TEMPO DI QUARESIMA anno C –

 

- V Domenica (Giovanni) - 17 marzo

Chi di voi è senza peccato,scagli la pietra contro di lei. -

Is 43,16-21/Sal 125 /Fil 3,8-14/ Gv. 8,1-11

Troviamo il Maestro impegnato ad insegnare, il suo luogo preferito è il Tempio, ed ecco che un gruppo di scribi e farisei conducono, proprio davanti a tutti, una donna che aveva peccato, ed era condannata alla lapidazione, secondo la Legge di Mosè. Alla sibillina domanda dei farisei, per sapere come la giudicava, Gesù concede loro il tempo di ripensarci scrivendo a terra. Ma alla loro insistenza, ecco che pronuncia una risposta che di per se è già condanna per loro: "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Gesù scrive nuovamente per terra pensando a quella donna, umiliata dall'arroganza maschile. Nel frattempo, tutti, dai più anziani ai più giovani si defilano lasciando la donna sola. Gesù chiede:"dove sono?, non ti hanno condannata? "Nessuno, Signore, è la risposta. E Lui: "neppure io ti condanno, ma và in pace e non peccare più". Solo il vero amore può conquistare chi ha sbagliato, solo così il peccatore si sente rassicurato per vivere la pienezza dell'amore.
TRACCIA di RIFLESSIONE:
 “ la novità di vita “.

Non basta osservare la legge per essere giusti davanti a Dio. Il fariseo osservante non può scagliare la pietra contro l’adultera, come non può scagliarla il cristiano praticante. La dove c’è miseria, dove c’è una persona piegata in due dal peso delle sue colpe, la ‘è dono di vita nuova, c’è salvezza. Salvezza gratuita per l’adultera e salvezza inaspettata per un popolo umiliato nella deportazione forzata: Ecco, faccio una cosa nuova…aprirò nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Per l’Israelita deportato era ancora difficile sperare, la parola del profeta lo stimola a scoprire l’intervento di Dio che sta per compiere una cosa nuova; il passato e la stessa liberazione dall’Egitto saranno superate dalle nuove realtà. Questa azione creatrice di Dio che ravviva ciò che è deserto e fa scaturire acqua abbondanti dalle aridità del suolo, diventa realtà nell’incontro con Cristo. Gesù sa trarre dalle tenebre l’universo di luce, di una peccatrice fa una credente, e con i peccatori fa il suo nuovo popolo, la Chiesa. La parola – non peccare più – è parola di liberazione e di novità. Richiama il passaggio dal mondo del male verso un mondo nuovo per la forza del Cristo. Gesù ha formato la famiglia di Dio in cui ogni uomo entra come figlio.

1 Lettura: leggiamo come Dio sa liberare dalla schiavitù di Babilonia e guidare nel cammino del deserto. Egli è in mezzo a Israele, fedele alla promessa e non amareggiato neppure della infedeltà. L’esodo è una nuova creazione, dove il passato non entra più. Viene formato un nuovo popolo plasmato da Dio, dedito alla sua lode.

2 Lettura: Paolo in questa lettera ci ricorda che tutto è spazzatura in confronto al dono di Cristo. Per colui che chiama, mio Signore, egli si è distaccato dalla vita, da ogni legame e da tutto ciò che prima stimava e amava, tutto ciò che poteva dargli fiducia in se stesso e nel valore delle proprie opere. Ora è Cristo il suo vero guadagno, che lo rende giusto, perché Dio è giusto, mediante la fede in lui.

Vangelo – troviamo Gesù che smaschera la menzogna e giudica con misericordia la malizia e l’ipocrisia di coloro he hanno portato la peccatrice al suo giudizio. Quella donna non deve tornare più a peccare, perché agli occhi di Cristo è infinitamente preziosa.lui è venuto per assolvere e offrire il perdono. Pertanto dev’essere illimitata la confidenza in colui che è venuto quale medico a cercare chi era perduto.  

 

Al popolo provato dall'esperienza dell'esilio, il profeta apre il cuore alla speranza, promettendo da parte di Dio, di cancellare il triste passato di peccato e di aprire un cammino di letizia. Qualche volta la vita di peccato favorisce l'incontro con il Signore e diventa occasione per cambiare la propria vita. Sentiamo le parole di Gesù: "d'ora in poi non peccare più" E' sempre Dio il primo ad intervenire per cambiare le situazioni nell'uomo, quando si sente schiavo di difficili situazioni. Sebbene il popolo d'Israele sia stato liberato dalla schiavitù, sette secoli dopo si trova ancora schiavo in Babilonia, e una volta liberato, può tornare a Gerusalemme. Paolo che era tutto fervente persecutore dei cristiani, ora è tutto preso dal desiderio di diffondere ciò che ha appreso nell'incontro sulla via di Damasco con il Cristo, ci ricorda che i doni spirituali ricevuti nel battesimo ci impegnano a fuggire il peccato, che compromette lo splendore e l'efficacia del sacramento. Il credente, riscattato da Cristo, si impegna nelle conquiste quotidiane della vita cristiana, nella comunione attiva con il Redentore per sperimentare la potenza salvifica della sua morte e risurrezione, per prepararsi alla vera vita. La Chiesa continua ancora oggi ad annunciare l'abbandono del peccato, specialmente in questo tempo di quaresima, per risorgere a vita nuova. L'antica legge viene praticata e, ogni colpevole deve sottostare, questa donna trovata nella colpa, ora dovrà subire la lapidazione. La strada del peccato però viene ad interrompersi con l'incontro con Cristo; Gesù le parla e indica una nuova strada, la strada della vita nuova. Quella donna rinasce così a vita nuova. Certamente la Legge non viene abolita, ma deve essere interpretata dalla misericordia di Dio, che riconosce la debolezza umana e la cura. Certamente non è piaciuto questo comportamento ai più, tanto che cercavano un pretesto per accusare Gesù e condannarlo. ma: "chi è senza peccato scagli la prima pietra" e tutti fuggono. Ogni uomo è peccato, tutti quindi siamo bisognosi di perdono. Così la donna condannata dagli uomini peccatori è assolta dall'uomo giusto. Anche a noi sarà dato il perdono se sapremo incontrare Cristo in umiltà. Nella sconvolgente lettura evangelica, Gesù non scusa la peccatrice, ma la perdona, nel perdono vi è tutta la capacità del vero amore. E' lui che tende la mano all'infelice, per toglierla alla umiliazione nella quale era precipitata col suo peccato e, aiutarla a rinascere a vita nuova. Importante è non abusare del perdono divino ripetendo le stesse colpe, ma decidersi per una conversione vera.

 
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