Domenica delle Palme (Luca)
 Lettura della passione del Signore
 Is 50,4-7/Sal 21/ Fil 2,6-11/ Lc. 22,14 - 23,56


Era un giorno di primavera un giorno di festa e tutti erano incamminati verso il Tempio per lodare il Signore del cielo. Ed ecco che il Maestro vuole entrare nella grande Gerusalemme. E' cantato Messia e applaudito re dei Giudei, è invocato come colui che viene nel nome del Signore. Il suo trionfo è su un piccolo asinello, in umiltà come conviene al servo del Signore. Davanti a Lui si stendono mantelli e tappeti, si sventolano rami di olivo e di palme per osannarlo. Ma ahime! Quell'Osanna dura poco perchè già nel cuore di quella gente, è forte il crucifigge. Non è ancora finita la festa che già c'è gente pronta a spiarlo. La sua vita onesta da molto fastidio, si cerca il modo più adatto per infangare il suo Nome ed anche la sua dottrina. Lo si vuole arrestare e condannare. Ma il Signore lo sa, per questo lui è venuto nel mondo per salvare e non per condannare.

Tanto era forte in lui questo desiderio che ha affrettato quell'Osanna per realizzare quanto prima il progetto del Padre. Dio è amore e vuole che ogni uomo si salvi.
TRACCIA di RIFLESSIONE: “ incontro alla morte “.
Gesù ha fatto sua, nell’incarnazione, la povertà radicata dell’uomo di fronte a Dio. Coerente a questa scelta, si è appoggiato sulla parola del Padre che nelle Scritture e negli avvenimenti gli indicano le vie per compiere la sua missione; non si è sottratto alla condizione dell’uomo peccatore, alla sofferenza che proviene dall’egoismo, né ai limiti della natura umana, come la morte. Un uomo come tutti, un povero in balia di tutti: così lo mostra il resoconto scarno e oggettivo degli evangelisti. Appare come una vittima dell’intolleranza e dell’ingiustizia, un emarginato, al più uno sacrificato dai suoi per un fallace calcolo politico. Ma questo non basterebbe a farne un
salvatore. Ciò che riscatta la sua morte, ciò che la trasfigura è l’immensa carica i amore con cui egli fa dono della vita, per liberarci dalla violenza, dall’odio, dal fanatismo, dalla paura, dall’orgoglio e dall’auto- sufficienza; per renderci disponibili a Dio e agli altri, capaci di amore e perdonare, di avere fiducia e ricostruire, di credere nell’uomo al di là delle apparenze e delle deformazioni.
1 Lettura: in questo brano i viene presentato il Servo di Dio come esemplare della docilità, dell’ascolto della parola e della volontà divina. Il suo è un destino misterioso: è oggetto di flagello, di sputo, di scherno e tuttavia non si ribella e non si disanima. Sa di compiere una missione di salvezza. Pensiamo a colui che è venuto non per essere servito, ma per essere servo e offrire la vita come prezzo di liberazione.
2 Lettura: in questo brano ci viene confermato che Gesù pur essendo di natura divina è apparso in condizione umana: ecco lo spogliamento del Figlio di Dio che appare nell’umiliazione e nell’obbedienza fino alla croce, fino alla morte. Ma dopo questa viene la risurrezione perché la croce è il sì d’amore al Padre.
LETTURA della PASSIONE – Gesù giunge con intimo desiderio alla sua ultima Pasqua, che consuma in se stesso, al posto di quella antica
definitivamente caduta. Sono i giorni che stanno al vertice della sua  esistenza e danno senso a tutto il disegno di salvezza. Nel segno del convito Cristo si fa servo, offre il suo Corpo e il calice, della nuova alleanza nel suo Sangue, ordinando di ripetere il suo gesto, voluto come memoriale vivo. Leggiamo il sudore di sangue, la preghiera, l’abbandono al Padre, il bacio di Giuda, il rinnegamento di Pietro, l’accusa fatta di menzogne, la curiosità di Erode, la preferenza a Barabba, l’abbandono di Pilato, la crocifissione e la parola del perdono, la conversione del ladrone e l’affidamento al Padre e la morte.
Già Isaia ci presenta il misterioso "servo di Dio" che affronta liberamente sofferenze terribili, con la massima fiducia in Dio e per amore dei peccatori del suo popolo. Questa profezia si avvera in Cristo, perchè totalmente dedito a compiere la volontà del Padre, a costo della sua vita. Dio, facendosi uomo, si è annullato della sua gloria attraverso la passione e morte in croce. Il Padre lo esalta, in premio della obbedienza, ma chiede che tutti lo riconoscano unico mediatore e salvatore, tra l'uomo e Dio. Il messaggio del Vangelo, è "messaggio della croce", che è verità di fede, centro del nostro culto e sorgente di ogni grazia. In questo Vangelo c'è un incalzare degli ultimi avvenimenti della vita del Cristo, dove scopriamo la grande malizia degli uomini e la grande e incrollabile sopportazione del Cristo. E' lui che abbraccia la croce per amore del Padre e degli
uomini in attesa di salvezza, realizzando così le promesse. Il messaggio della croce si presenta quindi come liberazione da tutti i mali, e ci riapre alla speranza. Dopo queste sofferenze patite dal Cristo, nessuno può più permettersi di dire che Dio non ci ama. Nella nostra sofferenza e prova, è Cristo presente che soffre. Ogni ingiustizia e sofferenza ha la sua origine nel rifiuto di Dio, che comporta ribellione alla sua volontà. Abbiamo momenti particolari in questa pagina: tra i suoi vi è un traditore, il gruppo se ne preoccupa e chiede he sia mascherato. Troviamo Pietro che si fa coraggio e vuole seguire Gesù per non lasciarlo solo, ma la sua debolezza nella fede lo fa rinnegare tre volte. Troviamo in Cristo il bisogno della preghiera, di stare unito al Padre. Troviamo dopo il processo e le varie umiliazioni da parte delle autorità, un condannato che chiede perdono, è ascoltato e sarà il primo ladrone ad entrare in cielo.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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