si illumina e incomincia il cammino a ritroso. Non trova un castigo, ma un padre che lo attende, lo accoglie e lo ama, lo attende anche una riabilitazione, una riammissione che sorprende e indispettisce il fratello maggiore che si crede giusto e non è capace di rallegrarsi per questo ritorno. E’ stupore per i farisei che mormorano perché Gesù riceve e pranza con i peccatori.

 

Dopo aver liberato il suo popolo dalla schiavitù di Egitto, Dio mantiene la promessa fatta di dare ai suoi la Terra promessa. Entrando nella Terra promessa, gli Israeliti celebrano la Pasqua, in ricordo dell'intervento salvifico in Egitto. Al termine della storia salvifica dell'antico testamento, Dio manifesta nel suo Figlio immolato sulla croce, la gratuità del suo paterno amore, tanto che ogni uomo battezzato in Cristo, diventa suo figlio e nuova creatura. Il ministero del perdono è affidato da Cristo alla sua Chiesa, in modo che gli uomini possano accostarsi alla grazia, dimostrando la volontà di allontanarsi per sempre dal peccato. Cristo ci aiuta a capire come la ribellione alla volontà del Padre ci allontana dal suo amore, e ugualmente quanto è grande la sua misericordia verso coloro che ritornano a lui. Tanto è vero che nella parabola troviamo il Padre che va incontro, dopo lunga attesa, al figlio che ritorna. Dio è misericordia, ma questa, dobbiamo chiederla con un cammino di conversione, lo stesso cammino che ha percorso il giovane della parabola. La confessione è invito a superare le cattiverie del nostro cuore e a credere pienamente nell'amore di Dio che si manifesta in Cristo, attraverso il sacramento della Chiesa. Il Vangelo ci presenta questo figlio minore in cerca di libertà, sembra che il suo stare in famiglia, questa fosse impedita, ma quando sperimenta la privazione d'ogni cosa, riflettendo scopre che la vera libertà si vive nella comunione di casa, e ritorna quindi sui suoi passi. La quaresima è tempo propizio per questo ritorno a casa, per rimanere con Cristo e vivere della sua grazia.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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per un buon cammino..